RECENSIONE COCKROACHES “REST IN PIECES” (CD, 2017, AREA PIRATA, 4/5)

Diciamolo subito, e togliamoci il dente…. I Cockroaches schiodano. E schioda il loro Voodoo Punkabilly popolato da zombie, lupi mannari ed altre creature simili, che tuttavia non disdegnano atmosfere surfeggianti, arricchito dalla voce cavernosa ed inquietante del Bandito Maldito.
Tredici i pezzi per questo secondo album del gruppo romano, ma io segnalo soprattutto l’iniziale “Hot Rod”, un bel pezzo in stile Cramps, “Dirty Fun” (rock’n’roll primordiale con un bel piano alla Jerry Lee Lewis), “Zombie Dancing” (ideale per un party a casa del diavolo col suo accelerare e rallentare), “Dog eat Dog”, la ramonesiana “Pussy  Pepper & Cheese” e la conclusiva (e surfeggiante) “C.O.C.K.R.O.A.C.H.E.S”.
Insomma, un disco di Rock’n’roll primordiale che piacerà a chi apprezza Cramps, Meteors, Bone Machine (addirittura qua appare il loro Jack Cortese), Ray Daytona e via discorrendo…

(Riki Signorini)

I brani

1) Hot Rod
2) Psychojungle
3) Problem
4) Dirty Fun
5) Zombie Dancing
6) Devil  
7) M.F.
8) Dog eat Dog
9) Bolle
10) Hands of the Devil
11) Rich’n’Poor
12) Pussy Pepper & Cheese
13) C.O.C.K.R.O.A.C.H.E.S

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