Sarò onesto. Non è per niente facile, per me, recensire questo terzo volume che si propone di chiudere il cerchio e finire di proporre le ultime perle del Granducato Hardcore rimaste ancora sepolte.
Troppi legami emotivi verso quel periodo mi rendono difficile essere un
recensore imparziale di un disco del quale ho oltretutto scritto le note di copertina.
Ma non parlarne non sarebbe affatto giusto.
Anche perché in questo disco appaiono delle rarità da leccarsi i baffi.
Ci sono i Soviet Sex, una band su cui da sempre aleggiava un
alone di mistero.
Alla voce Gipi (oggi famosissimo disegnatore), Dome (CCM e
Not Moving tra gli altri) come seconda (!) chitarra, Ale (poi CCM pure lui) alla batteria. Pochissimi
concerti agli albori della scena di cui si era persa ogni traccia, fino a che la
registrazione di un loro concerto (probabilmente il primo a cui abbia mai
partecipato) non è riapparsa in mezzo alla bobina che conteneva i pezzi delle
Teste Marce.
Perché infatti ci sono anche le Teste Marce, spesso ingiustamente
indicati come “l’altro gruppo” di Ale Paolucci (Raw Power) e Antonio Cecchi (CCM).
In realtà ci troviamo di fronte ad una formazione decisamente ispirata
dall’anarco-punk di Crass e c., sia da un punto di vista ritmico-musicale che
per i testi politicamente molto impegnati.
Ma ci sono anche gli Sweet Baby Oi!, una meteora nel panorama del
GDHC dato che sono durati pochissimo, suonando anche meno dal vivo, ma
lasciando il segno. Anche il loro demo è stato ritrovato quasi per caso, e
grazie ai ragazzi di Area Pirata è stato sottratto al mondo del collezionismo
ferticista. Degli SBO! facevano parte Vetra e Petri (rispettivamente batterista
e chitarrista dei mitici Wardogs) oltre a Aglio e Roberto “Pinguino”, che erano
stati bassista e cantante dei Brontosauri.
Poi ci sono i Lanciafiamme, ed il loro punk cazzutissimo, dei
quali si ripropone l’EP su Belfagor Records, ma anche i Dements, già presenti
nella raccolta “Last White Christmas” perché, appunto, presero parte a quel
concerto che segnò una pietra miliare nell’evoluzione del GDHC. Ed infine troviamo
i Dia-Triba, probabilmente i meno famosi del lotto, ma non per questo
meno interessanti, in virtù del loro sound post-punk, o forse new wave, o forse
no wave, sicuramente diverso nel mondo del GDHC.
Il tutto è arricchito da un elegante booklet di 4 pagine, e dalla cover
art di Winston Smith.
Diciannove pezzi sul vinile, più nove bonus track nella versione
digitale che viene col disco, tutti rimasterizzati in modo egregio dal solito Alessandro
'Ovi' Sportelli for the mastering!
(Riki Signorini)
I brani
1. Soviet Sex - Italian Decline
2. Soviet Sex - Monkey Joke
3. Soviet Sex - Enemy
4. Soviet Sex - Reagan Dance
5. Soviet Sex - We Are Sick
6. Soviet Sex - You Must Cry
7. Lanciafiamme - Ama La Loro Morte
8. Lanciafiamme -
Cavalcata
9. Lanciafiamme - Nei Tuoi Occhi
10. Lanciafiamme - No Guerra No Politica
11. Lanciafiamme - Victor Charlie
12. Dements - I Am Not
13. Testemarce - Braille
14. Testemarce - Voltafaccia
15. Testemarce - Asker Du
16. Testemarce - Mazzadas (Senza Tregua)
17. Testemarce - Ultimo Giorno Di Gloria
18. Sweet Baby Oi - Sweet Baby Oi
19. Dia-Triba - Echoes In My Mind
I contatti
https://areapiratarec.bandcamp.com/album/urla-dal-granducato-vol-3