RECENSIONE NORTHERN TOWNS “GOOD AS GOLD” 10” (SWAGGER CITY 03, 2009)

Ed ecco subito la prima rece di Gianni Bandini (gianni@ngi.it). Ovviamente si tratta di Vinile, a 10 pollici.....:

I Northern Towns sono di San Diego, California, e sono al loro esordio discografico.
Fondati da un membro degli OVER MY DEAD BODY, una delle band hc che più ho apprezzato negli ultimi anni, hanno messo in atto un progetto alquanto ambizioso, in quanto vorrebbero porsi come esecutori di quel che potremmo definire “mod-core”. Nel loro sito Myspace questa cosa è espressamente spiegata. Il disco è un buon esordio, ma non col botto. Il loro scopo è solo parzialmente riuscito: alla fine le influenze northern soul sono solo risicate, e il tutto si traduce in una successione brani di hardcore melodico che ricordano molto le cose su Fat Wreck o Lookout. Giusto con un po’ più di grinta, del resto la precedente esperienza nei O.M.D.B. non può non aver lasciato un segno. Brani abbastanza corti, sempre dinamici, molto melodici con intrusioni punk ’77 e coretti energici. Produzione direi perfetta, davvero professionale ma negli standard hardcore (non mainstream); potrebbero fare un salto importante. E’ in uscita in questi giorni uno split 7” con un’altra band della stessa etichetta, gli SHARKS. Vedrò di procurarmelo!
Inclusi nella confezione un mini poster con i testi, e un coupon per il download gratuito del disco intero.

I BRANI

1) Latchford
2) Life Pisses By
3) The Family Name
4) Full Steam Ahead
5) Changing Of The Guard
6) Dead Waves Make No Sound
7) From Lamb To MuttonPurple Hearts


GIANNI BALZAROT ENTRA NELLA CREW!!!!!!!

Graditissima novità in casa Ribelli a Vita per questo fine 2009, dato che entra a fare parte della nostra crew il grande Gianni Bandini detto Balzarot.

Dongiovanni incallito, ma ormai asceta di fatto, il nostro Imolese è un profondo conoscitore di musica hardcore, che divora solo sotto forma vinilitica, e da oggi ha deciso di condividere con noi il suo immenso sapere.......


Muchas gracias

RECENSIONE PEACEBREAKERS “READY TO GO” (AUTOPRODUZIONE, 2009)

Altra recensione, altra stroncatura… Lo dico subito, così mi tolgo il pensiero, e me ne dispiaccio, perché si dice che a Natale tutti sono più buoni, ed io invece faccio lo stronzetto….. Ma tant’è, questo è il terzo demo per i Peacebreakers, ed io purtroppo non lo digerisco perché è così piatto che più piatto non si può, e registrato in modo se possibile ancora più piatto. La voce è moscia e non c’è grinta, pop puro senza molto punk, che magari avrà successo nel circuito mainstream, circuito al quale si addice più che a quello punk. Nel grigiore generale spicca lo ska di “Ready To Go”, che emerge come farebbe un orbo in una moltitudine di ciechi (nel senso che nel piattume generale anche una collinetta può sembrare una Cima Coppi a chi non conosce le montagne vere). I Napoletani sono comunque giovanissimi, per cui posso augurare loro di tutto cuore di maturare prontamente.

I BRANI

01 - Forse

02 - Scegliere

03 - Ready To Go

04 - Rabbia

05 - M'Immergo


CONTATTI


RECENSIONE L'ONDES "TOT I DE''" (AUTOPRODUZIONE 2009)

Un altro disco di quelli che, purtroppo, mi piacciono al primo ascolto del primo pezzo, e poi mi vengono rapidamente a noia. Così, se “Le parole per farla piangere” è un brano accattivante, già il brano seguente smarona scadendo nel banale ska-core trito e ritrito, e da lì in poi non c’è nulla che possa aggiungere qualcosa alla mia piuttosto nutrita collezione musicale. Tutto già ascoltato, e meglio. E pensare che l’ONDES (dal dialetto reggiano/modenese) è, della dozzina d’uova, quello malconcio o troppo acerbo o venuto male e che comunque non si deve buttare mai via… tanto un utilizzo glielo si trova! In questo caso, invece, io un’utilità a questo demo stenterei a trovarla, e oltre alla opening track salverei solo la conclusiva “Coppa Samurai”. La hidden track, cover de “Gli anni” degli 883, è francamente improponibile. Trattandosi di un demo, c’è spazio per migliorare. Io glielo auguro, perché così non c’è motivo di continuare. Sorry guys; i dischi si mandano a recensire anche prevedendo stroncature e si devono accettare i consigli. Non ve la prendete….. E considerate che per me c'è l'aggravante che l'ondes nasce dalle ceneri dei Dolceuchessina, che a me piacevano parecchio….

I brani
  1. Le parole per farla piangere
  2. Antimilitarista (shocked guys)
  3. Cade
  4. L'ordine del gino
  5. Coppa samurai

Contatti
www.myspace.com/gliondes

RECENSIONE PUNK VIRUS (“FIUMI DI RABBIA”- AUTOPRODUZIONE 2009)

Suonare punk rock, specialmente di protesta, non è mai stato semplice al Sud, e non penso che lo sia neppure a Catanzaro.Eppure è proprio da quella provincia che provengono questi quattro cumpa’, che suonano street punk ed Oi! Ribelle, esattamente a metà strada tra Nabat ed Erode, e in "Catanzaro" definiscono “la nostra città che per noi non ha mai avuto pietà”. Bel disco con cori da stadio che si affacciano qua e la, una voce bella incazzata (anche se il sigmatismo -difetto di pronuncia della s- del cantante mi fa un po’ sorridere), e testi nichilisti alla vecchia maniera, forse scontati e risentiti, che danno però un brivido old school che non mi dispiace affatto. Il CD, dedicato ai reietti del sistema, è autoprodotto, ma aiutato nella distribuzione dal Nucleo Pisano HC (Pisa), da Feccia Autoproduzioni (Palermo) e supportato da altre etichette DIY del circuito italiano. Segnalo titoli simbolici come “Costretti a sanguinare”, “Fiumi di Rabbia” (scorrono nelle vene) e “Vomito” (vomito sulle leggi e sull’oppressione / vomito su questa cazzo di costituzione), e che qualcosa da ridire la avrei sulla qualità del suono, non eccelsa.

Brani
1. Sopravvissuto
2. Costretti A Sanguinare
3. Catanzaro
4. Rifiuto
5. Fiumi Di Rabbia
6. Volti Infastiditi
7. Dall'Alto Al Basso
8. Vomito

Contatti
www.myspace.com/punkvirus3
www.myspace.com/nucleopisanohc
www.myspace.com/fecciatricolore

RECENSIONE LATTE+ "NON E’ FINITA" (Controtempo/2009)

Gli Empolesi tornano alla carica con un altro bel dischetto, allegro e scanzonato, forse un pelino più introspettivo e malinconico del solito. Un disco ispirato da e dedicato a Diego Armando Maradona, il più grande campione calcistico di sempre (e io lo condivido…), con una canzone cantata prima in Italiano (“Diego”) e poi in Spagnolo (“El Diego”), della quale esiste anche una hidden version declamata da quello che mi immagino essere un vecchio porteño, mi immagino). Come sempre abili a fagocitare ed inglobare umori della strada e cori e canti da stadio e/o manifestazione, i Latte+ riescono a catturare subito l’attenzione. Divertente la bongo-acustica “Vorrei un SUV”, dedicata al SUV “Italian style”, memorabile “Lo stato nello stato”, pieno di emozioni e power chords, e mitica “Non è finita”, che mi sono sparato a diecimila decibel e ritrovandomi a saltellare come un pazzo memore dei vecchi tempi del pogo selvaggio e scatenato. Rovina!!!!!!

I brani

  1. Non è finita

  2. Regresso

  3. Fino alla fine

  4. Lo stato nello stato

  5. Diego

  6. Qualcuno non sa

  7. Kane da caccia

  8. La bandiera

  9. Ultima sera d’estate

  10. Vorrei un SUV

  11. El Diego

  12. Quando la vita prende a schiaffi

Contatti

www.myspace.com/lattepiu

RECENSIONE DURACEL "LA FABBRICA DEI MOSTRI" (INDIEBOX MUSIC/HALIDON)

Canzoni per timidi nerds impacciati, con un solo paio di jeans strappati, chiodo e converse, oltre che una perenne dose di sfiga ed un debole per le ragazze griffate che non se li filano. Canzoni in cui molti si riconosceranno, apprezzando il consueto condimento di ironia e voglia di divertirsi. Prendete ad esempio “Non Mi Piace Ballare”, e ditemi quanti di voi non ci si rivedono….. Un altro bel colpo da parte dei Duracel (il gruppo punk rock dal nome più brutto di tutto il panorama italico), che dopo “Domani è come oggi” (clicca qua per leggere la recensione) tornano con 13 brani di Punk Rock adolescenziale, semplice e ben assemblato, che ti colpisce al primo ascolto. Le coordinate sono sempre quelle: dai Ramones e i Queers su fino agli Screeching Weasel. Carina e pop al mille per mille il manifesto “Canzone per la gente”, che si autodefinisce ironicamente come canzone scritta per piacere, e “Caramella” che ti si appiccica in testa come una caramella sull’asfalto bollente di Ferragosto. Il mio brano preferito è “Daria”, un’altra punk rock love song di quelle che piacciono a me, con la voce più cattiva del lotto, e “Novanta”, dedicata a quel decennio del millennio passato segnato da un certo flower pop punk caramelloso al quale i nostri si ispirano chiaramente. Sottotono invece “Vieni al mare con me”, e debole, o quantomeno meno frizzante, la conclusiva “Quasi identici”. Chiaramente nulla di nuovo sotto il sole, ma quando il materiale per quanto tradizionalissimo, è fatto così bene, io mi esalto, perché, è il caso di dirlo ancora una volta, tre accordi non significano per forza semplicità e banalità. Anzi… Un album di punk rock di ieri suonato da chi lo ama ancora oggi. 1, 2, 3, 4 go!

I brani
1. Di Nuovo Lunedi
2. Daria
3. Novanta
4. La Fabbrica dei Mostri
5. Canzone per la gente
6. Caramella
7. Timido
8. Non siamo più amici
9. Non mi piace ballare
10. Sfaticato
11. Vieni al mare con me
12. Largo Tempini
13. Quasi Identici

Contatti
www.myspace.com/duracelpunkrock

RECENSIONE HAULIN’ ASS “TOWARDS WHICH FUTURE” (Vacation House, 2009)

Un disco di HARDCORE (le maiuscole non sono messe per caso!), furioso e possente, senza se e senza ma, di quelli che da molto tempo non mi capitava di ascoltare. Bravi ragazzi. E qua potrebbe concludersi la recensione, perché quanto ho detto dovrebbe bastare a farvi correre a contattare Vacation House per accattare il disco in questione.

Se comunque vogliamo dire qualcosa in più, aggiungiamo per completezza di informazione che si tratta dell’esordio sulla lunga distanza per gli Haulin’ Ass, che si cimentano con un concept album che si snoda in tre capitoli (passato presente e futuro) e dodici canzoni, perlopiù in Inglese. Un disco fatto per chi è “nato per essere veloce”, contraddistinto da una batteria che ci dà che ci dà che ci dà, una voce urlata e un numero infinito di stacchi furiosi e stop’n’go che mi immagino generare mucchi giganteschi sotto il palco ai loro concerti (l’attacco di “Get me sick" è di quelli che ti riconciliano con la vita). Testi intelligenti, furia ritmica e grinta vocale, uniti ad un suono ricercato e inusuale, che guarda all’hardcore nu-school come al rock’n’roll, passando per metal e crossover: questi sono gli Haulin’Ass. E ora correte a contattare Vacation House, cosa state aspettando?????

I brani

01. Knots to the comb

02. Get me sick

03. Present from the past

04. Burning the core

05. Lei Regina

06. Pretty conspiracy

07. Rock'n'roll nightmare

08. Bornfreak

09. Liar10. Sleeping mostro

11. Vampire manifesto

12. Human after all

Contatti
www.myspace.com/haulinasshc
www.haulinass.it
vacationhouse@tin.it

Recensione DRINK TO ME/EDIBLE WOMAN “SPLIT EP” (SMARTZ RECORDS, 2009)

Smartz Records si conferma una volta di più una delle etichette più eclettiche ed imprevedibile del panorama discografico nostrano, che non a caso ci ha regalato chicche come Laghetto, Frontiera ed Isobel. Stavolta ci propone un sette pollici a tiratura limitata (500 copie, 100 delle quali in vinile bianco reperibili solo attraverso il mailorder di Smartz), diviso a metà tra i Drink To Me di Ivrea ed i Fanesi Edible Woman. Entrambi i gruppi sono presenti con un pezzo di circa cinque minuti, senza chitarre con sonorità in bilico fra sperimentazione, post-punk, melodie pop e rumore. Per i Piemontesi, kraut-rock pulsante con synth, drum machines e molta elettronica, difficilissimo da inquadrare. Anche gli ED sono eclettici ed elettronici, come e più dei DTM, ma forse un po’ meno sporchi e sicuramente più pop (nella più lata delle accezioni del termine….). Per loro un bassone incalzante ed un giro ossessivo e ipnotizzante che fa da tappeto sonoro ad un testo cantato in modo curioso, quasi new wave. Su un ipotetico ring sarebbero loro a vincere ai punti. A piccole dosi, leggi un brano ciascuno, i due gruppi mi piacciono molto. Sarei curioso di sapere se reggerei l’urto di un full length…

Tracklist
A. Drink To Me – The end of history (America)
B. Edible Woman - The beat goes on

Contatti
http://www.smartzrecords.org/

Recensione Gerson "Il Miracolo" (Tube Records, 2005)

Di tanto in tanto mi diletto a ripescare dai miei polverosi archivi qualche recensione fatta a suo tempo per vecchie riviste e pubblicazioni, tanto per condividerle con voi.....
Iniziamo subito con i Gerson e con il loro secondo album (“Il Miracolo”, Tube Records. Undici tracce di punk rock grezzo e tarro, undici proiettili Punk'n' Roll irriverenti e frizzanti, cantati in Italiano (a parte “Quero Morir”, in Portoghese), tra i quali segnalo, perché superiore alla media, la Motorheadiana “Tua Madre è Preoccupata”.

I brani
01. Tua madre è preoccupata
02. Trappola per topi
03. Via
04. Il miracolo
05. Crocevia 666
06. Correvo per salvarmi
07. Quero morir
08. Numero
09. Overdose da tubo catodico
10. Il figlio del disastro
11. Il segno del tempo

Contatti
www.myspace.com/gersonrocks
www.gerson.it


RECENSIONE GREEN ARROWS “THE EARTH” (Vacation House, 2009)

Nuovo lavoro per I Bolzanesi Green Arrows giunti con “The Earth” al loro secondo lavoro dopo “The Sky” del 2002 (sempre su Vacation House) e soprattutto dopo molti cambi di formazione. Dieci pezzi di hardcore metal cupo e furioso dai toni apocalittici e diretto come un pugno in faccia. Il cantato in Italiano si alterna a quello in Inglese, così come momenti di relativa tranquillità sonora lasciano il campo in modo assolutamente repentino a staffilate di totale furia devastatrice. Inquadrarli in un genere musicale è difficile. Loro stessi, elencando le loro influenze, dicono “tutto e niente”, ed in definitiva concordo, anche se poi a predominare è sicuramente il brutale trash-death-core sulla scia di Soulfly, Biohazard & co, con testi incazzati e politicizzati, assolutamente senza compromessi, che si alternano ad altri più personali. Difficile parlarne male, ma anche difficile trovare un brano per il quale valga la pena precipitarsi fuori per comprare il CD. A me piace comunque “Hypocrite” per i suoi frequenti cambi di ritmo e di tono, e le contaminazioni etniche di “Kazkhstan”, il brano se vogliamo più crossover che risulta anche essere il mio preferito. Un CD che avrà comunque un grande riscontro tra chi ama i Sepultura ed i Pantera più di quanto non li ami io.


I brani
1. g@ v.2.0 - 5:00
2. Final X-plosion - 2:58
3. Slave of Today - 3:06
4. God's Mistake - 2:19
5. Hypocrite - 5:00
6. Kazkhstan - 4:13
7. Before my Last Breath - 4:35
8. Moloch - 5:01
9. Frustrati - 3:37
10. Commerciable - 3:06

Recensione The Flowers "It's Hard To Say I Love You In Punk Rock" (Virtual Loser Records ed altri, 2009)

Secondo lavoro per i miei Baresi preferiti, dei quali mi ero già occupato l’anno scorso in occasione dell’uscita del loro mini-CD di esordio (“Put Your Brain In Its Fucking Place”). Anche stavolta pochi pezzi, ma buoni, anzi ottimi, per questi paladini del Flower punk nostrano (o dovrei chiamarlo bubblegum punk?). Quello che cambia è il supporto, un bel sette pollice in vinile, che fa’ tanto vintage, come vintage è l’eccellente grafica di copertina. Peccato soltanto che con tre piccole pesti, due delle quali di appena diciassette mesi, in giro per casa, non ho più un giradischi a portata di mano, per cui alla fine ho dovuto chiedere ai Flowers di mandarmi gli mp3….. Comunque, a parte le note di folklore domestico, consiglio caldamente a tutti di accaparrarsi con ogni mezzo questo disco frutto della cooperazione tra varie etichette nazionali ed internazionali, tra le quali cito Virtual Loser, Making Believe, Knowhere e Voodoo Doll. Solo quattro le tracce, due per lato, tutte piene di melodia e sentimento come nella migliore tradizione di questo particolare settore del punk rock. Difficile scegliere un brano, dal momento che sono tutti belli, ma la opening track, “Better Without You”, e la conclusiva “My Best friend”, forse sono un capellino sopra agli altri. Per il resto, punk rock come Dio comanda, che cita di volta in volta mostri sacri come Screeching Weasel, Queers, Lookouts e, decisamente, Mr T Experience, senza scimmiottare nessuno, ma, anzi emergendo dal confronto come qualcosa di molto originale (che sia la voce soave e quasi sussurrata?). Ebbbravi i miei Flowers! Promossi a pieni voti

Tracklist:
1. Better Without You
2. Where's The Love Gone?
3. Turn The Light On
4. My Best Friend

Contatti:
www.myspace.com/theflowerspunk

Recensione Camp Hours “Wise as a Tree” (Vacation House, 2009)

I Camp Hours sono un altro di quei gruppi a cui in questo periodo sta dedicando molta attenzione la Vacation House, etichetta del mio amico Rudy Medea (ex Indigesti) solitamente dedita a sonorità assai più hardcore punk. Nascono nel 2007 come progetto di Carlo Di Buono, autore dei testi e delle musiche, insieme al bassista Francesco Amendola ed al batterista Francesco Filardo. Di loro, il buon Rudy dice (tagliando ed incollando dal sito della sua etichetta): “Intrigantemente interessante il taglio del traguardo nel debut album dei The Camp Hours. Un super brillante e raffinato cristallino incrocio tra Indie rock di matrice americana (Radiohead, Pixies, Pavement), british alternative pop (The Smiths, Verve, Blur ecc.) e influenze Sixties (Pink Floyd e Beatles). Un delizioso full lenght album che si snoda elegantemente su 10 tracce di accattivante e avvolgente melodia e che in quanto a sincerità e passione risulta impeccabile”. La mia versione dei fatti è, però, completamente diversa. Per me è un disco inutile, il peggiore che mi sia mai capitato di recensire, che poco o nulla ha da spartire con le sonorità che mi piacciono. Per me questo è prog rock e come tale, pur se ben suonato, inutile e pretenzioso, proprio il genere di musica elefantiaco e innamorato di se stesso contestato dai primi punk rockers negli anni 70. Sorry Rudy, sai che ti voglio bene e stimo la tua etichetta, ma questo è un passo falso.

I brani

1. A Liquid Sky
2. The Road To London
3. Wise As A Tree
4. Pills For Ordinary Secrets
5. Sunday Meet
6. Someway
7. The Worth
8. Falling Down
9. You’re Singing For Me
10. Ice Bold

Contatti
www.myspace.com/thecamphours
vacationhouse@tin.it

Recensione Presa Diretta “Mediocratia” (Autoproduzione, 2009)


Leggo sul loro Myspace che sono di Rimini, e che si sono formati nell’estate 2000 fuoriuscendo dai Marsh Mallows, band con cui hanno in corso una diatriba sulla paternità di alcuni brani portati al successo dalla loro vecchia formazione. Il riff iniziale di “Calcolato” fa molto “old school” e lascia sperare per il meglio, poi però i Presa Diretta si perdono per strada, volendo spaziare un po’ in troppi generi, dallo ska core all’hardcore old school passando per i Punkreas (“Il Nostro Dio”) ed i Peter Punk con qualche riff metallico di troppo. Già il secondo brano, “Americanicità”, un po’ per il testo, un po’ per il sound, perde colpi. Per il resto, 14 pezzi di classico punk rock Italiano che avrebbe forse fatto figura a metà anni ’90, ma che oggi suona un po’ troppo scontato con i suoi testi di accusa sociale un po’ infantili (valga di esempio quello di “Cospirazione Mondana”). Mi piace molto “Dimensione Complessa” per l’uso che vi si fa della doppia voce, mentre boccio senza rimedio lo ska-core di “Mercato Mediatico”. I fiati si sposano invece bene ad “Havana Anni 50, uno dei brani che preferisco dedicato alla Revolucion, più hardcore melodico che ska-core, una strada che consiglierei comunque ai nostri di seguire con maggiore assiduità.  Tra i brani interessanti cito anche l’hardcore-swing di “Necessità Economica”, con un sapiente uso della tromba che lo rende decisamente diverso dal resto dei 14 pezzi, mentre “Trentalance vs Milingo” avrebbero dovuto ridsparmiarcelo, dato che ha velleità comiche ma fa ridere meno del Bagaglino….. Punti in più per l’appello anti-televisione, citazione da “Quinto Potere”.


Contatti

Recensione Mochines “The Eagle Has Landed” (Nicotine Records, 2009)

Quasi 9000 kilometri separano Tortona, casa di Nicotine Records, da Città del Capo, Sudafrica, casa dei Mochines. Verrebe da domandarsi come i carissimi Tortonesi siano entrati in contatto con questo trio che propone un feroce hard rock old school, ma poi ci si rende conto che la domanda è superflua, e che l’importante è che Nicotine abbia dato alle stampe questo secondo lavoro dei Sudafricani, le cui principali influenze sono quelle di Devil Dogs, Chuck Berry, New Bomb Turks e Sonics Rendezvous Band, e scusate se è poco. Dodici i brani, tutti come dicevo all’insegna del rock duro e puro, roccioso e potente, con devastanti percussioni e riffs che a volte ricordano i Turbonegro. Raccomando “Touch Your Body”, devastante, agli amanti delle sensazioni forti. Sorprendente “Tear Up Your Town”, che oltretutto ha un coro che ti si pianta in testa dopo un millisecondo. Ancora un colpo ben assestato da Nicotine, la label che non sbaglia (quasi) mai un colpo….





Recensione Bad Blood “Worn Out” (Vacation House Records 2009)


I Bad Blood sono tre ragazzi Fiorentini (basso, voce-chitarra, batteria) poco più che ventenni, che però suonano come veterani, il che può essere anche una nota negativa, dal momento che forse questa loro caratteristica va a discapito della spontaneità che ti aspetteresti da dei giovanissimi. Il loro sound sta in mezzo tra il grunge più sporco e l’Hardcore indie con venature metal abbastanza pesanti, che può piacere sia ai fans dei Mudhoney che agli amanti dell’HC old school USA degli anni 80, ed anche a quelli dei QOTSA. Con "Grass" iniziano bene con un riff preso di peso dai Negazione, cosa che gli dà diritto a qualche credito formativo immediato. Poi per la strada perdono un po’ della carica iniziale, e mi pesa un po’ arrivare alla undicesima ed ultima traccia, immancabilmente seguita da una Hidden Track alla Sonic Youth. Ottime la grafica e la cura dei particolari, come sempre quando c’è di mezzo Vacation House, una etichetta che negli ultimi tempi sta cercando di differenziare molto la propria proposta musicale, solitamente più ortodossamente accaci.


Tracklist
1. Grass
2. Mr Fusion
3. Under The Eggs
4. 100% Orange
5. Socks Can't Do It Alone
6. Sound Of Rain
7. Life Flows
8. Acido Lattico
9. Poisoned
10. The Lorian
11. Rotten


Contatti
www.myspace.com/badbloodindie


www.vacationhouserecords.com

Party di presentazione del debut-album dei WETDOGS

BUSINESS A LOW COST COMPANY Label/booking  è orgogliosa di presentare l'uscita del debut-album dei The WetDogs: 'Magenta Avenue 78th'.
I the WetDogs  sono una band giovane come storia, ma formata da elementi impegnati da anni con altre formazioni italiane protagoniste della scena alternativa (Tracciazero, Hyades e Dustineyes).
Il gruppo suona dell'ottimo rock n roll di stampo americano, cantato in inglese e con una grandissima padronanza degli strumenti, il tutto mixato con l'anima più poetica e country di artisti come Johnny Cash ed i Pogues.
Business a low cost company presenta ora il loro primo album: 13 tracce di puro rock n roll dove a farla da padrone troviamo una voce potente e melodica insieme, una sezione ritmica trascinante dove non mancano punte di grande tecnica, liriche personali, intime, ma senza per questo risultare banali o scontate.
'Magenta Avenue 78th' è un debutto forte, ben suonato e registrato ottimamente; impreziosito da collaborazioni esterne e da un artwork che nulla ha da invidiare rispetto a molti lavori europei ed americani.
In definitiva un album ed una band di cui sentiremo parlare ben presto e che già sta riscuotendo apprezzamenti sempre maggiori nelle prime date a supporto dell'uscita.
Per questa prima presentazione la band gioca in casa e ha deciso di proporsi in uno stupendo set acustico dove i pezzi dell'album saranno da assaporare passaggio dopo passaggio, dove la potenza lascerà spazio alla melodia e alla poesia che solo il rock n roll sa regalare!
Come dicono i WetDogs stessi: 'there are only two kind of music: rock and roll!!!' e 'Magenta avenue 78th' è l'album perfetto per chi ama questa musica!


Vi aspettiamo tutti al MilleNote Club di Busto Arsizio!
SABATO 17 OTTOBRE ore 22.00



Contatti
www.wetdogrocks.com
BOOKING/PRODUZIONE
www.myspace.com/business_a_low_cost
info@businessalowcost.it
UFFICIO STAMPA
www.myspace.com/unitedcommunication


Paolo Scaroni, vittima di uno stato distratto!

A parte la musica la mia grande passione è il calcio, il Pisa Calcio, che seguo da sempre e del quale mi ritengo Ultras. Stimando e rispettando la mentalità Ultras, quella vera, non quella delle lame e degli agguati, e non condividendo la logica repressiva che tiene sempre più gente lontana dagli stadi, voglio pubblicare anche io la lettera che Paolo ha inviato all'elenco di indirizzi riportati sotto. Di fronte a certe cose non esistono rivalità!


_______________________________

Ill.mo Ministro degli Interni
p.c. Presidente della Repubblica
p.c. Presidente del Consiglio
p.c. Ministro di Giustizia
p.c. Sindaco di Brescia
p.c. Prefetto di Brescia
p.c. Questore di Brescia
p.c. Sindaco di Verona
p.c. giornali e tv

Scrivo questa lettera alla vigilia dell’anniversario di una data che mi ha cambiato la vita: il 24 settembre del 2005.
Mi presento: sono Paolo Scaroni, abito a Castenedolo, piccolo paese della provincia di Brescia.
Ero un allevatore di tori.
Ero un ragazzo normale, con amicizie, una ragazza, passioni, sani valori -anche sportivi- e la giusta curiosità. Facevo infatti molto sport e viaggiavo quando potevo.
Ero soprattutto un grande tifoso del Brescia.
Una persona normale, come tante, direbbe Lei.
Oggi non lo sono più (per la verità tifoso del Brescia lo sono rimasto, sebbene non possa più vivere la partita allo stadio com’ero solito fare: cantando, saltando, godendo oppure soffrendo).
Tutto è cambiato il 24 settembre del 2005, nella stazione di Porta Nuova a Verona.
Quel giorno, alla pari di migliaia di tifosi bresciani -fra i quali molte famiglie e bambini- avevo deciso di seguire la Leonessa a Verona con le migliori intenzioni, per quella che si preannunciava una sfida decisiva per il nostro campionato di serie B. Finita la partita, siamo stati scortati in stazione dalla polizia senza nessun intoppo o tensione. Dopo essermi recato al bar sottostante la stazione, stavo tornando con molta serenità al treno riservato a noi tifosi portando dell’acqua al resto della compagnia (era stata una giornata molto calda ed eravamo quasi tutti disidratati). Tutti gli altri tifosi erano già pronti sui vagoni per fare velocemente ritorno a Brescia. Mancavano pochi minuti ed i binari della stazione erano completamente deserti. Cosa alquanto strana visto il periodo, l’orario e soprattutto la città in cui eravamo, centro nevralgico per il passaggio dei treni.
Improvvisamente, senza alcun preavviso o motivo apparente, sono stato travolto da una carica di “alleggerimento” del reparto celere in servizio quel giorno per mantenere l’ordine pubblico e picchiato a sangue, senza avere nemmeno la possibilità di ripararmi. Sottratto al pestaggio dagli amici (colpiti loro stessi dalla furia delle manganellate), sono entrato in coma nel giro di pochissimo e quasi morto.
Dopo circa venti minuti dall’aver perso conoscenza sono stato caricato su un’ambulanza -osteggiata, più o meno velatamente, dallo stesso reparto che mi aveva aggredito- e trasportato all’ospedale di Borgo Trento a Verona. Lì sono stato operato d’urgenza. Lì sono stato salvato. Lì sono tornato dal coma dopo molte settimane. Lì ho passato alcuni mesi della mia nuova vita. Una vita d’inferno.
Nel frattempo la mia famiglia, in uno stato d’animo che fatico ad immaginare, subiva pressioni e minacce affinché la mia vicenda mantenesse un basso profilo.
Ai miei amici non andava certo meglio, nonostante tutti gli sforzi per far uscire la verità.
Ovviamente, alcune cose di cui sopra le ho sapute molto tempo dopo la mia aggressione. Il resto l’ho scoperto grazie al lavoro del mio avvocato.
Dalla ricostruzione dei fatti e tramite le tante testimonianze, emerge un quadro inquietante, quasi da non credere; ma proprio per questo da rendere pubblico.
In seguito alle gravissime lesioni subite, presso la Procura della Repubblica di Verona è iniziato un procedimento a carico di alcuni poliziotti e funzionari identificati quali autori delle lesioni da me subite. Nonostante il Giudice per le Indagini Preliminari abbia respinto due volte la richiesta d’archiviazione, il Pubblico Ministero non ha ancora esercitato l’azione penale contro gli indagati.
Mi domando per quale ragione ciò avvenga e perché mi sia negata giustizia.
Oggi, dopo avere perso quasi tutto, rimango perciò nell’attesa di un processo, nemmeno tanto scontato, considerati i precedenti ed i tentativi di screditarmi. Oltretutto i poliziotti erano tutti a volto coperto, quindi non identificabili (com’è possibile tutto questo?), sebbene a comandarli ci fosse una persona riconoscibilissima.
Dopo le tante bugie e cattiverie uscite in modo strumentale sul mio conto a seguito della vicenda, aspetto soprattutto che mi venga restituita la dignità.
Ill.mo Ministro degli Interni, sebbene la mia vicenda non abbia destato lo stesso scalpore, ricorda un po’ le tragedie di Gabriele Sandri, di Carlo Giuliani, ed in particolare di Federico Aldrovandi (accaduta a poche ore di distanza dalla mia), con una piccola, grande differenza: io la mia storia la posso ancora raccontare, nonostante tutto.
Le dinamiche delle vicende sopra citate forse non saranno identiche, ma la volontà di uccidere sì, è stata la medesima. Altrimenti non si spiega l’accanimento di queste persone nei miei confronti, soprattutto se si considera che non vi era una reale situazione di pericolo: era tutto tranquillo; ero caduto a terra; ero completamente inerme. Ma le manganellate, come descrive il referto medico, non si sono più fermate.
Forse, ho pensato, oltre alla vita volevano togliermi anche l’anima.
Per farla breve, in pochi secondi ho perso quasi tutto quello per cui avevo vissuto -per questo mi sento ogni giorno più vicino a Federico- e senza un motivo apparente. Sempre ovviamente che esista una giustificazione per scatenare tanta crudeltà ed efficienza.
Le mie funzioni fisiche sono state ridotte notevolmente, e nonostante la lunga riabilitazione a cui mi sottopongo da anni con molta tenacia non avrò molti margini di miglioramento. Questo lo so quasi con certezza: l’unica cosa funzionante come prima nel mio corpo infatti è il cervello, attivo come non mai. Dopo quattro anni non ho ancora stabilito se questa sia stata una fortuna.
Ho perso il lavoro, sebbene abbia un padre caparbio che insiste nel mandare avanti la mia ditta, sottraendo tempo e valore ai suoi impegni.
Ho perso la ragazza.
Ho perso il gusto del viaggiare (il più delle volte quelli che erano itinerari di piacere si sono trasformati in veri e propri calvari a causa delle mie condizioni fisiche), nonostante mi spinga ancora molto lontano.
Ho perso soprattutto molte certezze, relative alla Libertà, al Rispetto, alla Dignità, alla Giustizia e soprattutto alla Sicurezza.
Quella sicurezza che Lei invoca ogni giorno, e tenta d’imporre sommando nuove leggi e nuove norme a quelle già esistenti (fino a ieri molto efficaci, almeno per l’opinione pubblica).
Peccato però che queste leggi non abbiano saputo difendere me, Federico, Carlo e Gabriele dagli eccessi di coloro che rappresentavano, in quel momento, le istituzioni.
Ill.mo Ministro degli Interni, alcune cose mi martellano più di tutto: ogni giorno mi domando infatti cosa possa spingere degli uomini a tanto. Non ho la risposta.
Ogni giorno mi domando se qualcuna di queste tragedie potesse essere evitata. La risposta è sempre quella: sì.
A mio modesto parere, ciò che ha permesso a queste persone di liberare la parte peggiore di sé è stata la sicurezza di farla franca.
Sembra un paradosso, ma in un Paese come il nostro in cui si parla tanto di “certezza della pena”, di “responsabilità” e di “omertà”, proprio coloro che dovrebbero dare l’esempio agiscono impuniti infrangendo ogni legge scritta e non, disonorano razionalmente la divisa e l’istituzione rappresentata, difendono chi fra loro sbaglia impunemente.
Ill.mo Ministro degli Interni, dopo tante elucubrazioni, sono giunto ad una conclusione: se queste persone fossero state immediatamente riconoscibili, responsabili perciò delle loro azioni, non si sarebbero comportate in quella maniera ed io non avrei perso tanto.
Le chiedo quindi: com’è possibile che in Italia i poliziotti non portino un segno di riconoscimento immediato come accade nella maggior parte delle Nazioni europee?
Ill.mo Ministro degli Interni, io non cerco vendetta, semmai Giustizia.
Mi appello a Lei ed a tutte le persone di buon senso affinché questi uomini vengano fermati ed impossibilitati nello svolgere ancora il loro “dovere”.
Chiedo quindi che si faccia il processo e nulla sia insabbiato.

Cordiali saluti.

Paolo Scaroni, vittima di uno Stato distratto.

Contatti:
paolopaesa@alice.it
cellulare: 335-5332735
telefono fisso: 030-2732284
studio legale Mainardi: 030/44138

Recensione Marzio Bertotti “Il Futuro della Vita Insolente” (Vacation House 2009)

Chissà, forse se un disco del genere me lo avessero dato negli anni 80, quelli del furore Hardcore, forse lo avrei gettato direttamente via. E forse la stessa reazione la avrebbe avuta anche Marzio Bertotti, aka Mungo, che di quegli anni e di quel furore è stata una colonna portante, suonando la chitarra per i mai troppo compianti Declino da Torino, una tra le più interessanti e originali band del nostro paese. Oggi, alle soglie del 2010, a oltre vent’anni di distanza, molte cose sono cambiate, e decido di recensire il CD in questione perché legato a tre leggende dell’hardcore nostrano che io rispetto e stimo a priori. Nel progetto, infatti, oltre a Marzio/Mungo, sono coinvolti anche la mitica Vacation House, etichetta che da oltre 15 anni da’ un supporto insostituibile a moltissimi gruppi musicali underground Italiani, e Rudy Medea, che è il boss di Vacation House, certo, ma è anche stato la voce dei leggendari Indigesti (nota a margine: quando gli Indigesti si ritrovarono per registrare un nuovo album (In Disparte), Rudy chiamò Mungo a suonare nella nuova line-up, con risultati sorprendenti anche se il buon Marzio da anni non suonava più, preferendo la scrittura alla musica). Che dire allora del “Futuro della Vita Insolente”?
Essenzialmente che è un disco in prevalenza acustico, pieno di poesia e di ballate folk-rock, molto, forse troppo, intimista, ispirato da un periodo passate da solo in montagna e dalla volontà di ricreare, con brani acustici, la magia e la dimensione onirica di quei luoghi, miscelati a testi che rispecchiano il lato meno compromesso dell’uomo Bertotti. Un progetto, questo, di quelli da prendere o lasciare, amare o odiare, senza mezze misure, che con l'hardcore (se inteso solo come musica) non ha niente a che vedere. La voce, spesso sussurrata al limite della soglia dell’udibile, unita a testi toccanti e musiche soffuse, fa’ pensare più alla musica cantautoriale che al punk, ed è dura pensare che un disco del genere possa avere un mercato. Io però, per il rispetto e la stima che ho per le tre leggende coinvolte, auguro a Marzio-Mungo, Vacation House e Rudy le migliori fortune e un grande successo.


I Brani


01. Dopo, Il Silenzio
02. Una Donna, Una Madre / Laa Salaam
03. Piccole Acrobazie
04. Dialoghi Senza Inizio
05. Winter Blume (pt.II)
06. Senso Nemico
07. Vetri
08. Briciole Di Nulla
09. Come Una Promessa
10. Winter Blume (pt.I)
11. Aprile


Contatti
http://www.vacationhouserecords.com/

Recensione Fasti “Lei si alzò dal sordo mormorio” (Cd, Il cerchio perfetto)

Ad ottobre 2007, dopo 12 anni, 400 concerti e 4 dischi, si è concluso il progetto Seminole, una delle band più longeve e coerenti della scena "Do It Your Self" della penisola; a novembre 2007 nasce, da 3/4 dei Seminole, il progetto FASTI, collettivo composto da due bassi, voce, chitarra e, come amano dire loro, un po’ di macchine. L’ambientazione del progetto è Torino, ed ancora una volta è il Piemonte a regalarci gruppi così sperimentali e vivi, ricchi di espressività e vogliosi di crescere al di fuori dai soliti schemi ed al di fuori da convenzioni e luoghi comuni. Quattro tracce, melodiche e teatrali; musica che fa da sottofondo alle parole, ricche di significati ma poetiche fino all’ermetismo, e parole che servono da pretesto per la musica, il tutto corroborato da una base strumentale molto soft, più da piéce teatrale che da centro sociale. Un po’ un indie post-rock ricco di feedback, molto ambient, sprazzi di elettronica rumorosa ma non troppo, molta sperimentalità. Mi piace moltissimo la iniziale “Estate Dove Sei”, e, anche se sicuramente non è il mio genere musicale preferito, consiglio agli amanti delle nuove emozioni di provarlo.


Tracklist:

  1. Estate dove sei
  2. Cagnolini di gesso
  3. Joe Coronado
  4. In intimo
Contatti

www.myspace.com/ifasti
http://www.ifasti.blogspot.com/

COMPLETE CONTROL PUNX FESTIVAL A PARMA

Torna con un Festival, dopo diversi anni di stop, il ciclo dei concerti PUNX Parmigiani dell'ormai chiuso CS. Mariano Lupo, presso l'Onirica di Parma, il 26 Settembre a partire dalle 18, INGRESSO GRATUITO!!

Partecipano all'evento:

IMPOSSIBILI www.myspace.com/impossibili
EREZIONE CONTINUA www.myspace.com/erezionecontinua
BLACK OUT www.myspace.com/blackoutskatepunk


Per informazioni:


mail: pressunitedcommunication@gmail.com

web: myspace.com/unitedcommunication

Recensione Devastator “"UNDERGROUND 'N' ROLL"” (Autoproduzione, 2009)


Vengono da Lucca, mi sembrano giovanissimi, e dicono di suonare Hardcore Thrash Rock’n’Roll dal 2001. Così si presentano i Devastator, che giungono oggi al terzo full length (a cui vanno aggiunti alcuni demo e svariate partecipazioni a compilation perlopiù di ambito thrash). E’ chiaro quindi che un gruppo del genere parte svantaggiato quando a recensirlo è un vecchietto che si era già rotto i maroni del thrash negli anni 80….. Ciononostante non voglio fare l’antico e provo ad essere il più possibile aperto di mente e di orecchie perché chi si da’ da fare merita sempre il massimo rispetto. Ed allora metto sul lettore il CD attendendomi la solita zuppa brutal/grind/thrash, ed al contrario scopro che questi Lucchesi ci sparano dritti in faccia 15 brani tiratissimi in cui ci divertono divertendosi a prendere in giro chi suona thrash tout court o grind o brutal core. Loro, invece, questi generi li mettono in un grande miscelatore di suoni e per trenta minuti, complici litri e litri di alcool, li devastano proponendo brani deliranti come

Cemetery Beach, “Satan Porno Dog”, “Rotten Surf”, “Smash Metal Drink Beer”, e “I Hate Cover Bands” che già dal titolo riconciliano con la vita. Certo, niente di trascendentale o veramente nuovo, ma di sicuro un disco divertente più di molti altri che si ascoltano in giro.


I brani


01. Sambafukka Orchestra
02. Here We Go
03. Satan Porno Dog
04. Cemetery Beach
05. No Scout? Yes, Party!
06. Desert
07. Dead Pride
08. Rotten Surf
09. A Very Famous Corpse
10. Underground 'N' Roll
11. Smash Metal Drink Beer
12. My Sweet Cardinal
13. I Hate Cover Bands
14.
Metal J. Fox
15. Hypocrisy


Contatti

www.myspace.com/devastatorcrew


Recensione False Alarm “Fuck ‘em all we’ve all ready (now) won!” (Nicotine Records, 2009)

I False Alarm sono una storica band punk-rock losangelina la cui storia prosegue a singhiozzi dal 1983, tra continue defezioni e cambi di line-up dovuti ad abusi di alcool e sostanze varie, guerre tra gang e via discorrendo (tra l’altro nell’unico disco precedente ha suonato anche Fat Mike…). La registrazione del cd, che, diciamolo, si segnala soprattutto per il suo elevato valore storico-filologico, risale al 2002, e la sua pubblicazione è stata rimandata più volte per i più svariati motivi, ultimo dei quali la morte del cantante Dylan Maunder (avvenuta nel 2005), fino a quando ha finalmente visto la luce nel 2006 sotto forma di autoproduzione. Oggi, finalmente, la nostrana e sempre ottima Nicotine Records ne produce una edizione Europea che farà venire l’acquolina in bocca agli amanti del genere, non fosse altro che per la presenza di guest stars stracult come Cheetah Chrome (Dead Boys), Rick Wilder (Berlin Brats, Mau Maus) e De Detroit (UXA), e per il fatto che la copertina del CD è opera di Dee Dee Ramone e Paul Kostabi, il chitarrista dei False Alarm. Punk rock di vecchio stampo che tuttavia apre alla modernità, con una cover di “Vietnamese Baby” dei New York Dolls a mostrare una certa predilezione per il glam rock. Mi piace molto la voce marcia e disturbata, anche se la qualità della registrazione è un po’ troppo differente da brano a brano, e sembra di trovarci di fronte, di volta in volta, a gruppi differenti. E anche se “Youth Gone Mad” ce la potevano risparmiare, possiamo tranquillamente urlare “Hail! Hail! Rock 'n' Roll”

I brani
  1. Horrible Life
  2. Vietnamese Baby
  3. Enemies
  4. Youth Gone Mad
  5. Tell Me Who I Am
  6. No Choice
  7. My Destruction
  8. In My Mind
  9. Devil Devil
  10. I Could Care Less
  11. High Tension Wire
  12. Day Is Night
  13. Can't See The Sun
  14. I Don't Want To Be Your Friend
Contatti

www.myspace.com/falsealarmrecords
www.myspace.com/falsealarmmusic
www.myspace.com/nicotinerecord
s

Recensione The Doggs “The Doggs” (Autoproduzione)

I Doggs nascono dalle ceneri dei Milanesi Detonators, e, partendo da quel semplice punk ’77, sono giunti ad un Rock che parte dagli Stooges ma passa per un sound psichedelico e jazzato, cionondimeno un po’ troppo scolastico ed elementare. E pensare che la formazione (power trio con donna alla batteria) mi aveva intrigato ancora prima di mettere il cd nel lettore…. Avrebbero almeno dovuto raddoppiare il numero delle battute per piacermi davvero. Mi piacciono comunque il terzo brano, “No Lights”, interamente strumentale, ed il conclusivo “Animal”, appunto più animalesco e selvaggio, e quindi più affine al mio DNA. Probabilmente un disco dedicato ad un circuito che non è il mio. In poche parole: tre i membri del gruppo, due gli ospiti, quattro i pezzi, zero le emozioni che mi regalano. Sorry guys, alla prossima…..


I brani

  1. Underground Drain
  2. Kiss My Blood
  3. No Lights
  4. Animal


Contatti

www.myspace.com/thedoggs69

Recensione Staypunk Compilation Vol. 04 [www.staypunk.it]


Il quarto volume della saga Staypunk ha un respiro più internazionale del solito, restando però legato o doppia o anche tripla mandata al solito immarcescibile spirito pop-punk di sempre…. Venti in tutto i brani, veloci, spensierati e adrenalinici, per altrettanti gruppi. Spiccano i nomi di Sloppy Seconds (www.myspace.com/kingsofjunkrock) e Queers (www.myspace.com/thequeers), che presentano “Tangerine”, ma anche, sul fronte nostrano, Flowers (www.myspace.com/theflowerspunk) e Peawees (www.myspace.com/thepeawees), la cui “Action” è un rockabilly’n’roll scatenato e degno della loro fama. Si comincia subito alla stragrande con il punk’n’roll degli Sloppy Seconds e della loro “Everybody Hates The United States” che mette subito in chiaro che ci troviamo di fronte all’ennesimo colpo andato a segno da parte di Stay Punk. Subito dopo la quasi altrettanto valida “Pizza Party At Spinelli's” dei meno noti, ma non per questo meno validi, Be My Doppelganger (www.myspace.com/bemydoppelganger) da Evansville (Indiana). Molto bella anche “We Hate Your Club” degli Austriaci Mugwumps (www.myspace.com/themugwumps): punk rock di quello con gli attributi ben posizionati. Assolutamente non male, anche se forse un po’ troppo misogini, i Viareggini Kill That Girl (www.myspace.com/killthatgirlband) con “Stupid Bitches”. Da segnalare anche “High School Teen Party” dei canadesi The Varsity Weirdos (www.myspace.com/thevarsityweirdos), laureati a pieni voti alla Ramones High School.

Molti i gruppi che suonano pop punk sulla scia dei Ramones; tra le poche eccezioni segnalo “Drink too much” dei Piacentini Ackees (www.myspace.com/theackees), semmai più vicini ai Fichissimi. Non li conoscevo, ma mi piacciono molto, i The Nappies (www.myspace.com/thenappies) che con “Creepy Moony Friday” sono tra i pochi (insieme ai Teenage Bubblegums - www.myspace.com/teenagebubblegums) ad osare una voce femminile, cosa abbastanza rara per un genere musicale che parla spesso di donne, ma raramente le coinvolge attivamente. Segnalo anche i Nasty Cats (www.myspace.com/nastycatsband), per dire che ho dovuto verificare se il loro cantante fosse Billie Joe dei Green Day, perché la similitudine è imbarazzante. Qualche nota negativa, tanto per cercare il pelo nell’uovo. Numero uno: insolitamente spenti i Crooks (www.myspace.com/thecrooksitaly) con “Danny Boy”; numero due, “We Know Better” dei Plexi 3 (www.myspace.com/plexi3) è francamente inutile, e registrata male; numero tre, “Misfits On The Radio” dei Dressed To Kill (www.myspace.com/dressedtokillrock) chiude la raccolta facendoci rimpiangere che le canzoni non si siano limitate a 19 anziché arrivare a 20.

Un disco che non può mancare dalla collezione di chi ama i Ramones e la loro discendenza, e che oltretutto si scarica come sempre gratuitamente da staypunk.altervista.org/compilation.htm

Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.


I Brani

01 - Sloppy Seconds - Everybody Hates The United States
02 - Be My Doppelganger - Pizza Party At Spinelli's
03 - The Popsters - The Bomb
04 - Radio Days - Rock'n'roll Girl
05 - Mugwumps - We Hate Your Club
06 - The Varsity Weirdos - High School Teen Party
07 - Parasites - All The Time In The World
08 - The Crooks - Danny Boy
09 - The Veterans - Hula Girl
10 - Ackees - Drinktoomuch
11 - The Queers - Tangerine
12 - Kill That Girl - Stupid Bitches
13 - Teenage Bottlerocket - Social Life
14 - The Nappies - Creepy Moony Friday
15 - Nasty Cats - 15
16 - Plexi 3 - We Know Better
17 - The Peawees - Action
18 - The Flowers - Better Without You
19 - Teenage Bubblegums - Betty Sue
20 - Dressed To Kill - Misfits On The Radio


Contatti:

www.staypunk.it

www.myspace.com/staypunk