Un disco con un inizio al fulmicotone il quinto album degli Ominidi, che sin dalle primissime battute de “L'Italia Che Muore” ci danno dentro come dei dannati, con il batterista che sembra un ossesso. Undici brani a cavallo tra Punk Melodico e Speed Rock, tirati a tratti ma generalmente orecchiabilissimi, con qualche assolo di troppo, che comunque ci può stare. Un disco di perfetta denuncia sociale che bene amalgama Punk e tecnica. Il tutto viene arricchito dalla superba masterizzazione di Jason Livermore al Blasting Room Studio (Colorado – USA). Mi piace “Il Cielo Che Non C'è”, un po’ più fuori dagli schemi, interessante e variegata, che inizia con una voce “rappata” e si evolve verso il rap-core per poi tornare al melodico. La mia preferita è però “La Terra Trema”, una bella ballata che fila via come uno shinkansen in terra Nipponica, mentre non digerisco l’altra ballata, la conclusiva “La Linea Del Tempo”, perché quando si esagera, come in questo caso, preferisco sconsigliare.
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