Chissà, forse se un disco del genere me lo avessero dato negli anni 80, quelli del furore Hardcore, forse lo avrei gettato direttamente via. E forse la stessa reazione la avrebbe avuta anche Marzio Bertotti, aka Mungo, che di quegli anni e di quel furore è stata una colonna portante, suonando la chitarra per i mai troppo compianti Declino da Torino, una tra le più interessanti e originali band del nostro paese. Oggi, alle soglie del 2010, a oltre vent’anni di distanza, molte cose sono cambiate, e decido di recensire il CD in questione perché legato a tre leggende dell’hardcore nostrano che io rispetto e stimo a priori. Nel progetto, infatti, oltre a Marzio/Mungo, sono coinvolti anche la mitica Vacation House, etichetta che da oltre 15 anni da’ un supporto insostituibile a moltissimi gruppi musicali underground Italiani, e Rudy Medea, che è il boss di Vacation House, certo, ma è anche stato la voce dei leggendari Indigesti (nota a margine: quando gli Indigesti si ritrovarono per registrare un nuovo album (In Disparte), Rudy chiamò Mungo a suonare nella nuova line-up, con risultati sorprendenti anche se il buon Marzio da anni non suonava più, preferendo la scrittura alla musica). Che dire allora del “Futuro della Vita Insolente”? I Brani
01. Dopo, Il Silenzio
02. Una Donna, Una Madre / Laa Salaam
03. Piccole Acrobazie
04. Dialoghi Senza Inizio
05. Winter Blume (pt.II)
06. Senso Nemico
07. Vetri
08. Briciole Di Nulla
09. Come Una Promessa
10. Winter Blume (pt.I)
11. Aprile
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