Altra recensione originariamente apparsa su Flash n. 41 (Giugno
1992)
Passano gli anni ma gli MDC restano e, tra cambi di
formazione e scioglimenti, ogni tanto tornano con un nuovo vinile per ricordarci
che non tutta la vecchia guardia ha abbandonato. Così ecco giungere il quinto
Lp per queste leggende del punk rock senza compromessi, un disco che ironizza
sulla faccia di culo di tali cops sin dal titolo. Purtroppo, se da una parte la
carica aggressiva dei testi resta estrema, affrontando senza remore temi
importanti come imperialismo Usa pace, anarchia e ambiente, dall'altro lato
la musica non è certo delle più ispirate, e i pezzi si trascinano stancamente senza
grossi sussulti né come potenza né come divertimento, a parte in un paio di
episodi come in cui l'influenza di certi gruppi della Bay Area si fa sentire.
(Riki Signorini)