RECENSIONE LENNON KELLY “MALANOTTE” (CD, 2018, INDIEBOX RECORDS, 2/5)

Francamente continua a sfuggirmi il motivo per cui tante band non irlandesi facciano punk rock che al folk di quelle terre si ispira, ma prima o poi dovrò farmene una ragione.
Anche i Lennon Kelly lo fanno e non lo fanno nemmeno male, se non altro perché aggiungono al tradizionale campionario anche del folk romagnolo.
Tant’è che “Surival”, da un testo originale di Armando Bonoli, è un brano cantato in romagnolo stretto dall’amico dei ragazzi Mino Savadori, dedicato al piccolo borgo cesenate di Sorrivoli.
Ma i Lennon Kelly che preferisco sono quelli più sparati, quelli per intendersi de “La ballata dell’ultima ora”, frenetica e frizzante, o di “Nobel per gli stronzi”, con tanto di cornamusa, ma soprattutto “Mio fratello”, che sta a metà strada tra il punk, l’Irlanda, Rino Gaetano e i Punkreas, che non a caso collaborano al brano (Perché “Mio fratello abbocca all’amo, mangia carne ma è vegano, sembra strano ma mio fratello è solamente l’italiano Doc”)
Registrato, mixato e masterizzato da Giovanni “Giò” Bottoglia negli studi di IndieBox Music Hall a Brescia, artwork di copertina di Denis Medri e grafiche Six Studio.

(Riki Signorini)

I brani

01. Erynfuin
02. Mazapégul
03. Nobel per gli stronzi (feat. Tom Barbour alla cornamusa)
04. Mio Fratello (feat. Punkreas)
05. Surival (testo originale di Armando Bonoli, feat. Mino Savadori)
06. Long John Silver
07. Il ballo dell’ultima ora
08. Leprechaun
09. Samvise
10. La Malanotte
11. La Malanotte – exodus
12. L’ultima lanterna

I contatti


RECENSIONE COSA NOSTRA “BOLOGNA BRUCIA” (EP 7”, 2018, ASSURD RECORDS, 4/5)

Già qualche mese fa avevamo annunciato qua l’imminente uscita del nuovo disco dei Bolognesi Cosa Nostra dei quali ci eravamo già occupati più volte in passato dispensando lodi a piene mani.
Ed ora finalmente esce il loro nuovo sette pollici su Assurd Records, contenente sette pezzi, suddivisi tra cover ed originali, ed anticipato, come ricorderete, dalla loro personalissima rivisitazione in chiave hardcore (nata da un'idea dell'amico Balzarot) dell’intramontabile “Stop al panico”, brano rap degli Isola Posse All Stars,.
Stavolta gli hardcorissimi in passamontagna che turbano i sonni dei benpensanti Bolognesi provano a scrollarsi di dosso l’etichetta di “cover band” dei Nabat (l’album “Cani Sciolti”, recensito qua, era fatto solo di brani della band di Steno), portando su vinile quello che Giangiacomo e c. già facevano (bene) on stage.
E allora oltre a tre brani propri(con “Bologna Brucia” che è ormai un classico), si segnalano le personalissime reinterpretazioni in chiave hardcore a due voci di “Mass Media” degli Indigesti (imperdibile), di “Spara Jurij” dei CCCP e di “Passione nera” dei Nerorgasmo.
In ogni caso non mera riproposizione di un suono che fu, ma una reinterpretazione che a quel suono aggiunge molto, da Slapshot a Snapcase, passando per Integrity e Ivory Cage.

Bologna brucia ancora, Rock Tha Fuck On!!!!



(Riki Signorini)

I brani

1.   Stop al panico (Isola Posse All Stars)
2.   Cosa nostra
3.   Passione nera (Nerorgasmo)
4.   Bologna Brucia
5.   Mass Media (Indigesti)
6.   Spara Jurij (CCCP)
7.   Sopra la linea

I contatti


Svetlanas, Nick Oliveri Death Electric e Dwarves Live al Freakout di Bologna (21 Febbraio 2018)

Arrivo al Freakout intorno alle 21.30, quando Olga mi ha detto che avrebbero iniziato a suonare gli Svetlanas, ed il locale è desolatamente vuoto.
Le poche persone presenti attendono in disparte sbirciando il proprio smartphone, e sono assalito dalla sensazione di imminente serata-disastro.
Poi però Olga e c. salgono on stage, e chissà da dove cominciano a radunarsi sotto il palco un bel numero di persone, catalizzate dalla presenza scenica degli Svetlanas che, capitanati da Olga, dimostrano di saper davvero tenere benissimo la scena, tanto da sembrare una band USA.
Ed è bello vedere come Nick Olivier, ex bassista di Kyuss e Queens of the Stone Age, aiuta i suoi compari Milanesi; quando al secondo brano si rompe il microfono di Olga è lui che prende quello del chitarrista e
supporta la front woman con la sua incredibile voce, e poi sale sul palco in più di una occasione per cantare con lei.
Anche se Olga ce la mette tutta il pogo non parte, ma il pubblico apprezza molto la performance della band, e partecipa comunque molto nei momenti topici, tipo “Tell Me Why”, “This Is Moskow Not LA” e “Vodka’n’Roll”.
Poco più di mezz’ora (ma che mezz’ora!) e dopo un breve break sale sul palco Nick Oliveri con i suoi Death Electric. Come direbbero gli Americani, “not my cup of coffee”, ed infatti mi defilo per fare due chiacchere con gli amici fuori, nonostante pioggia e freddo pungente. Del set segnalo sicuramente la gran cover di “Endless Vacation” dei Ramones, e soprattutto la voce DEVASTANTE di Nick che non si sa da dove riesca a tirare fuori la forza per cantare così per tre concerti consecutivi (dopo Svetlanas e Death Electric canterà anche coi Dwarves), ma spesso l’efetto Kyuss è troppo marcato per i miei gusti e non riesco a scaldarmi.
Pochi minuti di pausa e Nick veste i panni di Rex Everything e torna coi Dwarves.
Li avevo visti suonare nel 92 a San Francisco, e ricordavo uno show devastante. Visto che da allora è passato un quarto di secolo, avrei dato per scontato un naturale rilassamento, e se non fosse stato per Olga
Svetlana, che in una intervista su Ribelli A Vita di qualche tempo fa (la trovate qua) mi aveva detto che il loro live set continua ad essere fenomenale, forse non mi sarei fermato ad aspettarli e avrei ripreso la strada di casa.
Ed invece, proprio come previsto da Olga, i Dwarves continuano a spaccare, come si addice alla band più politicamente scorretta di oltreoceano. Un gran numero di pezzi punk’n’roll sciorinati ad alta velocità (ma il cantante Blag Dahlia sembra non accorgersene neppure, tanto riesce a cantare con calma
in quel marasma, ottimamente coadiuvato da Nick che presta le corde vocali anche qua), e pochissime soste tra un pezzo e l’altro. Difficile scegliere i momenti migliori del concerto, anche se senza dubbio con “Let’s fuck”, “Forget Me Not” e “Astro Boy” sono tra questi.

Insomma, una gran bella serata e tre gran bands.

(Riki Signorini)






RECENSIONE PAOLINO PAPERINO BAND “C’E’ GENTE CHE DORMONO” (CD, 2017, KOB RECORDS, 4/5)

Correva l’anno 1991, e da Modena mi fu recapitato un dischetto dal titolo curioso (“Fetta”) di una band fino a quel momento sconosciuta che aveva scelto un nome quantomeno strano (Paolino Paperino Band). Metterlo sul piatto ed innamorarmene fu una cosa unica.
Ventisei anni e (pochi) dischi dopo ecco che i PPB ritornano con “C’è gente che dormono” il primo album vero dopo la reunion del 2012 (in mezzo c’è stato “Porcellum”, ma si tratta di un disco tutt’altro che memorabile), e fanno di nuovo centro.
Ancora una volta un feroce mix di punk, funk, ska e rock’n’roll conditi da testi sarcastici e irriverenti che fanno della band Modenese il contraltare punk dei mostri sacri della musica demenziale, dagli Skiantos ad Elio e Le Storie Tese, passando per Jannacci.
Quindici tracce ed una outro (che potrebbe essere una intro) estremamente piacevoli, che fotografano l’imborghesimento e l’ignoranza che ci pervadono e ci bloccano sul divano, rivoluzionari da tastiera sempre pronti alla rivolta sempre che non ci sia qualcosa di più importante in TV.
A me piacciono tantissimo “Ave”, dedicata a Radio Maria, ma anche lo ska punk divertito e divertente di “Mobuto”, nonché le autocitazioni di “Ivo” e “La Giovane Mela”.
Insomma un disco da ascoltare e riascoltare senza timore di annoiarsi, per il quale ringrazio Enrico ed Elisa di KOB records che hanno avuto il coraggio di produrlo.


(Riki Signorini)

I brani

1. Microchip
2. Ave
3. Equitalia
4. Gianni il postino
5. Mobuto
6. Il ballo dei bulli
7. Super Io
8. Pesticide
9. Ivo
10. Miami-Rimini
11. Sciopero
12. Il giocatore di pallone
13. Preferisco venerdÌ
14. Politichese
15. La giovane Mela
16. Anteprima


I contatti

twitter.com/PPaperino_Band

RECENSIONE THE CHROMOSOMES “LOSING ELEVEN” (CD, 2017, GABBA GABBA DE RECORDS / I BUY RECORDS, 4/5)

Prendete due parti di Ramones e una parte di Descendents, aggiungete un pizzico di Mr T Experience, una spruzzatina di Queers e un tocco di dissacrante spirito Toscano, e signori e signori ecco a voi i Chromosomes, che giungono con “Losing Eleven” al (se non sbaglio) quinto album in una ventina di anni di attività (un po’ poco, ma i nostri devono anche fare surf nella vita…).
Undici i brani, ciascuno dei quali parla, più o meno, di storie di amicizie e legami particolari della band Livornese.
Motivetti semplici ed accattivanti, che ben si addicono a questa band che continua a proporre una miscela vincente di punk, rock e surf, e che piacerà agli amanti dei tre accordi e via.
I miei pezzi preferiti? Senza dubbio la opening track, My Rowdy Hula Dancer”, che cattura l’attenzione sin dal primo ascolto, presentando subito l’ispirazione pop punk Ramonesiana del gruppo, la cover di “Coat Of Many Colors” (Dolly Parton), ma, soprattutto, la tiratissima “Escape From The Orgy Of Media”. E se volete farvi un’idea migliore del disco, non avete che ascoltarlo gratuitamente qui: https://thechromosomes.bandcamp.com/album/losing-eleven

(Riki Signorini)

I brani

01 - My Rowdy Hula Dancer
02 - A Duet With Dolly
03 - Watchin' Airplanes
04 - Heavy Metal Kid
05 - Mr. Grabbs
06 - Goalkeeper
07 - Leavin' Canada
08 - Escape From The Orgy Of Media
09 - Coat Of Many Colors
10 - TV Will Blast You
11 - The Age Of Summer

I contatti