I BRANI
1. First Question
2. Monday Morning
3. Flying Monkeys Assault Team
4. Time To Forget
CONTATTI
www.myspace.com/dampbox
I BRANI
1. First Question
2. Monday Morning
3. Flying Monkeys Assault Team
4. Time To Forget
CONTATTI
www.myspace.com/dampbox
Confezione di lusso, con miniposter stampato patinato a colori con i testi; più coupon per il download gratuito del disco. E vinile blu.
Gianni Bandini (gianni@ngi.it)
I brani:
1) Composite Character
2) Charles Ewert
3) Marissa Wendolovske
4) Fred Dekker
5) Louis Slotin
6) Eric Hall
7) Sara Hayden
8) Jeni Leigh
9) Bo Diaz
10) Eddie Antar
11) Philip Jose Farmer
CONTATTI
FORGETTERS è una band di NY al suo esordio discografico con questo doppio 7” uscito per un’etichetta sconosciuta di cui non esiste traccia in rete, per cui sono portato a credere che alla fine si tratti di un’autoproduzione bell’e buona. Tesi rafforzata dal fatto che un brano qui presente ha come titolo proprio il nome della label. I nomi tutelari di questa nuova band sono importanti, infatti ci sono ex membri di JAWBREAKER, JETS TO BRAZIL e AGAINT ME! Di cosa parliamo alla fine? Di Jawbreaker principalmente. Di punk melodico, un po’ pop, un po’ indie. Molto scarno, essenziale, poco elaborato. I 4 brani presenti nell’EP sono tutti belli, le melodie indovinate. L’unica rottura di coglioni è sempre star li a girare il disco dopo ogni canzone. Ma del resto la sofferenza eleva lo spirito.
Vinili neri; e coupon per il download dell’EP.
Gianni Bandini (gianni@ngi.it)
I brani:
1) Vampire Lessons
2) Too Small To Fail
3) Not Funny
4) The Night Accellerates
Contatti:
forgetters.blogspot.com
www.midheaven.com
"Possono aver cambiato aspetto e accento ma giuro su Dio che il loro approccio alla musica e' ancora grezzo e forte come uno shot di Vodka." (Malcom McLaren ). Questa citazione, ed altre succose notizie rivelate da Wikileaks in questi giorni, ci aiutano a capire chi sono gli Svetlanas, un gruppo punk attivo già nel 1977, che negli anni 70 lavorava per il KGB (la principale organizzazione di polizia dell'Unione Sovietica). Erano spie, informatori, agenti combattenti a cui avevano affidato il compito di rubare i segreti militari delle nazioni più potenti del mondo. Nel 1977, durante il loro ultimo spettacolo di copertura negli Stati Uniti, un amplificatore difettoso innescò una scarica da 3.000V, e i quattro membri della band, colpiti dalla violenta scossa, caddero in uno stato di coma. Ibernati dal KGB, dei quattro si persero le tracce, fino a quando nel 2008 un tabloid Inglese riuscì a rintracciarli a Milano, dove gli Svetlanas, con i nuovi nomi di Angela, Alex, Diste e Mick hanno riformato la band dedicandosi a tempo pieno a quello che prima era solo una copertura. Dopo un EP (“KGB Sessions”) all’insegna di incisività e potenza dei migliori gruppi punk del 77, oggi tornano con un fulminante ed omonimo LP di esordio, i cui 13 brani ti riconciliano con la vita e con un genere troppo spesso ripetitivo e privo di idee. Il loro è Punk Rock sguaiatissimo e sgangherato in puro 77 style, ispirato a tutto tondo dall’iconografia Sovietica e ricco di ironia allo stato puro. Iniziano alla grande con “Svetlanas National Anthem”, introdotto dall’Inno Sovietico, e proseguono alla grande senza mollare un secondo cantando di Transiberiana, spie ed assassini Sovietici, KGB, ragazze Siberiane, Gagarin e, chiaramente, dell’attività principale dei comunisti, quella di mangiare bambini. Tra l’altro, dopo un tour di 15 date negli states, il disco è stato registrato alla stragrande in USA nei Sonic Iguana Studios di Lafayatte, Indiana, di proprietà di Mass Giorgini degli Squirtgun che ha anche prodotto l'album. Tenete d’occhio l’attività live di questi quattro, e quando capitano dalle vostre parti non lasciateveli sfuggire, non vi deluderanno.
This is Russkij Punk!!!!!
Riki Signorini (ribelliavita@myspace.com)
I Brani
1.Svetlanas nationali anthem
2.Soviet assassin
3.KGB is dead
4.Siberian girl
5.Double agent
6.Step back
7.Go go Gagarin
8.Transiberian
9.I am a spy
10.TV show
11.I hate Yoko
12.Hibernation
13.We eat children
Contatti
Gli Antefatti sono tre giovani Umbri di Terni dei quali avevo già recensito tempo fa l’EP “Summer Session”. Adesso ritornano con un LP tutto intero che inizia subito bene con un pezzo (“È questo il tuo naso?”) abbastanza diverso dal solito, hardcore che si miscela intrigantemente a Rap ed Hip Hop con un testo tutto sommato interessante. Il resto è però assai più scontato, nella media del classico disco di punk rock melodico nostrano, tra Cattive Abitudini, L’Invasione Degli Omini Verdi e Duracel. Dodici in tutto i brani, che comunque si lasciano ascoltare abbastanza bene, pur con testi che lasciano parecchio a desiderare parlando un po’ troppo di ubriacature e serate spensierate. Mi piace parecchio “Prendimi” che in qualche modo mi ricorda i primi Descendents, e la bonus track (forse, ma non ci scommetterei, “Magazzino dell’usato”) che inizia in modo un po’ Brit Pop (o beat anni 60) e prosegue a tutto fuoco. Altrove, come in “Capita Che”, sono più tirati e tosti, quasi hardcore. Insomma, un disco che lascia i Ternani a metà del guado tra la maturità e l’eterno rifarsi a modelli classici e stereotipati.
I BRANI
CONTATTI
Grazie a Gianni, una recensione di un gruppo che mi piace molto....
I Devils Brigade sono all’esordio su LP, ma in passato hanno già pubblicato 2 EP: “Stalingrad” del 2003 e”Vampire Girl” del 2005 su RANCID records.
C’è poco da svelare su questa band perché si sa già tutto e cioè che è in pratica un progetto parallelo dei RANCID, a cui si è aggiunto il batterista DJ BONEBRAKE degli X (sì, proprio quelli storici) per questo LP.
Musicalmente si propongono come band psychobilly, sull’onda di Nekromantix e simili per intenderci, ed il risultato è in parte raggiunto senonché il DNA Rancid si fa sentire eccome, infatti le tracce hanno una forte connotazione punk melodica; ed anche un po’ plastica come del resto sono i RANCID stessi. Si alternano brani molto ritmati ad altri più cadenzati; e in ogni caso ti entrano subito in circolo.
Se si vogliono sentire i D. BRIGADE in versione più “sanguigna”, più realmente psychobilly allora rimando al bell’EP d’esordio “Stalingrad”, in cui i canoni del genere sono molto più rispettati. Invece qui siamo in presenza di un punk-a-billy più addomesticato, ma sempre godevole.
Nell’album non è inserito nessuno dei due brani di quell’EP d’esordio; mentre è presente una riproposizione di “Vampire Girl” presente nel secondo EP.
L’album contiene come bonus la versione CD (di tutto l’album). Busta interna stampata con testi ed immagini. Vinile nero.
Da comprare se vi piacciono i RANCID, appunto.
Gianni Bandini (gianni@ngi.it)
I BRANI:
1) I’m Moving Through
2) My Own Man Now
3) Shakedown
4) Bridge Of Gold
5) Darlene
6) Ride Harley
7) Who’s Gonna Save You Now
8) Desperate Times
9) Vampire Girls
10) Gentleman Of The Road
11)Protest Song
12)Half Way To Hell
CONTATTI
http://www.myspace.com/devilsbrigadeofficial
I BRANI
1. Getcha Hellyeah!
2. Proud Smoker
3. Too Sexy for my Pants
4. The Dirty Son of Joe Cocker
5. Lost & Shaken
6. Dead Soul Cowboy
7. Nail ’em Up
8. Chicken Dance
9. Don’t Steal my Boots
10. 4 Bastards 4 a Roll
11. Rockabeast
CONTATTI:
http://www.myspace.com/nicotinerecords
http://www.myspace.com/kaniband
Questa volta parliamo di un’altra band controversa che attraversò la scena HC degli anni 90. Gli STRONGARM furono gli esponenti principali di quella corrente di hc cristiano (sì, intendo proprio la religione) che tanta polemica creò in quei giorni. Del resto nella prima metà degli anni 90, tra seguaci Hare Krishna e questi cattolici le basi storicamente “laiche”, quando non apertamente antireligiose che dagli esordi avevano caratterizzato l’aspetto sociale del movimento hardcore vennero brutalmente rimesse in discussione. E ovviamente chi visse il movimento hc di quei giorni non può certo dimenticare le feroci diaspore che scoppiarono tra i pro-life ed i pro-choice, in ambito ovviamente di aborto. Questa corrente filo cristiana, molto radicale ed estremista, trovò la propria sponda nell’etichetta TOOTH & NAIL di Seattle; ed in bands come EARTH CRISIS (questi su VICTORY; non sono sicuro del filo cattolicesimo di questi però ma solo dell’antiabortismo), STRONGARM, UNDEROATH e ZAO.
Gli STRONGARM in particolare furono i portabandiera indiscussi dell’etichetta di Seattle. Venivano dalla Florida e nella loro breve vita pubblicarono solo 2 LP e una manciata di EP.
La ristampa che recensisco qui è il loro primo LP, che uscì appunto per Tooth & Nail nel 1995 solo in CD. E qui per la primissima volta viene finalmente riproposto in vinile molto limitato, leggo infatti nel sito che ne sono state stampate sole 500 copie; di cui 400 in vinile verde e 100 in vinile nero.
All’epoca dal CD vennero estratti 2 EP, questi fortunatamente in vinile, ovvero “Division” e “Trials”; ognuno dei quali conteneva estratti dall’LP ed inediti (qui NON riproposti).
Musicalmente proponevano un hardcore/metal potente ma connotato da bellissime linee melodiche; i cui ideali successori (musicalmente parlando, NON ideologicamente) sono stati secondo me i bravissimi MODERN LIFE IS WAR. I testi (qui presenti nel classico formato del lyric sheet) invece erano a dir poco imbarazzanti nelle loro prese di posizione filo religiose.
Un album importantissimo, sia per ragioni musicali che “sociali”, seguito a distanza di 2 anni dal secondo ed ultimo LP “The Advent Of A Miracle” uscito su SOLID STATE (una sussidiaria di Tooth & Nail); questa volta anche in vinile. E parimenti bello.
Gianni Bandini (gianni@ngi.it)
I brani:
1) Division
2) Trials
3) Take This Hand
4) Stand Together
5) Count The Cost
6) Gates Of Atonement
7) Innocence Lost
8) Forgiven
9) Remaining
10) Strengthened In Faith
Contatti:
In questi giorni mi trovo a recensire con mio grande piacere due ristampe extra-lusso: INTEGRITY e STRONGARM.
Questa è tra le due quella secondo me più importante.
Gli INTEGRITY pubblicarono questo loro primo album, che seguiva il loro primo 7” uscito su Victory, nel 1992 per la OVERKILL di Seattle.
Il disco uscì solo in CD con due cover diverse: quella originale che riproduceva un quadro del pittore Francis Bacon pare procurò alla band problemi di diritti, e quindi nella seconda stampa la sostituirono con un altro pezzo da novanta, ossia “La Tentazione Di S. Antonio” di Bosch.
Questo LP causò uno scossone notevole all’interno della scena HC dell’epoca, in quanto la formula hardcore/metal che già da un po’ di anni si andava propagando trovò in questo lavoro il suo punto di maturità e, direi, di perfezione. A mio giudizio il capolavoro definitivo in questo genere che, insieme ad altri capitoli fondamentali ad opera di bands come UNBROKEN, STRONGARM ed EARTH CRISIS, ha gettato le linee guida di un’ importantissima fetta dell’hardcore che partendo di li è andata sempre crescendo fino ad arrivare ai giorni nostri, dove decine di bands continuano a proporla e rielaborarla.
L’lp riascoltato ai giorni nostri non perde una virgola della carica e dell’esplosività iniziale, come del resto fanno i classici immortali tra i quali questo disco merita di stare a pieno titolo. Una sequenza lavica di brani granitici, feroci, ignoranti e bellissimi, partendo dall’ anthemica “Micha”, una delle aperture più memorabili dell’intera epopea hc con l’urlo primordiale di Dwid seguito da un giro di basso scarno e incisivo, fino all’apice conclusivo di “March Of The Damned” in cui la personalità disallineata e un po’ turbata di Dwid esplode nel massimo della sua potenzialità!
Ma insieme a Dwid le anime portanti del progetto INTEGRITY erano i due gemelli Melnick, la cui dipartita in futuro segnerà infatti il declino creativo della band.
Dopo le prime tirature solo in CD, l’album venne per la prima volta stampato nel 1995 anche in vinile dalla TOYBOX, una piccola etichetta specializzata in cose più pop e melodiche. Strana operazione fu quella: il disco fu remixato, stampato in 4000 copie numerate con un artwork completamente stravolto che all’epoca, ed anche oggi, mi fece strabuzzare gli occhi. Sembrava infatti una roba emo fatta uscire da Ebullition, con questo cartonato grezzo apribile tipo busta, con un booklet interno come andava in quegli anni tra i “gridatori piagnoni” emo. Ma come chicca conteneva un brano non uscito sulla stampa originale del CD, ovvero la stupenda “Eighteen”.
Ora la ristampa della Deranged rende giustizia definitiva a questo masterpiece. Il disco esce con copertina apribile, dove di fronte abbiamo l’artwork originale di Bacon, mentre all’interno la riedizione di Bosch. Non ci sono brani extra rispetto all’originale; i testi sono stampati all’interno il tutto viene fornito con il coupon per il download gratuito dell’intero album. Unica nota stonata il rosso pallido del vinile…ma non potevano farlo nero???
Gianni Bandini (gianni@ngi.it)
I brani:
1) Den Of Iniquity
2) Micha: Those Who Fear Tomorrow
3) Diehard
4) Lundgren/Crucifixion
5) Judgment Day
6) Descent Into…
7) Darkness
8) Tempest
9) In Contrast Of Sin
10) Dawn Of A New Apocalypse
11)Wings Tear
12)Harder They Fall
13)Candra Nama Vijayasya Stri Pums Calayasti
14)Apollyons Whisper
15)March Of The Damned
Contatti:
AC4 è una band svedese nata da membri dei celebratissimi REFUSED.
Il vocalist Dennis Lyxzén ha da un po’ messo su un’etichetta discografica, la Ny Våg Records, con cui ha fatto uscire, tra gli altri, l’LP d’esordio della sua band nei termini di 1000 copie per il vinile, e 1500 copie del CD. Tutte andate sold out in breve tempo.
Fortunatamente ci ha pensato la statunitense Deranged, a quasi 2 anni dall’uscita iniziale, a dare più respiro a questo valido prodotto.
Musicalmente rispetto ai Refused da cui provengono le coordinate si spostano decisamente più all’hardcore-trash anni 80 di bands come KORO e WHITE TRASH (cercare sui blog), ma filtrato con quel tocco di unicità che appunto i Refused davano a tutte le loro produzioni. Se devo fare un termine di paragone, citerei i danesi YOUNG WASTENER come loro band più vicina; anche se questi ultimi sono in verità una band degli anni 2000 (validissima band tra l’altro).
La velocità è la caratteristica cardine dei loro brani, con belle melodie e una personalità ben definita.
Suonano già da tempo, e bene, e questo si sente bene nei solchi di questa produzione.
Non indispensabile, ma gradevole.
Vinile nero, e classicissimo (e sempre apprezzatissimo) lyric sheet.
Gianni Bandini (gianni@ngi.it)
I brani:
1) Detonate
2) Where Are The Kids
3) I Wanna Go
4) The Same Fight
5) Assassination
6) Fuck The Pigs
7) I Can Do It
8) Wont Bow Down
9) It Catches Up
10) My Condition
11)Pig Lose
12)It’s Over In A Second
13)Let’s Go To War
14)Coptown
15)This Is It
Contatti
Questo è l’anno d’oro delle bands di punk rock melodico (quello mainstream). Dopo Gaslight Anthems e Devils Brigade, pure i Street Dogs se ne escono con un album di ottimo livello! Si vede che quando tira l’aria…Anche questi di calcio sulle ossa se ne sono fatto in abbondanza prima di giungere a questo che può tranquillamente essere definito come l’LP della maturità: andando ancora più a ritroso dei soli lavori della band, troviamo nientemeno che i DROPKICK MURPHYS (che però io non ho mai apprezzato) nelle radici dei Nostri. Almeno uno (forse due?) dei membri fondatori di quella famosissima band ha dato vita a questo progetto che in linea di massima riprende gli stilemi dei D. Murphys ma con l’accento più marcato sul punk rock e meno sull’influenze celtiche. Per fortuna. Certo i “celticismi” non mancano, ma sono ben dosati e spesso abbastanza nascosti. Poi c’è melodia, brani veloci alternati ad altri più slow. Una produzione superprofessionale che mi fa tanto Rancid. E immancabili cori. Il solito copione, ma ben eseguito!L’lp ha la busta interna stampata con testi e foto, e come bonus il CD ufficiale del disco.
Gianni Bandini (gianni@ngi.it)
I brani:
1) Formation
2) Rattle And Roll
3) Up The Union
4) Punk Rock And Roll
5) The Shape Of Other Men
6) Yesterday
7) Too Much Information
8) Bobby Powers
9) In Stereo
10) Hang ‘Em High
11) Ghosts
12) Harpo
13) 10 Wood Rd.
14) Portland
15) Freedom
16) Oh Father
17) Fighter
18) Poor, Poor Jimmy
Contatti
È inutile che mi spertichi nuovamente in giudizi di merito sulle bands dell’epoca storica che improvvisamente risorgono come la fenice dalle ceneri, spesso legittimate solo dal fatto di essere state presenti in un certo periodo. Molte sono patetiche, altre passabili e qualcuna fenomenale. Gli A.O.F. sono fenomenali. Il loro leader, Vic Bondi, ha attraversato imperterrito tutti i decenni che lo hanno separato dall’esordio con questa medesima band (parliamo del 1982) fino ai giorni nostri. Non si è mai fermato e, quel più importante, ha sempre tenuto in ogni suo progetto un livello qualitativo molto alto. In particolar modo coi sottovalutatissimi JONES VERY, che invito caldamente a riscoprire! Del resto Bondi è sempre stato uno degli interpreti più illuminati ed intelligenti dell’intera epopea hc, un personaggio di grandi risorse.
Questo ritorno, dunque? Cinque brani di Articles Of Faith, esattamente come li facevano 30 anni fa. Ma la classe non è acqua, e qui di classe ce n’è da vendere! Le strutture dei brani ricalcano fedelmente gli archetipi che hanno reso giustamente popolare (ma non popolarissima) la band nel corso degli anni; ma bisogna tenere conto che quegli “archetipi” erano e sono composti da brani mai banali, energici, melodici, con bei cambi di tempo e testi sempre politicamente impegnati. Fortunatamente ascoltando il disco non si avvertono quelle sensazioni di grinta “sforzata” che spesso gli zombie risorti si impongono cercando di emulare inutilmente una freschezza da tempo estinta e sepolta. Qui il disco corre via naturale e suona “nuovo” a tutti gli effetti!
A questo punto ascoltateli, è doveroso… non fate un favore a loro, ma a voi stessi!
L’LP include la busta interna stampata con testi e note, e il coupon per il download gratuito del disco.
Gianni Bandini (gianni@ngi.it)
I brani:
1) With A Vengeance
2) Coming Off The Rails
3) New Normal Catastrophe
4) Hammer Song
5) Brother John
Contatti:
http://www.alternativetentacles.com
http://www.aofcomplete.com
Uno dei pochi vantaggi del CD rispetto al vinile è la possibilità di saltare velocemente da un pezzo al seguente utilizzando il tasto “skip”. Bene, ascoltando “Sino al Sole”, più di una volta il tasto in questione mi è tornato utile, perché sono veramente pochi i pezzi che sono riuscito ad ascoltare senza annoiarmi. Che dire? Punk rock classico e diretto, oserei dire trito e ritrito, cantato in Italiano con una voce che non mi convince, che a volte si tira dietro la chitarra facendola stonare. Dieci pezzi, normalmente mid tempo, senza la brillantezza e la spigliatezza che non dovrebbero mancare suonando ‘sta musica. Mi piacciono un po’ di più quando come in “Devi Brillare” o in “Verità” pigiano un po’ di più sull’acceleratore. Non manca (e come potrebbe essere altrimenti) un pezzo ska (-core) (“Ballo Sballo”), che se magari è musicalmente sopra la media, non brilla certo per il testo. e senza fronzoli, con testi banali e semplici. Mi dispiace dare addosso ad un gruppo di giovanissimi come questi sardi, perché ricordo benissimo cosa si prova quando ci si sbatte e poi ci si trova ad attendere il parere altrui sulle proprie fatiche. D’altra parte è inutile nascondersi dietro un dito. Se un gruppo non c’è, o corre ai ripari (ed a questo devono servire le critiche), o lascia perdere. O magari spera che la critica negativa sia dovuta ad una cattiva registrazione perché sanno di spaccare dal vivo. Io spero che una recensione negativa come questa li sproni a migliorarsi, ma devo dire che, ascoltando la conclusiva “Apri Gli Occhi”, registrata dal vivo, lascia sperare poco... Una cosa però voglio salvarla, “Tra Paesi e Città”, e soprattutto il “la la la” iniziale. Giovanotti, se c’è una strada su cui dovete provare a insistere, è questa…
I Brani
1. Ombra Perenne
2. Inarrestabile
3. Lontano Dalla Tua Realtà
4. Devi Brillare!
5. Estate
6. Ballo Sballo
7. Verità
8. Sino Al Sole
9. Tra Paesi E Città
10. Apri Gli Occhi (live bonus track)
CONTATTI
Non ho notizie da tempo dei MENTAL, il che mi fa supporre che non esistano più. Peccato. Insieme ai GO IT ALONE erano la mia band favorita del genere straight edge youth crew. Questo ultimo disco altro non è che la ristampa su vinile del loro secondo demo. Quasi tutti i brani qui presenti hanno poi trovato l’ufficialità nel loro primo EP “And You Know This” del 2002. Con questa ristampa salgono a quattro gli EP che la band ha fatto uscire, oltre ad un unico LP che secondo me è qualitativamente inferiore agli EP. Ma gli EP sarebbero da avere tutti! Hardcore come facevano una volta (nell’88 intendo), ma abbastanza personali. Bel dischetto. Non è presente tracklist dei brani, né tantomeno note o qualsigenere di inserto (almeno nella mia copia). Per conoscere i brani sono dovuto andare a scrutare sullo store della Revelation!
Gianni Bandini
I BRANI
CONTATTI