In questi
giorni ricorre il quarantesimo compleanno del primo concerto di una band
straniera (i Damned) al CBGB, lo storico locale di New York situato al numero
315 di Bowery Street.
Colgo l’occasione
di questo anniversario per pubblicare un report che nel lontano 2005 mi inviò
Mauro Codeluppi dei Raw Power, report che doveva essere pubblicato su Flash ma
per qualche motivo non vide mai la luce.
Il CBGB &
OMFUG, locale dal nome pressoché impronunciabile che dal 1973 al 2006,quando
ha chiuso, ha rappresentato uno spazio unico per la creatività artistica e
musicale Newyorkese e non solo, ha negli anni ospitato i concerti di un po’
tutti i i grandi del rock e dintorni (Ramones, Blondie, B52s, Talking Heads, e
Police per citarne alcuni).
Poco prima
della chiusura del locale, nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione
chiamata “Save CBGB”, dall’Italia furono infatti invitati a suonare i nostri
Raw Power, autentico mito Hardcore negli States.
Quello che
segue è il racconto fatto da Mauro Codeluppi di questa singolare esperienza,
Il 13 Agosto
siamo partiti da Bologna alle 6.45, destinazione finale New York con tappa a
Bruxelles. Una volta arrivati, dopo aver passato abbastanza facilmente la
dogana che dopo l’11 Settembre è diventata quasi impossibile, riusciamo ad
uscire dal JFK per trovarci sotto un sole e un caldo insopportabile. Non ci
resta che fermare un taxi e saltare su, destinazione Hotel 31 sulla trentunesima
strada. Se all’aeroporto l’afa era da paura qui in midtown è insopportabile,
perciò non ci resta che fiondarci in hotel e beccarci la nostra prima razione
di aria condizionata a palla.
Qui chiaramente
è il contrario dell’esterno: temperatura polare. Il CBGB ha prenotato 3 camere,
2 doppie e una singola; chiaramente il più vecchio (io) si prende la singola.
Pochi minuti
per rinfrescarsi e si parte alla scoperta del vicinato, spedizione che si ferma
a poche centinaia di metri, nel primo pub (o tavern) che incontriamo. Come
sempre una birra tira l’altra e usciamo dal locale tre ore più tardi. A questo
punto per smaltire quello che è l’inizio di una bella sbornia non ci resta che
continuare la nostra esplorazione, ma evidentemente oggi non è giornata e dopo
poche centinaia di metri la tentazione di farci un'altra birra è troppa.
Verso le otto
riusciamo ad arrivare al CBGB dove questa sera si esibiscono alcuni gruppi del
VANS Warped tour. Dopo aver salutato un po’ di vecchi amici c’è giusto il tempo
di fermarci al CBGB Gallery per un paio di birre ed iniziare la camminata di
rientro, non prima però di esserci fermati per un fetta di buonissima pizza
Newyorkese.
Raggiungiamo il
31 a pezzi e come dei bravi bambini ci fiondiamo a letto presto. La mattina
della domenica dopo una colazione a base di uova, pancetta, prosciutto,
pankcakes e porcherie varie, il tutto innaffiato da una broda nera che qui
chiamano coffee, entriamo in metropolitana, destinazione Coney Island.
Visita al parco
divertimenti, che ha visto tempi migliori (almeno 30 anni fa), camminata lungo
la passeggiata interminabile del lungo mare, e poi inizia nel quartiere russo
la ricerca di un posto dove bagnarci la gola, cosa che dopo mezz’ora di ricerca
sembra impossibile.
Finalmente
riusciamo a trovare un ristorante dal nome francese, Paris, ma che di francese
non ha niente a partire dal personale che parla solo russo. A fatica riusciamo
a fargli capire cosa vogliamo e dopo una attesa lunghissima si presenta uno dei
mattacchioni dei camerieri con una borsa di birre di vari tipi comperate al
liquor store un isolato più indietro. Inutile dire che la birra ci costa come
Champagne.
Ormai si sono
fatte le due e non ci resta che tornare a Manhattan, riprendiamo il treno e
dopo 40 minuti scendiamo a Chinatown per un po’ di shopping e cazzeggiare un
po’.
La sera ci
presentiamo al CBGB con l’intento di vedere i grandi Gorilla Biscuits ma ci
viene detto che non si sa per quale motivo il concerto della sera non ci sarà,
l’unica loro performance è stata quella del pomeriggio, porca….. cosa dobbiamo
fare a questo punto??
Entriamo nel
bar e anneghiamo i dispiaceri, un paio d’ore più tardi il Ronko ed io, la
vecchia guardia, ci dirigiamo verso l’albergo mentre i giovani rimangono fuori
a tentare la fortuna.
Sono le 11 di
lunedì quando Lupus e Fabio riescono ad alzarsi dal letto con un leggero mal di
testa. Questa mattina la destinazione è l’Empire State Building, 2 o 3 blocchi
di distanza da noi,. Finalmente dopo una fila di un’ora riusciamo a salire sul
primo ascensore che ci porta all’80esimo piano, e un secondo ascensore ci
accompagna per gli ultimi 6 piani. Come sempre la vista dall’alto è mozzafiato;
peccato che la cappa grigia che copre New York non ci permetta di vedere
lontano, ma lo spettacolo è pur sempre unico.
Cominciamo ad
avere fame e sete, scendiamo questa volta velocissimi ed entriamo da Foley’s,
un famoso pub irlandese, dove presto facciamo amicizia con June, la simpatica
barista che ci racconta di avere origini irlandesi e che due ore dopo, dopo
averci spennato per bene ci promette che questa sera verrà a vederci.
Rientro in
albergo per una pennichella veloce ed è tempo di andare al CBGB, finalmente si suona!. Prima sorpresa appena arrivati è che mentre facciamo il check un tipo
dal volto famigliare mi si avvicina, e dopo esserci scambiati complimenti a
vicenda riesco finalmente a capire che è Phil Anselmo (Pantera), che è qui per
suonare la chitarra con i suoi amici Eye Hate God.
Più tardi nel
back stage, dove scopro che lui è di discendenza italiana, mi dice che questa è
la sua prima uscita in 8 mesi, parliamo di musica, politica un po’ di tutto, si
fanno le solite foto, insomma un ragazzo davvero simpatico e per niente la rock
star che magari uno si immagina. Un tipo che non ti fa pesare i dischi d’ora e platino
che ha in soggiorno, solo uno che questa sera è qui come tutti gli altri per
suonare e divertirsi.
Il concerto
inizia con un gruppo a sorpresa di cui non conosco il nome.
Poi vanno sul
palco gli Uppercut, non male ma niente di esaltante. Finalmente dopo di loro è
la volta degli EHG, e qui la musica cambia; pezzi pesanti con una chiara
influenza alla Pantera, momenti veloci che si alternano a pezzi lenti, si
capisce subito che
Phil non è un chitarrista provetto ma lui per primo e poi il
pubblico e tutti noi sembra fregarsene, si vede chiaramente che lui si sta
divertendo e la gente si diverte al solo vederlo lì ancora tra di loro, è un
momento molto bello e speciale.
Sono le 11
quando finalmente tocca a noi. I ragazzi presenti si accalcano davanti al palco
e quando iniziamo con “Power” scoppia il finimondo, succede di tutto davanti al
palco. Qui lo stage diving è proibito ma alcuni temerari decidono di sfidare i
bouncers del locale e si buttano, una figata! I pezzi passano uno dopo l’altro
velocissimi, Fabio il nuovo batterista sta andando da Dio, non sbaglia un
colpo, Lupus con la Les Paul e Ronko con un bellissimo Fender Precision (tutti
gli strumenti sono stati noleggiati per la serata) continuano a macinare senza
sosta, 40 minuti passano in un secondo e siamo già a bis, “Mine to kill”,
“Factory”, “Fuck Authority”, ma è quando inizia il primo accordo di “State
Oppression” che tutti i presenti, anche quelli che un minuto prima sembravano
sfiniti, iniziano a saltare e pogare, c’è persino chi urla il nome Giuseppe, il
capo o The Chief come dicono qui, vorremmo non finisse mai, ma purtroppo due
minuti passano velocissimi, così veloci che decidiamo di fare ancora tre pezzi,
da
60 minuti, non
di più, ma ci guardiamo tutti con un sorriso stampato in faccia come se
ha guardati e suonato anche lui con noi.
E’ ormai l’una
quando usciamo dal CBGB, prendiamo un taxi e andiamo ad una festa a Brooklyn,
sono quasi le 5 quando rientriamo in albergo, ormai è quasi ora do tornare a
casa. Il martedì è una giornata triste, si torna a casa. Ci alziamo verso
mezzogiorno, alcuni di noi vanno a vedere Ground Zero altri rimangono in zona,
poi alle 3 il taxi viene e ci riporta all’aeroporto, L’aereo della American
Airline parte preciso alle 18.45, arriviamo dopo esserci fermati di nuovo a
Bruxelles, alle 11,00 di mercoledì, siamo distrutti, ma sappiamo tutti
benissimo che saremmo disposti a rifarlo subito. Grande, un Ferragosto
indimenticabile.
(Riki
Signorini e Mauro Codeluppi)
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