RECENSIONE KINA “CERCANDO” (CD/LP, 2019, SPITTLE RECORDS, 5/5) CON INTERVISTA A GIANPIERO CAPRA, BASSISTA DEI KINA

Correva l’anno 1986, quello della esplosione nucleare di Chernobyl, quando i Kina dettero alle stampe il loro secondo album in studio, “Cercando” (terzo se consideriamo anche “Irreale Realtà”, ristampa della prima demo, recensito QUA).
Un periodo difficile, una specie di crepuscolo di quella che sarebbe poi stata ricordata come la “golden age” dell’Hardcore Italiano, ma ancora nessuno se ne stava rendendo conto.
In quel contesto la band di Aosta pubblicò un disco già molto diverso da quello che lo precedeva, “Irreale Realtà”, di cui ci siamo già occupati QUA.
Un disco un po’ meno veloce e un po’ più melodico, che Gianpiero Capra, il bassista, ci descrive così: - Cercando” è uscito in un momento particolare. Stava cambiando tutto. Quasi tutti i gruppi che avevano fatto partire la scena italiana insieme a noi non c’erano più, era più facile suonare all’estero che in Italia, i riferimenti degli inizi erano spariti. Abbiamo iniziato a inventare non solo il nostro suono, abbiamo iniziato a pensare che dovevamo essere “altro” ed ecco i pezzi di “Cercando
Ed in effetti questo LP consacrò i Kina come una delle formazioni più originali, creative e (perché no?) innovative della scena europea (e non solo).
Un disco che considero uno dei capolavori dei Kina, che (ri)ascolto volentieri in attesa di vederli finalmente di nuovo dal vivo durante il loro reunion tour.
Diversi pezzi estratti da questo disco sono entrati a fare parte della scaletta della band Aostana, e non a caso.
Sicuramente “Sabbie Mobili”, con quell’inizio inconfondibile ed un testo di quelli che ti toccano, è uno dei brani più belli mai scritti dai Kina.
Ed infatti Gianpiero ci conferma che questo è uno dei pezzi più richiesti durante i loro show: - Sabbie mobili” è sempre stato il pezzo più richiesto. Pensa che ce lo chiedevano i Negazione e CCM in tour nell’85 quando il disco non era stato ancora registrato. È stato il nostro primo pezzo “orecchiabile”. -
Sul disco però c’è anche la sfuriata hardcore di “Cercando”, così come quella strumentale di “R.R. Bar”, e ci sono pure “Automi” e “Nel tunnel”.
E c’è anche “Stanotte visioni di morte”, otto minuti disperati, a proposito dei quali Gianpiero ci dice: - È il nostro pezzo più metal e più lungo di sempre. Dal vivo poi era quasi un pezzo prog. Oggi non lo sapremmo mai rifare...
Una nota finale per la copertina del disco, una foto che ritrae un homeless infuriato. Ancora Gianpiero: - La foto è di Don Mcculloch, uno dei più grandi fotografi del 900. Ha fatto foto pazzesche a situazioni orribili. Ha saputo ritrarre l’orrore, la rabbia e il furore. Molti gruppi della scena hanno avuto sue foto negli artworks. Ci sono alcuni documentari su di lui. Vale la pena vederseli per conoscere una persona eccezionale.
Ok, consiglio recepito. Ed ora corro a girare il vinile per ripartire dal lato A…

(Riki Signorini)

I brani

1.   R.R. Bar
2.   Il confine 
3.   Automi 
4.   Nel Tunnel 
5.   (!?!)
6.   Sabbie mobili
7.   E intanto
8.   Cercando
9.   Stanotte...visioni di morte

I contatti

https://open.spotify.com/album/24DFJtPDqBd4Yz5wffCI5I?si=0VbB6PxpQy-P9Y7bYzBeog

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