RAW POWER AL CBGB'S, AGOSTO 2005

Probabilmente oggi non importerà più un cazzo a nessuno di questo report che scrissi insieme a Mauro dei Raw Power al rientro di uno show che la band Emiliana fece per sostenere il mitico CBGB's di New York.
Oggi quel locale nonostante gli sforzi fatti non esiste più, e sono passati altri sette anni. 
Però mi dispiaceva che questa testimonianza non fosse mai stata pubblicata dalle riviste per cui scrivevo al tempo, ed allora voglio levarmi lo sfizio di pubblicarla oggi, indipendentemente dalle logiche commerciali delle riviste.
RAW POWER!!!!!!!

Dal 1973 a New York, al numero 315 di Bowery Street, ha sede un locale dal nome pressoché impronunciabile, il CBGB & OMFUG. Per oltre 30 anni questo club ha rappresentato uno spazio unico, a New York, per la creatività artistica e musicale cittadina e non solo, ospitando i concerti di un po’ tutti i i grandi del rock e dintorni (Ramones, Blondie, B52s, Talking Heads, e Police per citarne alcuni). Oggi i proprietari dell’edificio che da sempre ospita il club non intendono rinnovare il contratto di affitto, portando di fatto alla sua chiusura. Nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione chiamata “Save CBGB”, dall’Italia sono stati invitati a suonare i nostri Raw Poower, autentico mito Hardcore negli States. Quello che segue è il racconto fatto da Mauro Codeluppi di questa singolare esperienza.

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Il 13 Agosto siamo partiti da Bologna alle 6.45, destinazione finale New York con tappa a Bruxelles. Una volta arrivati, dopo aver passato abbastanza facilmente la dogana che dopo l’11 Settembre è diventata quasi impossibile, riusciamo ad uscire dal JFk per trovarci sotto un sole e un caldo insopportabile. Non ci resta che fermare un taxi e saltare su, destinazione Hotel 31 sulla trentunesima strada. Se all’aeroporto l’afa era da paura qui in midtown è insopportabile, perciò non ci resta che fiondarci in hotel e beccarci la nostra prima razione di aria condizionata a palla. Qui chiaramente è il contrario dell’esterno: temperatura polare. 


Il CBGB ha prenotato 3 camere, 2 doppie e una singola; chiaramente il più vecchio (io) si prende la singola. Pochi minuti per rinfrescarsi e si parte alla scoperta del vicinato, spedizione che si ferma a poche centinaia di metri, nel primo pub (o tavern) che incontriamo. Come sempre una birra tira l’altra e usciamo dal locale tre ore più tardi. A questo punto per smaltire quello che è l’inizio di una bella sbornia non ci resta che continuare la nostra esplorazione, ma evidentemente oggi non è giornata e dopo poche centinaia di metri la tentazione di farci un'altra birra è troppa. Verso le otto riusciamo ad arrivare al CBGB dove questa sera si esibiscono alcuni gruppi del VANS Warped tour. Dopo aver salutato un po’ di vecchi amici c’è giusto il tempo di fermarci al CBGB Gallery per un paio di birre ed iniziare la camminata di rientro, non prima però di esserci fermati per un fetta di buonissima pizza Newyorkese. Raggiungiamo il 31 a pezzi e come dei bravi bambini ci fiondiamo a letto presto. La mattina della domenica dopo una colazione a base di uova, pancetta, prosciutto, pankcakes e porcherie varie, il tutto innaffiato da una broda nera che qui chiamano coffee, entriamo in metropolitana, destinazione Coney Island. Visita al parco divertimenti, che ha visto tempi migliori (almeno 30 anni fa), camminata lungo la passeggiata interminabile del lungo mare, e poi inizia nel quartiere russo la ricerca di un posto dove bagnarci la gola, cosa che dopo mezz’ora di ricerca sembra impossibile. Finalmente riusciamo a trovare un ristorante dal nome francese, Paris, ma che di francese non ha niente a partire dal personale che parla solo russo. A fatica riusciamo a fargli capire cosa vogliamo e dopo una attesa lunghissima si presenta uno dei mattacchioni dei camerieri con una borsa di birre di vari tipi comperate al liquor store un isolato più indietro. Inutile dire che la birra ci costa come Champagne. Ormai si sono fatte le due e non ci resta che tornare a Manhattan, riprendiamo il treno e dopo 40 minuti scendiamo a Chinatown per un po’ di shopping e cazzeggiare un po’. La sera ci presentiamo al CBGB con l’intento di vedere i grandi Gorilla Biscuits ma ci viene detto che non si sa per quale motivo il concerto della sera non ci sarà, l’unica loro performance è stata quella del pomeriggio, porca….. cosa dobbiamo fare a questo punto?? Entriamo nel bar e anneghiamo i dispiaceri, un paio d’ore più tardi il Ronko ed io, la vecchia guardia, ci dirigiamo verso l’albergo mentre i giovani rimangono fuori a tentare la fortuna. Sono le 11 di lunedì quando Lupus e Fabio riescono ad alzarsi dal letto con un leggero mal di testa. Questa mattina la destinazione è l’Empire State Building, 2 o 3 blocchi di distanza da noi,. Finalmente dopo una fila di un’ora riusciamo a salire sul primo ascensore che ci porta all’80esimo piano, e un secondo ascensore ci accompagna per gli ultimi 6 piani. Come sempre la vista dall’alto è mozzafiato; peccato che la cappa grigia che copre New York non ci permetta di vedere lontano, ma lo spettacolo è pur sempre unico. Cominciamo ad avere fame e sete, scendiamo questa volta velocissimi ed entriamo da Foley’s, un famoso pub irlandese, dove presto facciamo amicizia con June, la simpatica barista che ci racconta di avere origini irlandesi e che due ore dopo, dopo averci spennato per bene ci promette che questa sera verrà a vederci. Rientro in albergo per una pennichella veloce ed è tempo di andare al CBGB, finalmente si suona!. Prima sorpresa appena arrivati è che mentre facciamo il check un tipo dal volto famigliare mi si avvicina, e dopo esserci scambiati complimenti a vicenda riesco finalmente a capire che è Phil Anselmo (Pantera), che è qui per suonare la chitarra con i suoi amici Eye hate God. Più tardi nel back stage dove scopro che lui è di discendenza italiana mi dice che questa è la sua prima uscita in 8 mesi, parliamo di musica, politica un po’ di tutto, si fanno le solite foto, insomma un ragazzo davvero simpatico e per niente la rock star che magari uno si immagina. Un tipo che non ti fa pesare i dischi d’ora e platino che ha in soggiorno, solo uno che questa sera è qui come tutti gli altri per suonare e divertirsi. Il concerto inizia con un gruppo a sorpresa di cui non conosco il nome. Poi vanno sul palco gli Uppercut, non male ma niente di esaltante. Finalmente dopo di loro è la volta degli EHG, e qui la musica cambia; pezzi pesanti con una chiara influenza alla Pantera, momenti veloci che si alternano a pezzi lenti, si capisce subito che Phil non è un chitarrista provetto ma lui per primo e poi il pubblico e tutti noi sembra fregarsene, si vede chiaramente che lui si sta divertendo e la gente si diverte al solo vederlo lì ancora tra di loro, è un momento molto bello e speciale. 



Sono le 11 quando finalmente tocca a noi. I ragazzi presenti si accalcano davanti al palco e quando iniziamo con “Power” scoppia il finimondo, succede di tutto davanti al palco. Qui lo stage diving è proibito ma alcuni temerari decidono di sfidare i bouncers del locale e si buttano, una figata! I pezzi passano uno dopo l’altro velocissimi, Fabio il nuovo batterista sta andando da Dio, non sbaglia un colpo, Lupus con la Les Paul e Ronko con un bellissimo Fender Precision (tutti gli strumenti sono stati noleggiati per la serata) continuano a macinare senza sosta, 40 minuti passano in un secondo e siamo già a bis, “Mine to kill”, “Factory”, “Fuck Authority”, ma è quando inizia il primo accordo di “State Oppression” che tutti i presenti, anche quelli che un minuto prima sembravano sfiniti, iniziano a saltare e pogare, c’è persino chi urla il nome Giuseppe, il capo o The Chief come dicono qui, vorremmo non finisse mai, ma purtroppo due minuti passano velocissimi, così veloci che decidiamo di fare ancora tre pezzi, da paura. 60 minuti, non di più, ma ci guardiamo tutti con un sorriso stampato in faccia come se fossimo dei bambini piccoli, valeva la pena farsi questa tirata per un solo concerto, tornare qui dopo quasi 10 anni. 
Peccato non esserci tutti, ma sicuramente chi non è qui con noi ci ha guardati e suonato anche lui con noi. E’ ormai l’una quando usciamo dal CBGB, prendiamo un taxi e andiamo ad una festa a Brooklyn, sono quasi le 5 quando rientriamo in albergo, ormai è quasi ora do tornare a casa. Il martedì è una giornata triste, si torna a casa. Ci alziamo verso mezzogiorno, alcuni di noi vanno a vedere Ground Zero altri rimangono in zona, poi alle 3 il taxi viene e ci riporta all’aeroporto, L’aereo della American Airline parte preciso alle 18.45, arriviamo dopo esserci fermati di nuovo a Bruxelles, alle 11,00 di mercoledì, siamo distrutti, ma sappiamo tutti benissimo che saremmo disposti a rifarlo subito. Grande, un Ferragosto indimenticabile.     

RIKI SIGNORINI E MAURO CODELUPPI


 PS: Il CBGB ha chiuso il 30 settembre 2006 a causa di una lunga battaglia legale con i proprietari dell'immobile di Bowery. Il proprietario Hilly Kristal comunicò la notizia che avrebbe riaperto il CBGB a Las Vegas nel 2008 annunciando "Ho preso tutto, i bar, il palco, i cessi dove Joey Ramone ha fatto la pipì insieme a me. Ho preso tutto ciò che ha fatto di questo posto il CBGB'". Hilly Kristal non potrà mantenere la sua promessa: morirà il 28 agosto 2007[2]. Attualmente all'ex CBGB è presente un negozio d'abbigliamento ma, una parte dell'allestimento originale è rimasto intatto, compreso parte del bagno e dei sanitari.

RECENSIONE SILVERSTEIN “SHORT SONGS” (HOPELESS RECORDS – 2012) VOTO 2/5


Ventidue brani in appena venti minuti per questo disco dei Silverstein che così omaggiano un trend molto in voga negli anni 90, quello cioè di fare pezzi cortissimi, velocissimi e tiratissimi in modo da stipare in un sette pollici più brani che in un intero LP. In questo caso troviamo allora 11 brani inediti, seguiti da altrettante cover, nessuno dei quali supera i 60 secondi.
Preferisco di gran lunga la parte in cui i Canadesi omaggiano le loro muse ispiratrici, con un cenno di  elogio per la Title Track, ripresa dai Dead Kennedys, “It's My Job To Keep Punk Rock Elite”  dei NoFx, “Destination: Blood!” degli Orchid, “Scenes of Parisian life” dei The Promise Ring e “The ballad of Wilhelm Fink” dei Green Day.
Tante le ospitate di prestigio, che spaziano da Tim McIlrath (Rise Against) a Chris #2 (Anti-Flag), da Scott Wade (ex-Comeback Kid) a Paul Rousseau (Burst & Bloom), da Chris Hannah (Propagandhi) a  Liam Cormier (Cancer Bats), e via discorrendo.
Il risultato finale non è che mi faccia gridare al miracolo.  Meglio di niente, però….

I BRANI

Side A

1 Sick As Your Secrets
2 Sin & Redemption
3 SOS
4 Brookfield
5 La Marseillaise
6 World On Fire
7 Sleep Around
8 My Miserable Life
9 Truth & Temptation
10 One Last Dance
11 See Ya Bill 

Side B

12 Short Songs (Originally by Dead Kennedys) featuring Tim McIlrath, Chris #2, Scott Wade, Chris Hannah, Paul Rousseau, Jimmy Stadt, Daniel Tremblay, Mike Hranica, and Nick Diener
13 236 E. Broadway (Originally by Gob)
14 Good Intentions (Originally by Gorilla Biscuits)
15 Destination: Blood! (Originally by Orchid)
16 Coffee Mug (Originally by Descendents)
17 xOn Our Kneesx (Originally by The Swarm) featuring Liam Cormier
18 Scenes From Parisian Life (Originally by The Promise Ring)
19 It's My Job To Keep Punk Rock Elite (Originally by NOFX)
20 Quit Your Job (Originally by Chixdiggit)
21 The Ballad of Wilhelm Fink (Originally by Green Day)
22 You Gotta Stay Positive (Originally by Good Clean Fun)

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