Marco Maniglia Medici e i Crash Box: Nati per essere veloci!

Lo scorso Venerdì, terminata l’intervista in radio a Marco Maniglia Medici, storico leader dei Crash Box, lo avevo promesso, ed ora eccoci qua con un approfondimento dell’intervista radiofonica su Friday Extreme Rock Adventure che potete comunque ascoltare QUA per sentire anche un bel po’ di bella musica (Crash Box, Cosa Nostra, Fall Out, Bloody Riot, Chronic Sick, Germs, MIA, Frites Modern, Germs...).
E allora partiamo subito con le domande:
1.     Ciao Marco, partiamo da lontano; se non sbaglio i Crash Box si sono formati già nel 1982, e poi tra varie rotture e riunioni sono arrivati se non sbaglio fino al 2014. Adesso la storia si può definire conclusa, o pensi ci sia spazio ancora per una reunion?
No, è finita almeno per quel che mi riguarda. Abbiamo fatto più reunion che
concerti ufficiali quasi...quando arriva e te lo senti che devi smettere, non ci pensare ...fallo e stop.
2.     I vostri inizi sono legati ad un Virus estremamente politicizzato, ma voi eravate, se mi passi il toscanismo, quelli più “scazzoni”, dal look americano che poco sembrava azzeccarci col resto del giro. Eppure eravate integratissimi, almeno a vedere da fuori. Come spieghi questo fatto?
All’interno del Virus esistevano varie "correnti" (passami il termine), ma si conviveva molto bene assieme. Tieni conto che fondamentalmente erano spesso questioni o di look o di musica ascoltata, ma le cose pratiche si facevano comunque tutti assieme
3.     La storia dei CRASH BOX è costellata da un infinito serie di cambi di line up; se non sbaglio Fabrizio è forse l’unico altro membro del gruppo presente per più di un disco. In poche parole tu sembri essere l’unico elemento di continuità del gruppo? È così? E come mai questa cronica instabilità?
Non saprei, ci ho pensato su varie volte e posso solo fare una autoaccusa; non siamo riusciti ad ingranare la marcia giusta quando era il tempo di farlo. E' mancata forse una progettazione più in là delle prove, dovevamo darci dei target da raggiungere...mea (o nos) culpa
4.     A proposito di cambi di formazione, su “Finale” alla chitarra avete addirittura portato Tommy “Extrema”, un chitarrista che non avrei mai definito Hardcore, e che invece sembra(va) ben affiatato con voi sul disco. Come è andata la cosa?
Amico da sempre, Tommy si è prestato volentieri alla cosa e ha imparato pezzi in un giorno, e idem per registrarli.
Nessuno ha pensato al sound metal che avrebbe aggiunto, e col senno di poi se
avessimo registrato con un’altra chitarra base con il nostro sound classico, e poi lui sopra metallico, sarebbe venuto meglio...Infatti a parte lui tutto il resto traballa come sound su quell’album.
5.  I Crash Box hanno anche all’attivo un “quasi” tour negli USA nel 1984. Se le cose fossero andate bene sareste stati i primi hardcorers italiani a girare negli States, prima di Raw Power e CCM. Invece, forse proprio l’instabilità della vostra formazione fu il motivo per cui alla fine il tour non andò avanti, o sbaglio?
Non so se sia stato quello, ma l’organizzazione l’abbiamo fatta alla spera in dio, non  l’abbiamo seguita, non avevamo manco il batterista e li ce ne hanno trovato uno che faceva pena ma proprio tanta. Aggiungiamo sfighe varie (leggete l’articolo relativo su Tvor) e il fatto che quasi tutti noi non avevamo vent'anni... alla fine è andata così, poteva andare molto meglio, ma...ci siamo andati e ci abbiamo provato!
6. Di quel tour hai comunque dei ricordi? Se non sbaglio in quella occasione conosceste i Corrosion Of Conformity, appena formati…
Si esatto. I COC furono molto cordiali, ci hanno ospitato ed abbiamo un attimo anche abusato di casa loro. Anche dei Battalion of Saints ho ottimi ricordi; a Baltimora ci prestarono il loro set per suonare. In generale i ragazzi erano ai concerti curiosi, cordiali... Certo se poi non suonavi più e meglio di loro, era
dura farsi notare.
7. Negli USA avete suonato poco, ma per il resto avete condiviso il palco con molte bands. Ci sono concerti o gruppi di cui hai ricordi particolari?
Solo Baltimora con i Battalion of Saints e altri, mi pare Roach Motel, non sono sicuro.
Norfolk, lasciamo perdere. Io suonavo la batteria e cantavo, immaginatevi un po'. Solo a vent’anni fai cose simili, credimi...
Ah si, mi ricordo quando ci mettemmo a vendere il nostro 7" fuori dal Cgbg's con un Vinnie Stigma curioso e Nunz degli Antidote a parlarci delle loro radici italiane. E poi Allison ragazza conosciuta fuori da un concerto che ci ha ospitati tutti per più giorni a casa sua, ed eravamo in 7...
8. Recentemente avete dato alle stampe “Schegge”, una raccolta che contiene la vostra discografia, ma anche 5 brani inediti registrati nel 2012. Questo vi differenzia da gran parte delle punk bands degli anni 80 che si sono riformate di recente limitandosi a suonare dal vivo senza comporre pezzi nuovi. Perché non ci parli un po’ del disco?
Giulio di FOAD e suoi compari ci hanno proposto la cosa e abbiamo detto sì, tutto qua. Poi avevamo fatto dei pezzi nuovi che abbiamo incluso, registrati da un amico nello studio a casa sua nella Brianza. I pezzi sono venuti molto bene a mio parere (Confermo! NdRiki).
Curioso ritrovare tante foto nel booklet di cui alcune veramente inedite anche per me; il look del booklet è molto curato, per chi non ce l’ha è un ottimo acquisto (hey non prendo royalties su questo, eh!)
9. Perché proprio FOAD Records?
Perché.. perché ce lo han chiesto  loro! Avevamo comunque già fatto in precedenza una mini raccolta di quasi tutto, “Veleno per Voi”, tramite la SOA record di Roma del Paolo Petralia. Questa include più cose e un booklet con foto e testi assai esaustivo. Grazie a entrambi quindi!
10.“Schegge” è più o meno la terza raccolta retrospettiva a voi dedicata; come spieghi questo successo?
ha ha ha... non so se sia un successo, avremmo potuto/dovuto fare un LP inedito, quello sì che avrebbe magari interessato di più'. Chi avrà tutte e tre le copie sentirà i pezzi tre volte di seguito... Bravi!
11.Come ci si sente ad avere scritto un brano, “Nato per essere veloce”, che è diventato un po’ l’inno di una o più generazioni di punk italiani, che canticchia anche mio figlio, ed è stata coverizzata infinità di volte?
Oh molto bene guarda,...la risento sempre volentieri. In radio ho ascoltato la versione dei Cosa Nostra che non conoscevo e mi è piaciuta molto. Poi su
youtube ho sentito le varie cover; quelle troppo veloci non rendono bene a mio avviso. Poi ci sono i MAZE che ogni tanto la fanno e se ci sono mi chiedono sempre il permesso...che per loro (e altri) c’è sempre, ovviamente. Sono contento di averla fatta, è venuta così di getto, una delle prime cose che abbiamo fatto con la prima formazione.
12.Secondo te quale brano, oltre a “Nato per essere veloce”, rappresenta meglio i CRASH BOX?
“Bianco e Nero”, “Veleno per voi”, “Vivi!” e “Non ti resta domani” sono le mie preferite. Ah, anche “Nessuna Colpa” e “Senza Uscita” del primo tape
13.Qual è il vostro disco a cui sei più legato, o quello che consiglieresti di acquistare ad un ragazzo che ancora non vi conosce?
“Nel Cuore”!
14.Oltre che ai Crash Box, il tuo nome si associa indissolubilmente a T.V.O.R., sia la fanzine (ripubblicata in forma di libro da LoveHate 80) che l’etichetta (per la quale sono usciti i vostri dischi e la tape). Come descriveresti questi due aspetti della tua “vita musicale”?
Legati assieme, punk e fanzines erano e credo siano tuttora un elemento imprescindibile del DIY, do it yourself. Gia 'allora si era precursori del fatto che l’informazione te la devi fare e gestire tu e non lasciarla in mano altrui. Ne hanno scritte di cazzate sul punk fin dall'inizio... Gente che giudicava solo i vestiti e non sapeva nulla e niente di chi eravamo e che cosa si faceva. Pensavano alla solita moda usa/uk e non andavano oltre.
15.Concluderei come si faceva sempre ai tempi delle vecchie fanzine cartacee: c’è qualcosa che vorresti aggiungere?


Grazie a voi per questo tuffo nel passato/presente e buoni tuffi dal palco a tutti (per chi ce la fa ancora!) :-)