Giorni pessimi, questi. Giorni che ci vedono
costretti in casa a causa di un fottuto virus sconosciuto chissà ancora per
quanto.
Proviamo allora a distrarci con un po’ di
musica.
L’occasione me la danno questi Andead, Milanesi
giunti al quinto disco in studio ed al tredicesimo anno di attività, con una
solida credibilità artistica costruita concerto dopo concerto.
Negli anni hanno infatti condiviso il palco,
tra gli altri, con artisti del calibro di Misfits, Damned, Gogol Bordello,
Gaslight Anthem, Pogues, H2O, Dropkick Murphys, Bad Religion e Social
Distortion, molto probabilmente aiutati in questo dal fatto che il loro leader
è Andrea Rock, quello di Virgin Radio, che probabilmente ha aperto loro molte
porte.
Tutte queste esperienze ne hanno fatto una
band di quelle estremamente radiofoniche, capaci di un songwriting accattivante
e semi mainstream, più rock che punk, ma piacevole.
Apprezzo comunque il fatto che i Lombardi
abbiano deciso di limitarsi a registrare un EP perché forse sulla distanza più
lunga non avrebbero retto dal momento che solo tre brani catturano davvero la
mia attenzione; ma la catturano davvero bene.
Mi riferisco a “Comfortably weak”, in cui si parla di
diritti umani negati e della passività con la quale il mondo occidentale
reagisce a questo tipo di notizie ed “Gratification Breakdown” nel quale
Andrea e c. si tolgono qualche sassolino dalle scarpe e si rivolgono a chi li
ha criticati soprattutto agli esordi.
Ma soprattutto mi riferisco alla conclusiva “The
Company Regime”, il pezzo migliore, che racconta della condizione del
lavoratore precario, che dopo aver dato anima e corpo per anni di colpo perde
il lavoro, “capro espiatorio” di colpe collettive e ingranaggio sacrificabile
del sistema.
(Riki Signorini)
I
brani
1. Old But Gold
2. Lust For The Road
3. Comfortably Weak
4. Downtrodden
5. Gratification Breakdown
6. The Company Regime
I
contatti
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