Oggi quel locale nonostante gli sforzi fatti non esiste più, e sono passati altri sette anni.
Però mi dispiaceva che questa testimonianza non fosse mai stata pubblicata dalle riviste per cui scrivevo al tempo, ed allora voglio levarmi lo sfizio di pubblicarla oggi, indipendentemente dalle logiche commerciali delle riviste.
RAW POWER!!!!!!!
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Il 13 Agosto
siamo partiti da Bologna alle 6.45, destinazione finale New York con tappa a
Bruxelles. Una volta arrivati, dopo aver passato abbastanza facilmente la
dogana che dopo l’11 Settembre è diventata quasi impossibile, riusciamo ad
uscire dal JFk per trovarci sotto un sole e un caldo insopportabile. Non ci
resta che fermare un taxi e saltare su, destinazione Hotel 31 sulla
trentunesima strada. Se all’aeroporto l’afa era da paura qui in midtown è
insopportabile, perciò non ci resta che fiondarci in hotel e beccarci la nostra
prima razione di aria condizionata a palla. Qui chiaramente è il contrario
dell’esterno: temperatura polare.
Il CBGB ha prenotato 3 camere, 2 doppie e una
singola; chiaramente il più vecchio (io) si prende la singola. Pochi minuti per
rinfrescarsi e si parte alla scoperta del vicinato, spedizione che si ferma a
poche centinaia di metri, nel primo pub (o tavern) che incontriamo. Come sempre
una birra tira l’altra e usciamo dal locale tre ore più tardi. A questo punto
per smaltire quello che è l’inizio di una bella sbornia non ci resta che
continuare la nostra esplorazione, ma evidentemente oggi non è giornata e dopo
poche centinaia di metri la tentazione di farci un'altra birra è troppa. Verso le
otto riusciamo ad arrivare al CBGB dove questa sera si esibiscono alcuni gruppi
del VANS Warped tour. Dopo aver salutato un po’ di vecchi amici c’è giusto il
tempo di fermarci al CBGB Gallery per un paio di birre ed iniziare la camminata
di rientro, non prima però di esserci fermati per un fetta di buonissima pizza
Newyorkese. Raggiungiamo il 31 a pezzi e come dei bravi bambini ci fiondiamo a
letto presto. La mattina della domenica dopo una colazione a base di uova,
pancetta, prosciutto, pankcakes e porcherie varie, il tutto innaffiato da una
broda nera che qui chiamano coffee, entriamo in metropolitana, destinazione
Coney Island. Visita al parco divertimenti, che ha visto tempi migliori (almeno
30 anni fa), camminata lungo la passeggiata interminabile del lungo mare, e poi
inizia nel quartiere russo la ricerca di un posto dove bagnarci la gola, cosa
che dopo mezz’ora di ricerca sembra impossibile. Finalmente riusciamo a trovare
un ristorante dal nome francese, Paris, ma che di francese non ha niente a partire
dal personale che parla solo russo. A fatica riusciamo a fargli capire cosa
vogliamo e dopo una attesa lunghissima si presenta uno dei mattacchioni dei
camerieri con una borsa di birre di vari tipi comperate al liquor store un
isolato più indietro. Inutile dire che la birra ci costa come Champagne. Ormai
si sono fatte le due e non ci resta che tornare a Manhattan, riprendiamo il
treno e dopo 40 minuti scendiamo a Chinatown per un po’ di shopping e
cazzeggiare un po’. La sera ci presentiamo al CBGB con l’intento di vedere i
grandi Gorilla Biscuits ma ci viene detto che non si sa per quale motivo il
concerto della sera non ci sarà, l’unica loro performance è stata quella del
pomeriggio, porca….. cosa dobbiamo fare a questo punto?? Entriamo nel bar e anneghiamo
i dispiaceri, un paio d’ore più tardi il Ronko ed io, la vecchia guardia, ci
dirigiamo verso l’albergo mentre i giovani rimangono fuori a tentare la
fortuna. Sono le 11 di lunedì quando Lupus e Fabio riescono ad alzarsi dal
letto con un leggero mal di testa. Questa mattina la destinazione è l’Empire
State Building, 2 o 3 blocchi di distanza da noi,. Finalmente dopo una fila di
un’ora riusciamo a salire sul primo ascensore che ci porta all’80esimo piano, e
un secondo ascensore ci accompagna per gli ultimi 6 piani. Come sempre la vista
dall’alto è mozzafiato; peccato che la cappa grigia che copre New York non ci
permetta di vedere lontano, ma lo spettacolo è pur sempre unico. Cominciamo ad
avere fame e sete, scendiamo questa volta velocissimi ed entriamo da Foley’s,
un famoso pub irlandese, dove presto facciamo amicizia con June, la simpatica
barista che ci racconta di avere origini irlandesi e che due ore dopo, dopo
averci spennato per bene ci promette che questa sera verrà a vederci. Rientro
in albergo per una pennichella veloce ed è tempo di andare al CBGB, finalmente
si suona!. Prima sorpresa appena arrivati è che mentre facciamo il check un
tipo dal volto famigliare mi si avvicina, e dopo esserci scambiati complimenti
a vicenda riesco finalmente a capire che è Phil Anselmo (Pantera), che è qui
per suonare la chitarra con i suoi amici Eye hate God. Più tardi nel back stage
dove scopro che lui è di discendenza italiana mi dice che questa è la sua prima
uscita in 8 mesi, parliamo di musica, politica un po’ di tutto, si fanno le
solite foto, insomma un ragazzo davvero simpatico e per niente la rock star che
magari uno si immagina. Un tipo che non ti fa pesare i dischi d’ora e platino
che ha in soggiorno, solo uno che questa sera è qui come tutti gli altri per
suonare e divertirsi. Il concerto inizia con un gruppo a sorpresa di cui non
conosco il nome. Poi vanno sul palco gli Uppercut, non male ma niente di
esaltante. Finalmente dopo di loro è la volta degli EHG, e qui la musica
cambia; pezzi pesanti con una chiara influenza alla Pantera, momenti veloci che
si alternano a pezzi lenti, si capisce subito che Phil non è un chitarrista
provetto ma lui per primo e poi il pubblico e tutti noi sembra fregarsene, si
vede chiaramente che lui si sta divertendo e la gente si diverte al solo
vederlo lì ancora tra di loro, è un momento molto bello e speciale.
Sono le 11 quando finalmente tocca a noi. I ragazzi presenti si accalcano davanti al palco e quando iniziamo con “Power” scoppia il finimondo, succede di tutto davanti al palco. Qui lo stage diving è proibito ma alcuni temerari decidono di sfidare i bouncers del locale e si buttano, una figata! I pezzi passano uno dopo l’altro velocissimi, Fabio il nuovo batterista sta andando da Dio, non sbaglia un colpo, Lupus con la Les Paul e Ronko con un bellissimo Fender Precision (tutti gli strumenti sono stati noleggiati per la serata) continuano a macinare senza sosta, 40 minuti passano in un secondo e siamo già a bis, “Mine to kill”, “Factory”, “Fuck Authority”, ma è quando inizia il primo accordo di “State Oppression” che tutti i presenti, anche quelli che un minuto prima sembravano sfiniti, iniziano a saltare e pogare, c’è persino chi urla il nome Giuseppe, il capo o The Chief come dicono qui, vorremmo non finisse mai, ma purtroppo due minuti passano velocissimi, così veloci che decidiamo di fare ancora tre pezzi, da paura. 60 minuti, non di più, ma ci guardiamo tutti con un sorriso stampato in faccia come se fossimo dei bambini piccoli, valeva la pena farsi questa tirata per un solo concerto, tornare qui dopo quasi 10 anni.
Peccato non
esserci tutti, ma sicuramente chi non è qui con noi ci ha guardati e suonato
anche lui con noi. E’ ormai l’una quando usciamo dal CBGB, prendiamo un taxi e
andiamo ad una festa a Brooklyn, sono quasi le 5 quando rientriamo in albergo,
ormai è quasi ora do tornare a casa. Il martedì è una giornata triste, si torna
a casa. Ci alziamo verso mezzogiorno, alcuni di noi vanno a vedere Ground Zero
altri rimangono in zona, poi alle 3 il taxi viene e ci riporta all’aeroporto,
L’aereo della American Airline parte preciso alle 18.45, arriviamo dopo esserci
fermati di nuovo a Bruxelles, alle 11,00 di mercoledì, siamo distrutti, ma
sappiamo tutti benissimo che saremmo disposti a rifarlo subito. Grande, un Ferragosto
indimenticabile.
Sono le 11 quando finalmente tocca a noi. I ragazzi presenti si accalcano davanti al palco e quando iniziamo con “Power” scoppia il finimondo, succede di tutto davanti al palco. Qui lo stage diving è proibito ma alcuni temerari decidono di sfidare i bouncers del locale e si buttano, una figata! I pezzi passano uno dopo l’altro velocissimi, Fabio il nuovo batterista sta andando da Dio, non sbaglia un colpo, Lupus con la Les Paul e Ronko con un bellissimo Fender Precision (tutti gli strumenti sono stati noleggiati per la serata) continuano a macinare senza sosta, 40 minuti passano in un secondo e siamo già a bis, “Mine to kill”, “Factory”, “Fuck Authority”, ma è quando inizia il primo accordo di “State Oppression” che tutti i presenti, anche quelli che un minuto prima sembravano sfiniti, iniziano a saltare e pogare, c’è persino chi urla il nome Giuseppe, il capo o The Chief come dicono qui, vorremmo non finisse mai, ma purtroppo due minuti passano velocissimi, così veloci che decidiamo di fare ancora tre pezzi, da paura. 60 minuti, non di più, ma ci guardiamo tutti con un sorriso stampato in faccia come se fossimo dei bambini piccoli, valeva la pena farsi questa tirata per un solo concerto, tornare qui dopo quasi 10 anni.
RIKI SIGNORINI E MAURO CODELUPPI
PS: Il CBGB ha chiuso il 30 settembre 2006 a causa di una lunga battaglia legale con i proprietari dell'immobile di Bowery. Il proprietario Hilly Kristal comunicò la notizia che avrebbe riaperto il CBGB a Las Vegas nel 2008 annunciando "Ho preso tutto, i bar, il palco, i cessi dove Joey Ramone ha fatto la pipì insieme a me. Ho preso tutto ciò che ha fatto di questo posto il CBGB'". Hilly Kristal non potrà mantenere la sua promessa: morirà il 28 agosto 2007[2]. Attualmente all'ex CBGB è presente un negozio d'abbigliamento ma, una parte dell'allestimento originale è rimasto intatto, compreso parte del bagno e dei sanitari.
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