Arrivo al Freakout intorno alle 21.30, quando Olga mi ha
detto che avrebbero iniziato a suonare gli Svetlanas, ed il locale è
desolatamente vuoto.
Le poche persone presenti attendono in disparte sbirciando
il proprio smartphone, e sono assalito dalla sensazione di imminente serata-disastro.
Poi però Olga e c. salgono on stage, e chissà da dove
cominciano a radunarsi sotto il palco un bel numero di persone, catalizzate
dalla presenza scenica degli Svetlanas che, capitanati da Olga, dimostrano di
saper davvero tenere benissimo la scena, tanto da sembrare una band USA.
Ed è bello vedere come Nick Olivier, ex bassista di Kyuss e
Queens of the Stone Age, aiuta i suoi compari Milanesi; quando al secondo brano
si rompe il microfono di Olga è lui che prende quello del chitarrista e
supporta la front woman con la sua incredibile voce, e poi sale sul palco in
più di una occasione per cantare con lei.
Anche se Olga ce la mette tutta il pogo non parte, ma il
pubblico apprezza molto la performance della band, e partecipa comunque molto
nei momenti topici, tipo “Tell Me Why”,
“This Is Moskow Not LA” e “Vodka’n’Roll”.
Poco più di mezz’ora (ma che mezz’ora!) e dopo un breve
break sale sul palco Nick Oliveri con i suoi Death Electric. Come direbbero gli
Americani, “not my cup of coffee”, ed infatti mi defilo per fare due chiacchere
con gli amici fuori, nonostante pioggia e freddo pungente. Del set segnalo
sicuramente la gran cover di “Endless
Vacation” dei Ramones, e soprattutto la voce DEVASTANTE di Nick che non si
sa da dove riesca a tirare fuori la forza per cantare così per tre concerti
consecutivi (dopo Svetlanas e Death Electric canterà anche coi Dwarves), ma
spesso l’efetto Kyuss è troppo marcato per i miei gusti e non riesco a
scaldarmi.
Pochi minuti di pausa e Nick veste i panni di Rex Everything
e torna coi Dwarves.
Li avevo visti suonare nel 92 a San Francisco, e ricordavo
uno show devastante. Visto che da allora è passato un quarto di secolo, avrei
dato per scontato un naturale rilassamento, e se non fosse stato per Olga
Svetlana, che in una intervista su Ribelli A Vita di qualche tempo fa (la
trovate
qua) mi aveva detto che il
loro live set continua ad essere fenomenale, forse non mi sarei fermato ad
aspettarli e avrei ripreso la strada di casa.
Ed invece, proprio come previsto da Olga, i Dwarves
continuano a spaccare, come si addice alla band più politicamente scorretta di
oltreoceano. Un gran numero di pezzi punk’n’roll sciorinati ad alta velocità
(ma il cantante Blag Dahlia sembra non accorgersene neppure, tanto riesce a
cantare con calma
in quel marasma, ottimamente coadiuvato da Nick che presta le
corde vocali anche qua), e pochissime soste tra un pezzo e l’altro. Difficile
scegliere i momenti migliori del concerto, anche se senza dubbio con “Let’s fuck”, “Forget Me Not” e “Astro Boy”
sono tra questi.
Insomma, una gran bella serata e tre gran bands.
(Riki Signorini)
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