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Ma
procediamo con ordine.
Otto i brani presentati, tre i componenti della band al
momento dell’incisione del CD, in una
classica impostazione basso (Adriano Leonardi), batteria (Tiziano Carosi) e
chitarra (Enrico Cecchi, degno erede della Strato che negli anni Ottanta suonò
suo padre Antonio sui palchi di mezzo mondo come chitarrista dei Cheetah Chrome
Motherfuckers, gruppo di punta della scena hardcore del tempo). I tre si
alternano alla voce, e questo è forse uno dei limiti del disco, superato nel frattempo
con l’aggiunta di un vocalist in pianta stabile che permette ai tre bravissimi
colleghi di dedicarsi full time ai loro strumenti.
Mi
piace molto la complessità di “Big Brother”, o la granitica “Streets Of P.”, ma
i pezzi che più mi piacciono di questo esordio sulla lunga distanza dei miei
concittadini sono “Inception #3” e soprattutto “Another HC song”, un pezzo che è
una vera e propria istigazione allo stage diving estremo.
Bravi ragazzi,
continuate così!
I brani
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