RECENSIONE ACREDINE “IN DISPARTE + RAW & UNRELEASED” (LP, 2025, ROCKA TAPES, 4/5)

Prima ancora di parlarvi del disco – che è a nome Acredine, ma fu pubblicato a suo tempo come se fosse degli Indigesti, e a buon diritto – lasciatemi raccontare un aneddoto sul mio legame, più sentimentale che musicale, con la band di Rudy Medea.

Era il tempo del leggendario split 7” tra Indigesti e Wretched. Rudy me lo spedì per posta. Io abitavo in campagna, e il buon postino pensò bene di lasciarlo sul muretto davanti a casa. Blitz, il mio cane, lo trovò prima di me. Rosicchiò il pacco e riuscì a intaccare proprio i primi due pezzi del disco: quelli non li ho mai sentiti dalla mia copia, e ancora me li sogno.

Flashforward: sono passati più di quarant’anni, è un’estate rovente, e succede la stessa scena. Il nuovo disco (di nuovo Rudy, di nuovo quel suono) viene lasciato su un altro maledetto muretto.

E stavolta non è Blitz, ma un acquazzone torrenziale a rovinarlo: copertina danneggiata, vinile imbarcato.

Ma – almeno! – stavolta il disco è ascoltabile nella sua interezza. E ne vale la pena.

Perché In Disparte è un disco degli Indigesti a nome Acredine, o degli Acredine che suonano da Indigesti. Comunque lo si voglia leggere, il risultato non cambia: è una gemma nascosta dell’hardcore punk italiano, 22 tracce per 45 minuti di rabbia, velocità e consapevolezza.

Su vinile per la prima volta, con audio rimasterizzato e una fulminea cover di "Blind Justice" degli Agnostic Front che sembra sputata fuori dal cuore della Torino-Vercelli anni ’80.

C’è Rudy Medea alla voce e ai testi – inconfondibile, ruvido, lucido. Con lui Enrico degli Indigesti , Mungo del Declino (che suona il basso in quasi tutti i brani, la chitarra solista in un paio e canta nei cori dove presenti), Xlaidox (già in Right In Sight e Indigesti, nonché grafico per Vacation House Records e Blu Bus Dischi) e Tino, anche lui proveniente dalla scena hardcore piemontese.

Una vera superband nata nel ’97 come prosecuzione naturale e matura degli Indigesti, a nome Acredine.

Il disco uscì solo in CD, e fu accreditato anche agli Indigesti: oggi quelle copie sono da collezione.

Questa nuova edizione su LP rende finalmente giustizia a un capitolo fondamentale – anche se spesso dimenticato – dell’hardcore nostrano.

Il lato A del vinile ripropone integralmente i brani originali del CD, con pezzi come “In Disparte”, “Opaco Istinto Inutile”, “Cancella Elimina” o “Esistere – Resistere”, che riportano immediatamente a quel suono nervoso, compatto, abrasivo, ma allo stesso tempo carico di una tensione esistenziale che è marchio di fabbrica di Rudy. Non è solo energia: è uno sguardo critico e poetico sul vivere, sul resistere, sul senso stesso dell’essere "contro".

Poi c’è il lato B, la sorpresa di questa ristampa: una collezione di tracce rare e inedite, tra cui spicca “Blind Justice” rifatta “alla Indigesti”, e varie versioni alternative o strumentali dei brani del lato A. C’è anche una chicca come “Mezzalama” e una seconda versione di “Oltre il Confine”, che aggiunge profondità al concept e al suono dell’intero album. Le versioni strumentali, lungi dall’essere dei semplici riempitivi, permettono di apprezzare meglio l’intreccio chitarristico, la potenza della sezione ritmica e l’intenzione compositiva che c’è dietro ogni pezzo. È come ascoltare l’anima cruda del disco, nuda, senza filtri.

Chiude il cerchio un’intervista inedita a Rudy Medea, firmata da Luca Frazzi, inserita nella busta interna: un racconto sincero, senza filtri, di uno dei padri fondatori del punk hardcore italiano.

Non sarà il loro disco migliore, ma è uno di quelli che non devono mancare. Per chi c’era, per chi è arrivato dopo, per chi pensa che l’hardcore sia solo una questione di volume: ascoltate questo disco. È ancora, orgogliosamente, una questione di cuore.


(Riki Signorini)

I brani

LATO A 

1.   Intro  

2.   In Disparte  

3.   Opaco Istinto Inutile  

4.   Cancella / Elimina  

5.   Dare  

6.   Innaturale  

7.   Esistere - Resistere  

8.   Confine  

9.   Anomalia  

10.  Outro  

LATO B

1.   Blind Justice  

2.   Respiro  

3.   In Disparte

4.   Esistere-Resistere

5.   Mezzalama

6.   Innaturale

7.   Oltre Il Confine

8.   Anomalia

9.   Cancella-Elimina

10.  Oltre Il Confine [strumentale]

11.  Inutile [strumentale]

12.  outro

I contatti

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RECENSIONE OPERATION IVY “ENERGY” (CD, 1989, LOOKOUT RECORDS, 5/5)

Ci sono dischi che entrano nella tua vita e non ne escono più. Energy degli Operation Ivy è uno di questi. Pubblicato nel 1989 come decima uscita della storica etichetta Lookout Records, è un album seminale, fondamentale non solo per la scena punk californiana, ma per tutta la musica alternativa degli anni a venire. Non è stato forse il primo tentativo di fondere ska e hardcore, ma è stato senz’altro il primo a farlo con questa energia, questa urgenza, questa coerenza.

Nati e cresciuti all’ombra del 924 Gilman Street di Berkeley, epicentro della cultura punk DIY della Bay Area, gli Operation Ivy sono stati un fulmine che ha colpito e incendiato tutto nel giro di pochissimo. In appena due anni di attività, la band è riuscita a lasciare un'impronta indelebile, e Energy è la prova tangibile di quella scossa: 19 tracce nella versione originale in vinile, poi portate a 27 nella ristampa in CD del 1991, pubblicata quando la band era già sciolta da un paio d’anni (Le otto tracce aggiuntive? Sei dal primissimo EP Hectic, due dalla mitica compilation Turn It Around! — entrambe pubblicazioni Lookout, ovviamente).

Non c’è filler, non c’è calo di tensione. Ogni brano è una scheggia impazzita di ritmi spezzati, liriche consapevoli e riff che si stampano in testa. Le mie preferite restano tre classici assoluti. “Bombshell” è un pugno allo stomaco: un inno feroce e melodico allo stesso tempo, con una sezione ritmica che corre e graffia. “Sound System” è il manifesto emotivo dell’album, un’ode a quel rifugio collettivo e personale che è la musica stessa — «Sound system gonna bring me back up» non è solo un ritornello, è una dichiarazione di fede. E poi c’è “Freeze Up”, forse uno dei brani più lungimiranti del lotto, che riflette sul blocco sociale e personale con uno stile che è insieme critico e danzereccio.

Un elemento distintivo del suono di Energy è anche l’uso del sax, suonato da Paul Bae, che appare in brani come “Bad Town”, “Smiling” e “Caution”. Non è mai invasivo, ma inserito con intelligenza: in “Bad Town” il sax emerge con forza, dando un’atmosfera quasi rocksteady al pezzo, mentre altrove contribuisce ad arricchire la struttura dei brani con una vena melodica inaspettata. È uno degli ingredienti che rende il disco più sfaccettato, senza mai allontanarlo dalla sua essenza ruvida e diretta.

Nonostante il suono grezzo e l’urgenza adolescenziale che lo pervade, Energy ha una freschezza che non svanisce. Lo dimostra il fatto che da oltre trent’anni è una presenza costante nella mia vita: prima sul giradischi, poi nel lettore CD, oggi nella mia playlist su Spotify. Ogni ascolto è un ritorno a casa, un tuffo in quell’energia incontenibile che solo pochi dischi riescono a custodire.

Energy non è solo un disco importante. È un punto di svolta, un’opera che ha anticipato di almeno un decennio quello che sarebbe diventato uno dei suoni dominanti del punk underground e mainstream. Se oggi parliamo di ska-core come genere codificato, lo dobbiamo anche — forse soprattutto — a questo disco e a quei quattro ragazzi di Berkeley che volevano solo suonare forte e cambiare il mondo, almeno un po’.

(Riki Signorini)

I brani

Lato A


1.          Knowledge - 1:40

2.          Sound System - 2:14

3.          Jaded - 1:49

4.          Take Warning - 2:44

5.          The Crowd - 2:10

6.          Bombshell - 1:01

7.          Unity - 2:13

8.          Vulnerability - 1:58

9.          Bankshot - 1:30

 

Lato B

 

1.          One Of These Days - 1:05

2.          Gonna Find You - 1:52

3.          Bad Town - 2:32

4.          Smiling - 1:44

5.          Caution - 1:23

6.          Freeze Up - 2:19

7.          Artificial Life - 2:03

8.          Room Without A Window - 1:31

9.          Big City - 2:14

10.       Missionary - 2:05

 

Tracce presenti nel CD ma non nella versione vinile

 

1.          Healthy Body (dall’EP "Hectic")

2.          Hedgecore (dall’EP "Hectic")

3.          Steppin’ Out (dall’EP "Hectic")

4.          The Crowd (dall’EP "Hectic")

5.          Man On The Streets (dall’EP "Hectic")

6.          Gonna Find You (dall’EP "Hectic")

7.          Officer (dalla compilation "Turn It Around!")

8.          I Got No (dalla compilation "Turn It Around!")

RECENSIONE RAMONES “RAMONES” (LP, 1976, SIRE RECORDS, 5/5)

Ramones” è l’album di debutto della band di New York, ed è anche uno di quei dischi che non dovrebbero mancare nella collezione di qualsiasi amante della musica, in particolare di chi ama il punk.

Quattordici pezzi nella versione originale (otto in più nella versione extended successiva), sette su un lato ed altrettanti sull’altro, che raramente superano i due minuti.

Il tutto si apre con uno dei loro brani più iconici (“Blitzkrieg Bop”), e contiene una bellissima cover di "Let's Dance" di Chris Montez.

Tra gli altri brani indimenticabili del disco anche “53rd & 3rd”, “Beat on The Brat”, “Judy is a Punk”, “Today Your Love, Tomorrow the World” e “Havana Affair”, lato B del primo singolo estratto dall’album (sul lato A c’era proprio “Blitzkrieg Bop”).

Un disco che se non ce l’avete dovete cercarlo, e che se ce l’avete, dovete riascoltarlo per celebrare i fratellini di New York che, forse non lo sapete, presero il loro nome dallo pseudonimo che usava Paul McCartney quando si registrava negli alberghi in incognito.

(Riki Signorini)

I brani 

Lato 1

1.   Blitzkrieg Bop 

2.   Beat on the Brat 

3.   Judy Is a Punk 

4.   I Wanna Be Your Boyfriend 

5.   Chain Saw 

6.   Now I Wanna Sniff Some Glue 

7.   I Don't Wanna Go Down to the Basement 

Lato 2

1.   Loudmouth 

2.   Havana Affair 

3.   Listen to My Heart 

4.   53rd & 3rd 

5.   Let's Dance (Cover di Chris Montez) 

6.   I Don't Wanna Walk Around With You 

7.   Today Your Love, Tomorrow the World

RECENSIONE LAMBRINI GIRLS “WHO LET THE DOGS OUT” (CD, 2025, CITY SLANG, 3/5)

Mi sono imbattuto nelle Lambrini Girls quasi per caso quando mi trovavo a Brighton l’estate scorsa.

Entro in un negozio e sento un pezzo che mi prende.

Chiedo al tipo dietro al banco e mi dice “sono delle ragazze di qua, e spaccano di brutto”. È vero, ma tutto finisce lì.

Fino a quando non mi trovo tra le mani questo “Who Let the Dogs Out”, che mi conferma trattarsi di un gruppo che spacca di brutto.

In pratica, un duo al femminile (Phoebe Lunny, chitarra e voce, Lilly Macieira, basso) che sforna 11 pezzi molto molto rumorosi, che fanno pensare senza soluzione di continuità a Bikini Kills, Prodigy, Yeastie Girlz e Crass.

Ben elaborato da Daniel Fox (bassista dei Gilla Band e produttore emergente del post-punk d’oltremanica), questo è un disco sporco e cattivo, sempre su di giri, con testi ferocemente social-politici e pochissimo spazio alla melodia (a parte forse in “No Homo”).

Noise punk, hardcore, riff di chitarra taglienti e linee di basso potenti per cantare (o urlare, a seconda dei casi) di diritti LGBQT+, lotta al patriarcato, denuncia del machismo dilagante, attacchi alla violenza poliziesca ed al sessismo dilagante.

Trenta minuti che vale la pena ascoltare almeno una volta.


(Riki Signorini)

I brani

1.   Bad Apple

2.   Company Culture

3.   Big Dick Energy

4.   No Homo

5.   Nothing Tastes As Good As It Feels

6.   You're Not From Around Here

7.   Scarcity Is Fake (communist propaganda)

8.   Filthy Rich Nepo Baby

9.   Special Different

10.  Love

11.  Cuntology 101

 I contatti

https://lambrinigirlsband.bandcamp.com/album/who-let-the-dogs-out

https://www.facebook.com/LambriniGirlsband/

https://www.lambrinigirlsband.co.uk

https://www.instagram.com/lambrinigirlz/?hl=en

https://www.facebook.com/cityslang

RECENSIONE LAURA JANE GRACE & CATBITE “OPERATION IVY LIVE AT THE EMPTY BOTTLE” (CD, 2025, AUTOPRODUZIONE, 4/5)

Quando ho scovato su Bandcamp un disco che sembrava essere un live degli immensi Operation Ivy mi è venuto un tuffo al cuore… Purtroppo, però, non si trattava di un loro live, ma di una copycat version fatta comunque molto bene.

In poche parole, il 21 settembre 2024 i Catbite di Philadelphia hanno eseguito dal vivo 27 pezzi degli Operation Ivy insieme a Laura Jane Grace (cantante degli Against Me!) a un Afterparty del Riot Fest tenutosi al The Empty Bottle di Chicago.

Lo show, che potete vedere cliccando qua, è poi stato messo in vendita su Bandcamp con la formula “Pay What You Can”, ed il 100% dei ricavi sarà donato, attraverso le associazioni no profit Sweet Relief Musician Fund e Best Friends, alle persone colpite dai grandi incendi di LA di inizio anno.

In pratica, i sei in quella occasione hanno suonato dal vivo, e nello stesso preciso ordine, tutti i 27 brani presenti sul CD Lookout, che riproponeva l’album “Energy”, l’EP “Hectic” e due alti pezzi tratti dalla compilation (stupenda) “Look It Around”.

E devo dire che lo hanno fatto davvero bene!

Potrei starvi a parlare dei singoli brani, ma visto che siamo di fronte a dei grandi classici della musica punk e ska, che immagino gran parte di voi conoscano molto bene, direi che sarebbe uno sforzo superfluo.

Posso solo dire che si tratta di un live set divertente, ben suonato e carico di energia, che sembra essere stato apprezzato dal pubblico.

Certo, ascoltare gli originali dal vivo sarebbe sicuramente un’altra cosa, ma è altrettanto vero che difficilmente si incontrano copycat covers fatte così bene.

(Riki Signorini)

I brani 

1.   Knowledge

2.   Sound System

3.   Jaded

4.   Take Warning

5.   The Crowd

6.   Bombshell

7.   Unity

8.   Vulnerability

9.   Bankshot

10.   One Of These Days

11.   Gonna Find You

12.   Bad Town

13.   Smiling

14.   Caution

15.   Freeze Up

16.   Artificial Life

17.   Room Without A Window

18.   Big City

19.   Missionary

20.   Junkie's Runnin' Dry

21.   Here We Go Again

22.   Hoboken

23.   Yellin' In My Ear

24.   Sleep Long

25.   Healthy Body

26.   Story Time

27.   Officer

28.   I Got No  

I contatti

https://catbite.bandcamp.com/album/operation-ivy-live-at-the-empty-bottle-laura-jane-grace-catbite

Catbite

Laura Jane Grace