RECENSIONE FOUR BY ART “INNER SOUNDS” (CD, 2017, AREA PIRATA/ART RECORDS, 4/5)

I Four By Art sono una delle primissime Mod bands Italiane, in giro da una vita (gli esordi risalgono all’84), eppure al loro attivo hanno appena due LP ed un EP d’esordio, "My mind in four sights", che è considerato un caposaldo del genere.

Oggi, grazie alla collaborazione con Artrecords e Area Pirata Records, tornano finalmente ad incidere un album, con una formazione assai rimaneggiata (degli esordi resta il solo bassista Filippo Boniello), anche a causa della tragica scomparsa di due membri originari, Demetrio e Elvis (a cui il nuovo album è dedicato).
Tredici le tracce incise tra il 2014 e il 2017 al Swanlake studio, che spaziano tra garage, neo-psichedelia, sixties e R'n'B, il tutto condito da una grinta che rende il disco molto divertente e piacevole da ascoltare.
Un solo brano in Italiano, ma si tratta di una splendida cover di “Allora Mi Ricordo” dei New Trolls che è per me il pezzo migliore del lotto, insieme ad “Home” e soprattutto a “I Ask You”.

Molto bella la confezione (digipack a 3 ante), colorata e psichedelica, opera dell’artista messicana Grace.

Notarella finale: tutto il materiale dei Four By Art è stato ristampato qualche anno fa da Area Pirata nel doppio cd “The Early Years” che racchiude anche il singolo e delle tracce dal vivo, e può essere acquistato QUA.
(Riki Signorini)

I brani

1.      Alive
2.      I Ask You
3.      I'm Burning
4.      Allora Mi Ricordo
5.      At Your Door
6.      I Sadly Understand
7.      Home
8.      Living For Today
9.      Sorry
10.  The Loop
11.  Take Your Time
12.  Sea Side Superstar
13.  Say Something

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RECENSIONE SVETLANAS “THIS IS MOSCOW NOT LA” (CD, 2017, RAD GIRLFRIEND RECORDS, 5/5)

Svetlanas? Di nuovo? Ebbene si, eccomi di nuovo a parlare di Olga e dei suoi compagni del KGB.
Di questa band composta da pericolosissimi esuli Russi rifugiati a Milano mi sono infatti già occupato svariate volte su Ribelli a Vita (col tasto search qua in alto a sinistra potete trovare tutte le volte che abbiamo parlato di Svetlanas con recensioni e interviste…), ed assieme al grande Heintz abbiamo intervistato due volte la frontman Olga su Garage Radio, una prima volta mentre erano in Tour negli USA (la potete trovare QUA) e poi per la puntata conclusiva della scorsa stagione di FERA (questa invece la trovate QUA)
Tutto ciò per dire che quando parlo di Svetlanas a mio parere parlo di uno dei migliori gruppi in circolazione nel mondo del punk rock, e non solo in Italia, anzi…
“This is Moscow not LA” è il loro nuovo LP, che parafrasa la celeberrima compilation Bostoniana del 1982 (chi non la conosce la ascolti QUA in tutto il suo splendore), e che vede aggiungersi al gruppo anche Nick Oliveri (QOTSA e Dwarves tra gli altri), un altro cattivissimo che con Olga e C. ha già suonato molto, almeno negli States….
Si, perché gli Svetlanas inspiegabilmente continuano a non attecchire in Italia, mentre Oltreoceano fanno davvero sfracelli (a giorni un nuovo lunghissimo tour), e questo resta per me un mistero inspiegabile.
Dunque l’ascolto di questo nuovo disco, il quarto in totale ma il primo dopo “Naked Horse Rider” del 2015, potrebbe aiutarvi a colmare una lacuna non trascurabile.
Dieci i pezzi presentati, tutti tiratissimi e punk rock as fuck, nei quali Olga canta sempre più carica e rabbiosa, con un accento che la fa sembrare sempre più una vera Sovietica.
Pezzi che, come sempre, oscillano tra Dwarves, Petrol Girls, GG Allin e

Motorhead.
Si inizia fortissimo con “Putin On Da Hitz” (“Dasvidania Human Rights!!”), e si prosegue senza soluzione di continuità, e soprattutto senza rallentare un attimo fino alla conclusiva “People Suck”, passando per  le anthemiche “Tell Me Why” e soprattutto “Let’s Get Drunk”, senza dimenticare “Put Your Middle Fingers Up” e “Where Is My Borscht”. Chiaramente segnalo anche la presenza di una cover dei Motorhead, “Speed Freak”, cantata dal buon Nick che offre un tributo al padrino della devastazione e degli eccessi, quel Lemmy a cui Olga e c. devono sicuramente molto.
E adesso spero di avere finalmente l’opportunità di vederli dal vivo, magari in Italia….
 (Riki Signorini)

I brani

1.       Putin On Da Hitz
2.       Lose Control
3.       Tell Me Why
4.       Let's Get Drunk
5.       Vodka N' Roll
6.       Negative Approach
7.       Speed Freak
8.       Put Your Middle Fingers Up
9.       Where Is My Borscht
10.    People Suck

I contatti




Dai Miei Polverosi Archivi: recensione RFC (anarchia sentimentale, 2/5, Kimera Records) e REMORSE (A Clown Smile, 3/5, Sanarecords)

Correva il 2004, ed I buon vecchio Riki (a quell tempo un po’ meno vecchio) recensiva due bands Italiche su Punkster…
Ecco a voi RFC e Remorse, esattamente come da recensione su Punkster numero 2

Gli RFC provengono da Caserta, sono giovanissimi, e, già dal nome scelto per il loro website (www.rfcskapunk.it) ci fanno capire che le loro preferenze musicali vanno dai Less Than Jake ai Persiana Jones, passando, aggiungo io, per Derozer e Pornoriviste. Niente di nuovo sotto il sole, dunque, ed anzi un dischetto decisamente vietato ai maggiori di 16 anni, pena il rigetto verso liriche decisamente adolescenziali e dalla metrica incerta, nonché una musica molto acerba con fiati non all’altezza. Peccato, perché “Una Mamma Punk” non sarebbe stato male, ma un pezzo su 13 mi sembra un po’ pochino….

Tutta altra aria (musicale) si respira invece nel nuovo CD dei Remorse, che segue di poco la ristampa del loro precedente “Balance Of Visions”. Purtroppo però stavolta i nostri non compiono il salto qualitativo-evolutivo che sarebbe stato lecito attendere, ed anzi fanno un passo indietro, pagando pegno ad una produzione non all’altezza. Brani molto tirati e sull’onda metal-core crossovereggiante, non particolarmente brillanti se si escludono la cover di “Got Time” degli Anthrax, che propongono in stile molto pesante (avete presente i Poison Idea?), e la conclusiva “Aisipain” che, cantata almeno in parte in Spagnolo, mi fa’ pensare che probabilmente i nostri renderebbero di più in Italiano.


(Riki Signorini)