RECENSIONE LOS FASTIDIOS “FROM LOCKDOWN TO THE WORLD” (CD, 2020, KOB RECORDS, 4/5)

Mentre tutto il mondo impazziva rinchiuso in casa nei giorni del primo lockdown, i Los Fastidios hanno allietato la nostra quarantena con una serie di video di versioni acustiche dei loro pezzi registrate nelle loro abitazioni.

Messi da parte amplificatori e distorsori, e aggiunta in pianta più o meno stabile la voce di Elisa che ci sta proprio bene, i Veronesi hanno messo su queste 12 tracce che adesso sono raccolte in questo album, e devo dire che si tratta di un altro bel disco che meriterebbe mettere sotto l’albero di Natale.

Bellissimi i pezzi classici, bellissima “Joy Joy Joy”, stupenda “I have a Dream”, notevoli “Antifa Hooligans”, il medley Ska e “A message pour toi”, ma una menzione speciale va alla conclusiva “La Staffetta”, che se non sbaglio i Los Fastidios pubblicarono su Facebook proprio il 25 Aprile, durante il lockdown.

(Riki Signorini)


I brani

 

1. Joy Joy Joy

2. 3 Tone

3. A message pour toi

4. Ska medley “You’re wondering now/we’re coming back”

5. Skankin’ town

6. Antifa Hooligans

7. Oh Henry (feat. Paolo Galicia/ Barra Brava – Mexico)

8. I have a dream

9. Rudy Rude Boy

10. It’s time

11. Reds in the blue

12. La staffetta

 

I contatti

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RECENSIONE ARTICO “USCIRNE ILLESI” (CD, 2020, OVERDRIVE RECORDS, NON TI SEGUO RECORDS, TRUE BYPASS, 3/5)

 

Undici tracce, zero melodia, 30 minuti (circa) ed infiniti cambi di ritmica.

Così si possono presentare i Cosentini Artico, band che giunge su calare del 2020 al primo disco, ed affonda le sue radici nelle esperienze di Camera237, A Minute To Insanity ed Etereae.

Musica convulsa e frenetica, che si ispira ad un certo Post-hc/noise rock di stampo americano, straripante di chitarre stridenti e affilate, con ritmiche incalzanti e sonorità inquiete.

Tra Fine Before You Came e Marlene Kuntz, passando per Fugazi e La Quiete, con testi a metà tra il realismo ed il lirismo, talvolta urlati ed alter volte sussurrati, che rendono questo "Uscirne Illesi" un debutto interessante e credibile, speriamo foriero di ulteriori interessanti sviluppi futuri.

(Riki Signorini)

I brani

1.           Lo chiamavamo casa

2.           Purgatorio

3.           Frastuono

4.           Errori

5.           È finito il tempo

6.           Incubi

7.           Nubi

8.           Puzzle

9.           Quando arriverà il momento saremo stanchi

10.        Ricordi

11.        Schegge

I contatti

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RECENSIONE CORIKY “CORIKY” (CD, 2020, DISCHORD RECORDS, 5/5)


Se pensate che i Fugazi siano stati una delle migliori band di sempre, questo disco fa per voi.
Se pensate che Dischord Records sia una delle etichette migliori al mondo, questo disco fa per voi.
Se pensate che Ian Mckaye sia un genio assoluto, questo disco fa per voi.
Se pensate che Joe Lally un bassista superlativo, questo disco fa per voi.
Se sentivate la mancanza di un sound geniale, di quelli che per qualche motivo i gruppi di Washington DC riescono a tirare fuori meglio di altri, questo disco fa per voi.
Si, perché questo disco è il primo disco omonimo dei Coriky, super band di cui fanno parte appunto sia Ian che Joe (quindi metà Fugazi), insieme alla compagna di Ian, Amy Farina, che con lui milita anche negli Evens.
Influenze chiarissime (e graditissime) della casa madre Fugaziana a parte, non si tratta però di un disco revival o di qualcosa anche minimamente riconducibile ad una minestra riscaldata.
Ancora una volta il genio pervade le tracce dell’album, che fonde il passato con una vitalità che non ti aspetteresti da dei musicisti che hanno ormai da tempo passato il loro periodo teenager, e che invece riescono a dare filo da torcere a molti dei giovani che oggi provano a cimentarsi nel genere.

(Riki Signorini)

I brani

1.   Clean Kill 04:12      
2.   Hard to Explain 03:02      
3.   Say Yes 02:35
4.   Have a Cup of Tea 03:33 
5.   Too Many Husbands 03:02
6.   BQM 01:51    
7.   Last Thing 03:27     
8.   Jack Says 02:33     
9.   Shedileebop 03:35  
10.  Inauguration Day 03:49 
11.  Woulda Coulda 05:23


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RECENSIONE VVAA “ROCK THESE ANCIENT RUINS” (LP, 2020, AREA PIRATA / SURFIN’ KI RECORDS, 4/5)

Grazie alla produzione combinata di Area Pirata e Surfin’ Ki Records, due etichette molto attive nel panorama nazionale, arriva sui nostri stereo una gran compilation che raccoglie alcune delle più rappresentative punk-rock band romane degli ultimi 40 anni.

Una compilation introdotta da una copertina memorabile, che ci mostra in pochi centimetri quadri uno spaccato di quella che è la capitale oggi, col gasometro a fare da sfondo ad una Anna Magnani che porta un maiale al guinzaglio in una Roma invasa dai rifiuti, e che prosegue con quattordici brani di altrettanti gruppi.

Il disco (stampato in 300 copie) è tutto su livelli egregi, ma ci sono alcune cose che preferisco.

Su tutti, forse, gli Alieni, col loro punk rock che un po’ mi ricorda gli Angeli, ma mi piace davvero molto anche Alex Dissuader, la cui “I’m gonna lose my job” miscela sapientemente il sound scansionato dei Dickies alle ritmiche dei Descendents, passando per i Buzzcocks.

E come non citare i Ferox, con il loro Rock demenziale à la “Sex Pistols meet Skiantos”, oppure “Fuga fuori Roma”, il brano psychobilly dei Cyclone.

Apprezzo molto anche il punk rock al femminile delle Queen Kong, la quasi Ramonesiana “Third age lobotomy” dei Beats Me ed il rozzo hard-punk alla Hellacopters dei Blood ’77.

Menzione finale per la presenza dei Taxi, gruppo dal quale sono in seguito nati i conosciutissimi Giuda, e per il brano che dà il titolo alla raccolta, “Rock these ancient ruins” dei Wendy?!.

Insomma, per dirla con Federico Guglielmi (Il Mucchio Selvaggio, Rockerilla, Rumore), che cura la nota critica allegata al disco, un album nel quale “i ragazzi più giovani sono accanto ai ragazzi più attempati che però ragazzi rimangono”.

E tutti si danno da fare condividendo intenti, violenza sonora e attitudine, pur in una città che ormai offre ormai rovine e poco più.


(Riki Signorini)

I brani

01 – Alieni – Più giù

02 – Wendy?! – Rock these ancient ruins

03 – Alex Dissuader – I’m gonna lose my job

04 – Plutonium Baby – Run run run

05 – Beats Me – Third age lobotomy

06 – Blood ’77 – 6 stay 6

07 – Cyclone – Fuga fuori Roma

08 – Taxi – Gloves

09 – Queen Kong – Blank out! Blank state!

10 – Human Race – My gang

11 – Idol Lips – Don’t need your love

12 – Tigers In Furs – Tigers In Furs

13 – Mad Rollers – Rock lovers

14 – Ferox – Vado fuori

I contatti

www.areapirata.com

http://surfinkirecords.bigcartel.com/


RECENSIONE SPLIT NABAT – NO MORE LIES “RESTA RIBELLE!” (EP, 2020, TUFO ROCK RECORDS, 3/5)


Fate i Nabat!, Fate i Nabat!”, questo è il grido che per anni si è levato per decenni ai concerti in tutta Italia, e finalmente Steno è tornato con i suoi compagni di avventura a fare quello che gli chiedevamo, i Nabat
Lo fanno contribuendo con due brani ad uno split con i No More Lies, e per quanto mi riguarda questa è la parte migliore del disco, insieme alla copertina di Zerocalcare.
Paolo Sollier” è forse il brano migliore, un autentico anthem della vecchia scuola Oi! dedicato ad un calciatore decisamente controcorrente, uno di quelli che ha avuto il coraggio di dichiarare le sue idee, tanto da salutare i suoi tifosi a pugno chiuso.
Modus” è invece un inno dedicato a chi vive la vita skinhead, “senza soldi e senza casa”, veloce e ritmata, che ti entra subito in testa.
Di tutt’altra pasta sono fatti i No More Lies, che suonano un hardcore feroce e furioso che parla di tematiche di strada e di vita sulla strada, vomitate dalla voce cattivissima del Marinaio.
Due pezzi tiratissimi (preferisco “Colpo su Colpo”), non esattamente il mio genere, ma comunque notevoli.
Tracklist
Side A
01. Nabat – Paolo Sollier
02. Nabat – Modus
Side B
01. No More Lies – La Tua Città
02. No More Lies – Colpo su Colpo

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RECENSIONE - REVIEW VVAA “LAST WHITE CHRISTMAS” (2XCD, 2020, AREA PIRATA, 5/5)

**** ENGLISH VERSION FOLLOWS *****

Ci sono un sacco di cose che potrei raccontare a proposito del Last White Christmas, un concerto che si è tenuto a Pisa il 4 dicembre dicembre 1983 e che rappresenta una delle pietre miliari nella storia della musica hardcore italiana.
Potrei raccontarvi che quella giornata segnò una svolta nella mia vita di adolescente, che pochi mesi prima aveva preso parte anche all’adunata Oi! di Certaldo, e che da quel giorno niente è più stato lo stesso per me.
Potrei raccontarvi che quel giorno lasciai un pezzo di cuore nell’abbazia di San Zeno, la chiesa sconsacrata di Pisa dove si tenne il concerto.
Oppure potrei raccontarvi che quello stesso giorno in quella stessa chiesa lasciai nel pogo anche un pezzo di lingua, causa uno zompo del mio brother in arm (nonché uomo copertina di questa ristampa) Stefano Cantini, quando partì un pezzo dei Raw Power.
Oppure potrei raccontarvi che quel giorno giocava il Pisa di Vinicio contro l'Ascoli di Mazzone, che a quel tempo la politica in curva era molto importante, e che da Ascoli venivano i destri, ma ciononostante anziché sui gradoni della curva mi presentai a San Zeno (per inciso il Pisa perse uno a zero).
Potrei raccontarvi che al concerto parteciparono 11 band toscane ed una emiliana, i Raw Power, che con la Toscana erano legatissimi, e quel pomeriggio fecero uno show indimenticabile e spaccarono letteralmente.
Potrei raccontarvi che purtroppo solo i Raw Power non sono presenti in questo doppio CD che ripropone i live di quel giorno, perché sembra che la loro attuale etichetta discografica non abbia acconsentito alla pubblicazione.
Potrei dirvi che le cassette di quel concerto se le portò in USA poco dopo Antonio Cecchi (al tempo bassista, e poi chitarrista dei CCM), e che di quelle cassette si innamorò Chris Chacon di Bad Compilation/Borderless Countries Tapes (BCT per gli amici), che le pubblicò, invaghendosi anche dell’Italia, e contribuì a far conoscere al mondo l’hardcore made in Italy.
Potrei raccontarvi che proprio Chris ha scritto le note di copertina di questa riedizione, che vi consiglio di leggere attentamente per capire l’entusiasmo che generò (e tutt’ora genera) questa raccolta.
Potrei dire che i Brontosauri e la loro “Capsius Cabanis (Berlino Fuck Off)” anche se un po' primitivi inchiodavano comunque.
Potrei raccontarvi che suonarono gli A'ufschlag, che io conoscevo fino a quella sera come Ossessione, che mi piacquero parecchio soprattutto per la loro “Wojtila Fottiti” che avremmo potuto cantare sugli spalti alo stadio.
Potrei ricordare a tutti come gli Juggernaut fossero uno dei migliori gruppi del Granducato Hardcore, meglio conosciuto come GDHC, il nascente movimento Toscano che avrebbe contrassegnato la storia seguente dell’HC del belpaese.
Potrei raccontarvi che anche Grosseto era presente sulla mappa del GDHC con gli Stato Di Polizia, un gruppo attivissimo, e che i livornesi Traumatic proposero una grande versione della loro classica “No Way To Be”.
Potrei aggiungere che quella sera suonarono anche i Dements da Viareggio, un combo dalla durata effimera di cui francamente in questi anni mi ero dimenticato, che mi sorprendono piacevolmente con la loro No Wave alla newyorkese.
Potrei dire che il GDHC rappresentò una esperienza praticamente unica in Italia, e che già quel giorno a San Zeno la qualità sonora era decisamente buona, come lo fu negli anni a seguire quella dei concerti al Victor Charlie di Pisa, dove si provò a fare le cose ni modo professionale, senza fare usare ai batteristi “i fustini del Dixan” (cit. Stefano Bettini, I Refuse It) come avveniva altrove.
Potrei raccontarvi di quanto erano avanti proprio i fiorentini I Refuse It, capaci di inserire le tastiere in modo egregio nel loro Hardcore frenetico (ed ascoltando “Chocu Umeret” potrete forse immaginarvi che pogo potessero scatenare sotto il palco (anche se a dire il vero quel giorno un palco non c’era, ma nessuno se ne rese conto)
Potrei dire che anche i fiorentini Juggernaut avrebbero meritato maggiori successi, così come i Putrid Fever, una delle mie bands preferite del tempo con il loro accaci molto americano che avrebbe fatto invidia a molte formazioni blasonate di oltreoceano.
Potrei aggiungere che in mezzo a questo oceano hardcore suonarono anche gli Useless Boys, formazione garage psichedelica Pisana della quale anni dopo, quando ebbi modo di conoscerlo a San Francisco, Jello Biafra mi chiese subito informazioni spiegandomi che gli piacevano tantissimo.
Potrei aggiungere che i Cheetah Chrome Motherfuckers quella sera fecero uno degli show più travolgenti della loro straordinaria storia, anche a detta dei membri del gruppo. Un concerto che lasciò tutti senza fiato, come si può capire riascoltandolo in questi CD. Francamente non ricordo se furono gli ultimi a suonare. Certamente se qualcuno suonò dopo di loro, si trovò di fronte un pubblico stremato da un gig come questo.
Potrei aggiungere che suonarono benissimo anche i Wardogs, la band lucchese della quale il buon Syd (cantante dei CCM) diceva che “iniziavano dove finivano i CCM” da tanto erano potenti, soprattutto on stage.
Potrei anche raccontarvi di come anche stavolta il buon Ovi Sportelli abbia fatto un lavoro egregio rimasterizzando benissimo le registrazioni di quella giornata, e di come i ragazzi di Area Pirata abbiano realizzato un doppio CD dalla grafica eccelsa.
Insomma, ormai lo avete capito, a proposito del Last White Christmas potrei raccontarvi un sacco di cose, ma quello che conta davvero è che consiglio a tutti di avere questo doppio cd nella propria collezione, in primis perché riporta alla luce un pezzo di storia che per troppo tempo è rimasto in mano dei soli collezionisti, e poi perché ricorda un concerto indimenticabile, di cui non a caso si parla ancora dopo quasi 40 anni.

**** ENGLISH VERSION (AS PROMISED) ****

There are many things I could tell about Last White Christmas, a concert that took place in Pisa on December 4, 1983 and that represents one of the milestones in the history of Italian hardcore music.
I could tell you that that day marked a turning point in my life as a teenager, who a few months before had also taken part in the Certaldo Oi! Gathering, and that since that day nothing has been the same for me.
I could tell you that that day I left a piece of my heart in the abbey of San Zeno, the deconsecrated church of Pisa where the concert was held.
Or I could tell you that that same day in that same church I left a piece of tongue in the pogo, because of a jump of my brother in arm (and cover man of this reprint) Stefano Cantini, when a Raw Power song started.
On the other hand, I could tell you that on that day Vinicio's Pisa was playing against Mazzone's Ascoli, that at that time politics on the stands was very important, and that rightwing supporters came from Ascoli, but nevertheless I went to San Zeno instead of on the stands (Pisa lost one to zero, by the way).
I could tell you that the concert was attended by 11 Tuscan bands and one from Emilia, Raw Power, who were very close to Tuscany, and that afternoon they did an unforgettable show and literally rocked.
I could tell you that unfortunately only Raw Power are not present in this double CD that records the live shows of that day, because it seems that their current record label didn't agree to the release.
I could say that Antonio Cecchi (at the time bassist and then guitarist of CCM) took the tapes of that concert to the USA shortly afterwards, and that Chris Chacon of Bad Compilation/Borderless Countries Tapes (BCT for friends) fell in love with them, published them, also falling in love with Italy, and contributed to make the world know the hardcore made in Italy.
I could tell you that Chris himself wrote the liner notes of this reissue, which I suggest you to read carefully to understand the enthusiasm that this collection generated (and still generates).
I could say that the Brontosauri and their "Capsius Cabanis (Berlino Fuck Off)", even if a bit primitive still nails.
I could tell you that the A'ufschlag played, which I knew until that night as Ossessione, that I liked a lot especially for their "Wojtila Fuck Off" that we could have sung on the stands at the stadium.
I could remind everybody how Juggernaut were one of the best bands of the Gran Ducato Hardcore, better known as GDHC, the newborn Tuscan movement that would have marked the following HC history of the Belpaese.
I could tell you that also Grosseto was present on the GDHC map with Stato Di Polizia, a very active band, and that the Leghorn-based Traumatic proposed a great version of their classic "No Way To Be".
I could add that that night also played Dements from Viareggio, a combo of ephemeral duration that frankly in these years I had forgotten, which today pleasantly surprises me with its New York style No Wave.
I could say that the GDHC represented a practically unique experience in Italy, and that already that day in San Zeno the sound quality was definitely good, as it was in the years following the concerts at the Victor Charlie in Pisa, where one tried to do things in a professional way, without making the drummers use "the Dixan drums" (cit. Stefano Bettini, I Refuse It) as they did elsewhere.
I could tell you how far ahead were the Florentines I Refuse It, able to insert the keyboards in a very good way in their frantic Hardcore (and listening to "Chocu Umeret" you can maybe imagine that pogo could unleash under the stage (even if to tell the truth there was no stage that day, but nobody realized it).
I could say that also Juggernaut from Florence would have deserved more success, as well as Putrid Fever, one of my favorite bands of the time with their very American HC that would have made envy to many overseas bands.
I could add that in the middle of this hardcore ocean also played the Useless Boys, psychedelic Pisan garage band of which years later, when I met him in San Francisco, Jello Biafra immediately asked me for information, because he told me he liked them very much.
I might add that the Cheetah Chrome Motherfuckers that night made one of the most overwhelming shows of their extraordinary history, even according to the members of the group. A concert that left everyone breathless, as you can understand from listening to it on these CDs. Frankly, I can't remember if they were the last to play. Certainly if someone played after them, they found themselves in front of an audience exhausted by a gig like this.
I might add that Wardogs, the band from Lucca that Syd (CCM’s singer) said they "started where the CCM ended" played very well, and they were powerful, especially on stage.
I could also tell you how also this time the good Ovi Sportelli did a great job remastering very well the recordings of that day, and how the guys of Area Pirata made a double CD with excellent graphics.
In short, by now you have understood it, I could tell you a lot of things about Last White Christmas, but what really matters is that I suggest everyone to have this double CD in their collection. First of all because it brings to light a piece of history that for too long has remained in the sole hands of collectors, and then because it reminds an unforgettable concert, which not surprisingly is still talked about after almost 40 years.

(Riki Signorini)

I brani

1.       Brontosauri - Capsius Cabanis 00:39
2.       Brontosauri - Brontosauri 00:42
3.       Brontosauri - Opposition 00:57
4.       Juggernaut - Convact 01:31
5.       Juggernaut - Tomorrow 01:19
6.       Juggernaut - X002 01:46
7.       Juggernaut - Inquisitor 01:52
8.       Juggernaut - X003 01:17
9.       Stato Di Polizia - Odio 00:48
10.    Stato Di Polizia - Mente Sconvolta 01:43
11.    Stato Di Polizia - Uccidi Tuo Fratello 02:09
12.    Putrid Fever - Draw Of Fear 01:43
13.    Putrid Fever - Motorhead 01:20
14.    Putrid Fever - Anger 01:19
15.    Putrid Fever - Reality 01:24
16.    Putrid Fever - Song From War 01:07
17.    Putrid Fever - Naked Real Gun 02:08
18.    Putrid Fever - Rats 01:16
19.    Dements - I Am Not 02:03
20.    Dements - Points Of View 01:43
21.    Useless Boys - I Don't Need Your Love 03:09
22.    Useless Boys - Weekend Trip 02:11
23.    Useless Boys - I Need You So 02:56
24.    Useless Boys - I Can't Judge A Book By The Cover 01:55
25.    Useless Boys - Barracuda 02:30
26.    Wardogs - The State Of Things 02:21
27.    Wardogs - Fried Brains 01:23
28.    Wardogs - Snakes 01:58
29.    Wardogs - Wardogs 03:03
30.    Wardogs - I Hate The Families 00:59
31.    Wardogs - Red Hot Phones 00:28
32.    Wardogs - Mg 00:29
33.    A'ufschlag - Grazie Patria 01:22
34.    A'ufschlag - Vittime 00:45
35.    A'ufschlag - Nessuno 00:59
36.    A'ufschlag - Woityla Vattene 00:50
37.    A'ufschlag - Siamo Stanchi 01:26
38.    A'ufschlag - In Carcere 01:46
39.    A'ufschlag - Ribellati 01:47
40.    A'ufschlag - A Fuoco 00:56
41.    CCM - Commandos 02:32
42.    CCM - We Are The Juvenile Delinquency 01:22
43.    CCM - (Right To Be) Italian 01:03
44.    CCM - Envy 01:08
45.    CCM - Barbed Wire World 01:12
46.    CCM - Terminal Fun 01:58
47.    CCM - Work (Means Death) 01:17
48.    CCM - Bendix Power Secret Hate 01:58
49.    CCM - Alkool 00:57
50.    CCM - Foe Or Friend 01:35
51.    CCM - Camp Derby Blues 01:13
52.    CCM - Everyday Is A Regan Day 01:01
53.    CCM - Mad Race 02:49
54.    CCM - Best Party Ever / No Bore 01:58
55.    CCM - Need A Crime / Ultracore 01:27
56.    CCM - Mercenaries 01:50
57.    CCM - Tellyson 01:00
58.    CCM - Life Of Punishement 01:43
59.    I Refuse It - Noi Vi Odiamo 02:15
60.    I Refuse It - Nuove Dal Fronte 02:30
61.    I Refuse It - Contagio 02:20
62.    I Refuse It - Mira Il Tuo Popolo 01:14
63.    I Refuse It - Agguato 02:09
64.    I Refuse It - Chocu Umeret 02:08
65.    I Refuse It - Fall Down 01:46
66.    I Refuse It - Frecce Avvelenate Sul Comitato Disastri 01:40
67.    Traumatic - Last Kids From Nowhere 01:54
68.    Traumatic - No Mans Land 02:15
69.    Traumatic - No Police No Army 01:37
70.    Traumatic - No Way To Be 01:37
71.    Traumatic - I Don't Mind 01:59

I contatti

https://areapiratarec.bandcamp.com/album/the-last-white-x-mas