Recensione Spleen Flipper "Alchimia Del Dolore" (Red Zeppelin, Basura, Dischi Rozzi, Still Screaming, 2008)
Cremonesi, o meglio Cremaschi (nel senso che vengono da Crema….), e con alle spalle una sequela di cambi di line up degni di una soap opera (oggi hanno due chitarre), gli Spleen Flipper giungono dopo dieci anni di onorata carriera al loro secondo album. O meglio, ci giungono dopo otto anni, visto che “Alchimia Del Dolore” è datato fine 2008, ma il CD a me arriva ora, per cui per me gli anni sono dieci. Hardcore old school di stampo Italianissimo, che sfocia nel grindcore e talvolta addirittura nel death metal, velocissimo e brutale, anche troppo brutale, almeno nella voce, per piacermi davvero. Li preferisco quando, come in “Buio Apparente”, pur nella violenza e velocità estrema riescono a dare spazio ad un po’ di melodia, fino a rammentare i Negazione più metallici, oppure quando la voce scorre più fluida e lineare come in “Polvere”. Non dubito che piacerà enormemente agli amanti del genere, perché intensità rabbia e disperazione sono evidenti in ogni nota riff e coro; però, e lo ripeto sino allo sfinimento, quando la voce è troppo brutal non gliela faccio e non li digerisco proprio.
Tracklist
01.Zio
02.Buio apparente
03.Cielo nero
04.L’arco
05.L’urlo
06.Niente da perdere
07.Artigli
08.Senza
09.Solo merda
10.Polvere
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