RECENSIONE LAMBRINI GIRLS “WHO LET THE DOGS OUT” (CD, 2025, CITY SLANG, 3/5)

Mi sono imbattuto nelle Lambrini Girls quasi per caso quando mi trovavo a Brighton l’estate scorsa.

Entro in un negozio e sento un pezzo che mi prende.

Chiedo al tipo dietro al banco e mi dice “sono delle ragazze di qua, e spaccano di brutto”. È vero, ma tutto finisce lì.

Fino a quando non mi trovo tra le mani questo “Who Let the Dogs Out”, che mi conferma trattarsi di un gruppo che spacca di brutto.

In pratica, un duo al femminile (Phoebe Lunny, chitarra e voce, Lilly Macieira, basso) che sforna 11 pezzi molto molto rumorosi, che fanno pensare senza soluzione di continuità a Bikini Kills, Prodigy, Yeastie Girlz e Crass.

Ben elaborato da Daniel Fox (bassista dei Gilla Band e produttore emergente del post-punk d’oltremanica), questo è un disco sporco e cattivo, sempre su di giri, con testi ferocemente social-politici e pochissimo spazio alla melodia (a parte forse in “No Homo”).

Noise punk, hardcore, riff di chitarra taglienti e linee di basso potenti per cantare (o urlare, a seconda dei casi) di diritti LGBQT+, lotta al patriarcato, denuncia del machismo dilagante, attacchi alla violenza poliziesca ed al sessismo dilagante.

Trenta minuti che vale la pena ascoltare almeno una volta.


(Riki Signorini)

I brani

1.   Bad Apple

2.   Company Culture

3.   Big Dick Energy

4.   No Homo

5.   Nothing Tastes As Good As It Feels

6.   You're Not From Around Here

7.   Scarcity Is Fake (communist propaganda)

8.   Filthy Rich Nepo Baby

9.   Special Different

10.  Love

11.  Cuntology 101

 I contatti

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