Recensione The Panino's "S/T" (Pederasta Records)

Di questi Panino's, e della loro intensa attività live, avevo sentito parlare molto, ma non mi ero mai imbattuto in una qualsiasi loro testimonianza. Finalmente, con questo CD che esce grazie allo sforzo di Pederasta Records, riesco a colmare questo gap. Innanzitutto parliamo della band, che si professa formata da Messicani di origine o di nascita, anche se secondo me si tratta di una trovata per così dire "pubblicitaria", perché io di Messicani che parlano così bene l'Italiano non ne ho mai conosciuti /e da quelle parti ho vissuto e ci torno anche spesso....). Comunque. la loro biografia parla di elementi provenienti da El Dorado (Messico) e fuggiti in Italia per problemi con la legge nel loro paese d'origine, e questo vi riporto. Questa immagine malavitoso-latitante si sposa con le maschere nere tra Zapata e lucha libre che i nostri indossano sul palco per non farsi riconoscere, e con il chiamarsi tutti XXX più un numero. E adesso la parte musicale, se di musica si può parlare. Nove brani (uno dei quali è una intro) per appena quattordici minuti di frenetico hardcore veloce ed assolutamente senza fronzoli, così marcio che più marcio non si può, cantato in italiano e posizionato tra Cripple Bastards, Dwarves e Oi!. Testi assolutamente scorretti dal punto di vista politico e non solo, che definire irriverenti e volgari è un eufemismo. Tanto per fare un esempio, i nostri cantano roba tipo “viva le vecchie senza denti, ti fanno i pompini e non ti fanno male”. Le tracce che preferisco sono "Eldorado", cover riadattata di "Torino è la mia città" dei Rough, assieme a "Brindo con la merda", ma personalmente alla lunga trovo il disco un po' troppo ripetitivo e poco originale (anche se almeno i Chicanos hanno avuto il buon gusto di fermarsi a 9 pezzi). Il disco dei Panino's volutamente registrato lo-fi, è c ed è consigliato a chi ha stomaco forte. Come dicono loro, "questi sono i Panino's, prendere o lasciare".....

I Brani

1. Intro
2. The Panino's
3. Ossa rotte
4. El dorado
5. Brindo con la merda
6. Malox
7. Urina
8. Terza età
9. Mio padre è uno sbirro

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Recensione Razzapparte “Il drago e il leone!” (Anfibio Records)


Questo è uno di quegli ormai sempre più rari dischi che mi fanno rimpiangere di non avere più venti anni e quell’agilità che mi permetteva di lanciarmi dal palco e partecipare a poghi furiosi…. Si, perché, lo devo dire, “Il Drago e il Leone” è un gran bel disco di Oi-Core, maturo ed evoluto al punto giusto, senza tuttavia perdere la primitiva carica ribelle dell’Oi! Le 13 tracce ufficiali (ce ne sono anche due nascoste) includono pezzi del tutto inediti, come “Casuals”, dedicata alla cultura Oi! o almeno a ciò quello che doveva essere prima delle infiltrazioni fasciste, accanto a nuove versioni di vecchi anthems come “M.C.S.” alias “Razzapparte al Maurizio Costanzo Show” in versione ska e “Un posto per noi”, e a due piccoli tributi ai Klaxon e ai Clash. Da segnalare la presenza di indubbie influenze street rock, reggae e hardcore, e che, per la prima volta, i Viterbesi inseriscono strumenti come tromba e tastiere. Molto belle le liriche, e produzione sopra la media.Per quanto riguarda i singoli brani, oltre alla già citata “Casuals”, cito volentieri “Non piegarti mai”, riproposta anche in Spagnolo nelle tracce nascoste, così come l’HC tiratissimo di “Ribelli nel weekend”. “M.C.S.” è un pezzo ska memorabile, e anche se non ho mai avuto l’onore di vederli dal vivo, sono convinto che un pezzo così scatena il delirio sotto il palco, e mi tufferei volentieri anch’io nel mucchio. Per quanto riguarda le cover, la prima è “Solo una guerra”, dei primi Klaxon, la seconda è “Dirty punk”, degli ultimi Clash, entrambi brani meno noti ma ben resi, soprattutto per quanto riguarda quello della band di Joe Strummer, arricchito dalla voce femminile di Cristina. Tanto per trovare il classico pelo nell’uovo, non mi esalta la puntata dub-reggae di “Drago e il leone”, il penultimo brano, ma è proprio perché sono incontentabile.

I brani

1. Intro,

2. Casuals,

3. Non piegarti

4. Su di te

5. L'Oi! è vivo

6. M.C.S.

7. Ribelli del week-end

8. Un posto per noi

9. Solo una guerra

10. Non voglio lezioni

11. Solitudine

12. Il Drago e il Leone

13. Dirty punk.

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Recensione Last Killers “3 Bombs over Berlin” (Area Pirata)


Stavolta tocca ai Romagnoli Last Killers che si presentano al debutto sulla lunga distanza con un CD formato lussuoso digipack, che non mi ha colpito più di tanto al primo ascolto, ma è via via cresciuto a mano a mano che lo riascoltavo. Selvaggio garage rock’n’roll anni 60 che piacerà sicuramente agli amanti del genere (certo non altrettanto a chi predilige l’hardcore tout court), ed in particolare a chi apprezza bands come Oblivians, Fuzztones, primi Chesterfield Kings, ma anche Sonics e Seeds. Dodici brani, non tutti all’altezza, tra fuzz, rhythm and blues di quello grezzo assai e, appunto, garage anni 60. Segnalo con piacere “Another day”, che in qualche modo mi ricorda Iggy Pop e “Lust For Life”, il garage punk tostissimo di “The Night of The Last Killers” e il rock incalzante di “Do It Right”, ma soprattutto "Teenage Kicks" degli Undertones, un portento. In definitiva un buon seguito, seppur non esaltante del precedente sette pollici con i Directors.

I brani

1. Old Killer Cadillac

2. Another day

3. Let Me Goin'

4. Worry 'Bout U Baby (Cristine)

5. The Night of The Last Killers

6. Shake!!

7. All YourWords Are Lies

8. She's Allright

9. You Got My Girl

10. Do It Right

11. Teenage Kicks

12. Get Out of My Blues

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Recensione Reazione “Best Of!” (Anfibio Records)


Recensione Reazione “Best Of!” (Anfibio Records)
La già abbastanza nutrita discografia dei Reazione si arricchisce di un nuovo capitolo, un “best of” che, lo dico subito così non ci penso più, è godibile, ma non imprescindibile, ma farà comunque contenti i loro molti fans sparsi per mezzo mondo. Se infatti è vero che il CD in questione aspira a raccogliere il meglio dei Reazione dal 1993 al 2006, inclusi brani rarissimi tratti dal primo demo “Contro il muro”, altrettanto vero è che la Oi! Band della Riviera forse non ha nel suo repertorio 26 brani degni di essere riproposti in veste antologica, col risultato che alla fine l’ascoltatore corre il rischio di annoiarsi un po’. In breve musica Oi! da Rimini, con un occhio di riguardo per i Dioxina e per i Nabat, senza però esserne all’altezza. Come sempre i Reazione non brillano per qualità compositive o orecchiabilità, ma si concentrano semmai sul messaggio proposto dai testi, che quasi sempre parlano della difficoltà della vita di strada, passando per argomenti tipicamente Oi! come birra, stadio, anfibi e tatuaggi. Spesso si inneggia ad un atteggiamento apolitico, anche troppo, e per questo sorprende positivamente un brano come “Un popolo che non si arrende” dedicato ai Palestinesi ed alla loro lotta. Contrariamente a quanto dico di solito, poi, un pezzo come “12 years of Reazione” mostra che i Reazione rendono più in Inglese che in Italiano, forse perché quando usano la madre lingua la metrica è troppo spesso zoppicante. Mi piacciono comunque parecchi anche l’anthem “Rimini brucia” e lo ska di “Dalla parte giusta”, ma continuo a ritenere la band più adatta all’attività live che a quella in studio. Un disco.

I brani

Troppi per scriverli tutti!!!!! Ci proverò in futuro, promesso…..

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Recensione MOB “Santi Senza Dio” (Anfibio Records)


Album di debutto per i Perugini Mob, che si posizionano in quella fascia che sta tra Oi, Punk ed Hardcore, con qualche spruzzatina metallica qua e là. Testi tra l’apolitico ed il nichilista, con qualche momento di profondo antifascismo, che preferisco, I 4 ragazzi in scarponi inneggiano anche alla birra, che vorrebbero “gratis per i lavoratori”, ma abusano un po’ di quella che io chiamo “apologia del cameratismo skinhead”,dove il cameratismo non si deve interpretare in senso fascista, ma comunque di gruppo chiuso ed indissolubile che si difende ad oltranza, con tutti gli aspetti deleteri che da questo atteggiamento derivano. Più vicini a Erode e Woptime che ai Nabat, è proprio nei momenti in cui più ricordano gli Erode che più mi piacciono. Mi riferisco in particolare a “Bastardo Americano” e, soprattutto, a “Odio Il fascismo”, dove i Perugini danno il meglio di sé. Purtroppo dei nove brani non molti sono quelli che ti rimangono subito in mente, quelli fatti per essere urlati a squarciagola mentre li ascolti allo stereo o meglio ancora mentre sei sotto il palco. Ottima la grafica, curata dal Garageland Graphic Studio, ed ottima l’idea di rendere tributo a Alkoolnauti e Basta, rispettivamente con la già citata “Birra Gratis (per i lavoratori)” e “Non Cambierò Mai” (quella di "Porterò nella bara la mia testa pelata… Porterò nella bara anfibi & bretelle… Porterò nella bara il mio odio per voi…"). . Molto meno buona l’idea di non evidenziare che i due brani sono in realtà cover, e non pezzi originali.

I brani

1. Il mio stile

2. Bastardo Americano

3. Reietto

4. Odia il fascismo

5. Birra Gratis (per i lavoratori)

6. Santi senza Dio

7. Vendetta

8. Non Cambierò Mai

9. Amore e odio

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