Recensione The Flowers "It's Hard To Say I Love You In Punk Rock" (Virtual Loser Records ed altri, 2009)

Secondo lavoro per i miei Baresi preferiti, dei quali mi ero già occupato l’anno scorso in occasione dell’uscita del loro mini-CD di esordio (“Put Your Brain In Its Fucking Place”). Anche stavolta pochi pezzi, ma buoni, anzi ottimi, per questi paladini del Flower punk nostrano (o dovrei chiamarlo bubblegum punk?). Quello che cambia è il supporto, un bel sette pollice in vinile, che fa’ tanto vintage, come vintage è l’eccellente grafica di copertina. Peccato soltanto che con tre piccole pesti, due delle quali di appena diciassette mesi, in giro per casa, non ho più un giradischi a portata di mano, per cui alla fine ho dovuto chiedere ai Flowers di mandarmi gli mp3….. Comunque, a parte le note di folklore domestico, consiglio caldamente a tutti di accaparrarsi con ogni mezzo questo disco frutto della cooperazione tra varie etichette nazionali ed internazionali, tra le quali cito Virtual Loser, Making Believe, Knowhere e Voodoo Doll. Solo quattro le tracce, due per lato, tutte piene di melodia e sentimento come nella migliore tradizione di questo particolare settore del punk rock. Difficile scegliere un brano, dal momento che sono tutti belli, ma la opening track, “Better Without You”, e la conclusiva “My Best friend”, forse sono un capellino sopra agli altri. Per il resto, punk rock come Dio comanda, che cita di volta in volta mostri sacri come Screeching Weasel, Queers, Lookouts e, decisamente, Mr T Experience, senza scimmiottare nessuno, ma, anzi emergendo dal confronto come qualcosa di molto originale (che sia la voce soave e quasi sussurrata?). Ebbbravi i miei Flowers! Promossi a pieni voti

Tracklist:
1. Better Without You
2. Where's The Love Gone?
3. Turn The Light On
4. My Best Friend

Contatti:
www.myspace.com/theflowerspunk

Recensione Camp Hours “Wise as a Tree” (Vacation House, 2009)

I Camp Hours sono un altro di quei gruppi a cui in questo periodo sta dedicando molta attenzione la Vacation House, etichetta del mio amico Rudy Medea (ex Indigesti) solitamente dedita a sonorità assai più hardcore punk. Nascono nel 2007 come progetto di Carlo Di Buono, autore dei testi e delle musiche, insieme al bassista Francesco Amendola ed al batterista Francesco Filardo. Di loro, il buon Rudy dice (tagliando ed incollando dal sito della sua etichetta): “Intrigantemente interessante il taglio del traguardo nel debut album dei The Camp Hours. Un super brillante e raffinato cristallino incrocio tra Indie rock di matrice americana (Radiohead, Pixies, Pavement), british alternative pop (The Smiths, Verve, Blur ecc.) e influenze Sixties (Pink Floyd e Beatles). Un delizioso full lenght album che si snoda elegantemente su 10 tracce di accattivante e avvolgente melodia e che in quanto a sincerità e passione risulta impeccabile”. La mia versione dei fatti è, però, completamente diversa. Per me è un disco inutile, il peggiore che mi sia mai capitato di recensire, che poco o nulla ha da spartire con le sonorità che mi piacciono. Per me questo è prog rock e come tale, pur se ben suonato, inutile e pretenzioso, proprio il genere di musica elefantiaco e innamorato di se stesso contestato dai primi punk rockers negli anni 70. Sorry Rudy, sai che ti voglio bene e stimo la tua etichetta, ma questo è un passo falso.

I brani

1. A Liquid Sky
2. The Road To London
3. Wise As A Tree
4. Pills For Ordinary Secrets
5. Sunday Meet
6. Someway
7. The Worth
8. Falling Down
9. You’re Singing For Me
10. Ice Bold

Contatti
www.myspace.com/thecamphours
vacationhouse@tin.it

Recensione Presa Diretta “Mediocratia” (Autoproduzione, 2009)


Leggo sul loro Myspace che sono di Rimini, e che si sono formati nell’estate 2000 fuoriuscendo dai Marsh Mallows, band con cui hanno in corso una diatriba sulla paternità di alcuni brani portati al successo dalla loro vecchia formazione. Il riff iniziale di “Calcolato” fa molto “old school” e lascia sperare per il meglio, poi però i Presa Diretta si perdono per strada, volendo spaziare un po’ in troppi generi, dallo ska core all’hardcore old school passando per i Punkreas (“Il Nostro Dio”) ed i Peter Punk con qualche riff metallico di troppo. Già il secondo brano, “Americanicità”, un po’ per il testo, un po’ per il sound, perde colpi. Per il resto, 14 pezzi di classico punk rock Italiano che avrebbe forse fatto figura a metà anni ’90, ma che oggi suona un po’ troppo scontato con i suoi testi di accusa sociale un po’ infantili (valga di esempio quello di “Cospirazione Mondana”). Mi piace molto “Dimensione Complessa” per l’uso che vi si fa della doppia voce, mentre boccio senza rimedio lo ska-core di “Mercato Mediatico”. I fiati si sposano invece bene ad “Havana Anni 50, uno dei brani che preferisco dedicato alla Revolucion, più hardcore melodico che ska-core, una strada che consiglierei comunque ai nostri di seguire con maggiore assiduità.  Tra i brani interessanti cito anche l’hardcore-swing di “Necessità Economica”, con un sapiente uso della tromba che lo rende decisamente diverso dal resto dei 14 pezzi, mentre “Trentalance vs Milingo” avrebbero dovuto ridsparmiarcelo, dato che ha velleità comiche ma fa ridere meno del Bagaglino….. Punti in più per l’appello anti-televisione, citazione da “Quinto Potere”.


Contatti

Recensione Mochines “The Eagle Has Landed” (Nicotine Records, 2009)

Quasi 9000 kilometri separano Tortona, casa di Nicotine Records, da Città del Capo, Sudafrica, casa dei Mochines. Verrebe da domandarsi come i carissimi Tortonesi siano entrati in contatto con questo trio che propone un feroce hard rock old school, ma poi ci si rende conto che la domanda è superflua, e che l’importante è che Nicotine abbia dato alle stampe questo secondo lavoro dei Sudafricani, le cui principali influenze sono quelle di Devil Dogs, Chuck Berry, New Bomb Turks e Sonics Rendezvous Band, e scusate se è poco. Dodici i brani, tutti come dicevo all’insegna del rock duro e puro, roccioso e potente, con devastanti percussioni e riffs che a volte ricordano i Turbonegro. Raccomando “Touch Your Body”, devastante, agli amanti delle sensazioni forti. Sorprendente “Tear Up Your Town”, che oltretutto ha un coro che ti si pianta in testa dopo un millisecondo. Ancora un colpo ben assestato da Nicotine, la label che non sbaglia (quasi) mai un colpo….





Recensione Bad Blood “Worn Out” (Vacation House Records 2009)


I Bad Blood sono tre ragazzi Fiorentini (basso, voce-chitarra, batteria) poco più che ventenni, che però suonano come veterani, il che può essere anche una nota negativa, dal momento che forse questa loro caratteristica va a discapito della spontaneità che ti aspetteresti da dei giovanissimi. Il loro sound sta in mezzo tra il grunge più sporco e l’Hardcore indie con venature metal abbastanza pesanti, che può piacere sia ai fans dei Mudhoney che agli amanti dell’HC old school USA degli anni 80, ed anche a quelli dei QOTSA. Con "Grass" iniziano bene con un riff preso di peso dai Negazione, cosa che gli dà diritto a qualche credito formativo immediato. Poi per la strada perdono un po’ della carica iniziale, e mi pesa un po’ arrivare alla undicesima ed ultima traccia, immancabilmente seguita da una Hidden Track alla Sonic Youth. Ottime la grafica e la cura dei particolari, come sempre quando c’è di mezzo Vacation House, una etichetta che negli ultimi tempi sta cercando di differenziare molto la propria proposta musicale, solitamente più ortodossamente accaci.


Tracklist
1. Grass
2. Mr Fusion
3. Under The Eggs
4. 100% Orange
5. Socks Can't Do It Alone
6. Sound Of Rain
7. Life Flows
8. Acido Lattico
9. Poisoned
10. The Lorian
11. Rotten


Contatti
www.myspace.com/badbloodindie


www.vacationhouserecords.com

Party di presentazione del debut-album dei WETDOGS

BUSINESS A LOW COST COMPANY Label/booking  è orgogliosa di presentare l'uscita del debut-album dei The WetDogs: 'Magenta Avenue 78th'.
I the WetDogs  sono una band giovane come storia, ma formata da elementi impegnati da anni con altre formazioni italiane protagoniste della scena alternativa (Tracciazero, Hyades e Dustineyes).
Il gruppo suona dell'ottimo rock n roll di stampo americano, cantato in inglese e con una grandissima padronanza degli strumenti, il tutto mixato con l'anima più poetica e country di artisti come Johnny Cash ed i Pogues.
Business a low cost company presenta ora il loro primo album: 13 tracce di puro rock n roll dove a farla da padrone troviamo una voce potente e melodica insieme, una sezione ritmica trascinante dove non mancano punte di grande tecnica, liriche personali, intime, ma senza per questo risultare banali o scontate.
'Magenta Avenue 78th' è un debutto forte, ben suonato e registrato ottimamente; impreziosito da collaborazioni esterne e da un artwork che nulla ha da invidiare rispetto a molti lavori europei ed americani.
In definitiva un album ed una band di cui sentiremo parlare ben presto e che già sta riscuotendo apprezzamenti sempre maggiori nelle prime date a supporto dell'uscita.
Per questa prima presentazione la band gioca in casa e ha deciso di proporsi in uno stupendo set acustico dove i pezzi dell'album saranno da assaporare passaggio dopo passaggio, dove la potenza lascerà spazio alla melodia e alla poesia che solo il rock n roll sa regalare!
Come dicono i WetDogs stessi: 'there are only two kind of music: rock and roll!!!' e 'Magenta avenue 78th' è l'album perfetto per chi ama questa musica!


Vi aspettiamo tutti al MilleNote Club di Busto Arsizio!
SABATO 17 OTTOBRE ore 22.00



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