Recensione Okkupato + Virginia Madison “Split CD” (Indie Box)

“L’Hardcore melodico non è morto, è solo nuovo!!”. E’ con questo slogan accattivante che queste due bands si presentano per la prima volta sulla lunga distanza, dividendosi equamente le 12 tracce proposte sul CD. Iniziano i Vicentini Okkupato, con una prova matura ed elaborata, fin troppo elaborata, tanto che spesso si perde un po’ il filo. Ad esempio la opening track, “La Nuova Stagione”, mi piace assai, con ritmi veloci, riffs taglienti e melodia a pacchi, ma si perde quando nel finale propone un rallentamento semi-acustico che fa venire il latte alle ginocchia…. Per il resto, l’andamento è sempre più o meno questo, e mano a mano che si prosegue nell’ascolto si perde un po’ di appeal. Non è un caso che il secondo brano che preferisco è proprio il secondo brano, “Non sei più tu”, e che da lì in poi la discesa prosegue inesorabile fino alla conclusiva “Ancora in viaggio”, tutta arpeggi e melodia, che francamente non so cosa ci azzecchi. Io me la sarei davvero risparmiata. In poche parole, se posso dare un consiglio a questi giovinotti, direi di seguire la strada iniziale, non quella del finale. Seguono i Veronesi Virginia Madison, che sono tre, cantano in Inglese, e mi piacciono di più. Anche qua HC melodico evoluto, ma con una voce urlata che lascia il segno. Tuttavia segnalare un brano piuttosto che un altro non è semplice, visto che c’è una certa omogeneità di suono e stile. Faccio comunque uno sforzo e raccomando “Bad Suicidal Bathroom Trip".

I brani

OKKUPATO
01 La nuova stagione
02 Non sei più tu
03 Quando le cose cambiano
04 Niente ci resta
05 Il tempo non si ferma
06 Ancora in viaggio

VIRGINIA MADISON
07 Opus Dei
08 Bad Suicidal Bathroom Trip
09 Independency Addicts
10 Casualty
11 Madame Apathy
12 Paranoid Parade

Contatti

Indiebox: www.indiebox.org

Okkupato: www.okkupato.it

Virgina Madison: www.myspace.com/virginiamadison

Recensione Bone Machine “La vita finisce la strada no” (Billy’s Bones)

Continuando nel mio tour USA (purtroppo dovuto al lavoro, e non alla musica), mi dedico da Miami alla Bone Machine. Come si sarà certamente capito dalle due recensioni tratte da Flash che ho nuovamente postato in questi giorni, io ho senza dubbio un debole per la perversa miscela tra Garage punk, Rock, surf, rockabilly, e compagnia cantando proposta dalla band dell’Agropontino. Ed anche questo nuovo lavoro, lasciatemelo dire, spacca per tutta la sua durata. E come potrebbe essere altrimenti per un disco che si introduce con un sontuoso "dagli abissi di un inferno agghiacciante attraverso il mare di cadavere e fango"? Oltretutto per una etichetta, la Billy's Bones, il cui slogan è "Dischi cattivi per feste all'inferno". L’iniziale “Rock'n'Roll Zombie” apre le danze con un ispirato Punk Surf vagamente Country Western, e subito dopo ci deliziano con “Siamo la band che spacca le tue ossa”, che, lo ripeto, spacca molto più di quanto suggerisca il titolo, e da sola vale il prezzo del CD. Con “Una cassa da morto foderata di rosso” si prosegue nel territori del r’n’r selvaggio ed ispirato che ti fa muovere il culo anche se provi a fermarlo, mentre la successiva “Forse sei già morto” è un grandissimo rockabilly selvaggio e demoniaco. Su “Sono un cane” non ho molto da aggiungere rispetto a quanto detto recensendo la compilation “Stay Punk”, dove il brano è proposto: rockabilly e rock’n’roll, comunque pulcioso e come sempre sporco e marcio. Poi tocca a “Big river”, cover di Johnny Cash, un country blues malato e fradicio di alcool. “Sono uscito fuori dalla grazia di Dio” è invece uno dei (pochi) colpi a (quasi) salve del lotto: carina, ma sotto la media. “Sono Selvaggio” mi ricorda “Great Balls of Fire” come la potrebbe riproporre un Jerry Lee Lewis resuscitato dalle fiamme dell’inferno. Anche “Sarai Mia” ha uno stile simile, selvaggio e primitivo r’n’r. “Blue Moon Baby”, cover di Dave Diddle Day, è una cavalcata tra country surf e honky tonky, che ricorda “Rawhide” e che, come sempre in questo caso, mi annoioa. Ma questo è un mio limite, che forse i veri cultori del genere non condivideranno, né mi perdoneranno, dato che è vero che è nei brani strumentali che le band di questo genere mostrano tutta la loro maestria, ma è anche vero che questi pezzi mi annoiano e non li apprezzo a dovere. Ci avviciniamo così alla fine con “Sono morto”, che non si può ascoltare da fermi, e la conclusiva title track. In poche parole, un disco che sarebbe la colonna sonora ideale per uno splatter horror di serie Z, genere cinematografico al quale i nostri si ispirano chiaramente sia nell’ottima grafica che nelle maschere che indossano on stage.

I Brani

1. Rock'n'Roll Zombie

2. Siamo la banda che suona le tue ossa

3. Una cassa da morto foderata di rosso

4. Forse sei già morto

5. Sono un cane

6. Big River

7. Sono uscito fuori dalla grazia di dio

8. Sono selvaggio

9. Sarai mia

10. Blue Moon baby

11. Sono Morto

12. La vita finisce la strada no

Contatti

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myspace.com/bonemachineband

info@billysbones.it

Archivio: The Bone Machine, La Diabolica Perversione Del Rock'n'Roll

Da Green Bay, Wisconsin, dove mi trovo adesso, rispolvero invece una recensione apparsa su Flash nel Luglio 2005, che, a proposito dell’album dei Bone Machine a titolo “La Diabolica Perversione Del Rock'n'Roll”, diceva: “Dei The Bone Machine ci eravamo occupati un po’di tempo fa parlando della compilation a sette pollici “Come Cani Arrabbiati”, esaltando il pezzo “La Banda Che Suona Le Tue Ossa”. Oggi ritornano con un disco che ce li mostra di nuovo alle prese con un cocktail esplosivo e depravato di selvaggio Rockabilly psicotico alternato a garage punk primitivo. Dodici tracce tratte da 7”, compilations, e sporche registrazioni in studio, tra cui spicca il pezzo dello split 7” diviso con i Melt Banana e cantato in lingua Giapponese da “Dynamite Anna”. Testi in Italiano, violenza, demoni e allucinazioni alcoliche per una band che dichiara “Se il Rock’n’Roll è morto noi siamo zombies!”.

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Archivio: “Come Cani Arrabbiati”

Tanto per cambiare un po’ la struttura di questo blog, e preparare il terreno ad una prossima recensione dei Bone Machine, ho deciso di recuperare dai miei polverosi archivi del materiale che può servire da introduzione al mondo di tale band. Ecco allora dalla mia rubrica Hard To The Core Speciale Italia, pubblicata su Flash nel Marzo 2004, la recensione di Come Cani Arrabbiati” (Valium Records, Billy's Bones, Eteria, Spaghetti Records e Somala Crew). “Si tratta di compilazioncina in cui quattro bands nostrane si spartiscono equamente le altrettante tracce di un sette pollici, supporto fonografico magari vetusto ma dall’insostituibile sapore D.I.Y. che continua ad esercitare un irresistibile fascino sul sottoscritto. Copertina in stile anni di piombo e titolo rubato ad un oscuro poliziesco Italiano del 1976. Su entrambi i lati una band di estrazione Oi! si alterna ad una più atipica e di difficile classificazione. Sul lato A troviamo l’irresistibile anthem nichilista dei Rebelde (degni dei migliori Nabat!) a fianco del delirante ed anti clericale punkabbestia di Gozzilla e le Tre Bambine Coi Baffi (“Fatti Una Bevuta… Il Vaticano Brucia”). Invece sulla side B incontriamo prima gli Youngang da Torino, con un brano Oi! poco interessante, e poi il brano più rock'n’roll del lotto, “La Banda Che Suona Le Tue Ossa” dei Bone Machine, oscura band che si presenta in completo scuro e maschera da teschio nella foto dentro al libretto".